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Quando i Grigioni per 25 anni vietarono la circolazione delle auto

Due cavalli trascinano un camion.
Valle del Reno, Grigioni: la ditta Settelen di Basilea incaricata di un trasloco deve far trascinare il proprio veicolo da due cavalli. settelen.ch

I Grigioni per un quarto di secolo, dal 1900 al 1925, bandirono completamente le automobili dal proprio territorio. Una storia singolare che si concluse esattamente cento anni fa grazie a una votazione popolare, la decima sul tema. 

“Domani si decidono le sorti dell’automobile nei Grigioni”. Sono le prime parole di un articolo sul periodico “La voce dei GrigioniCollegamento esterno” del 20 giugno 1925 dal titolo “Domani votate sì”. Il giorno dopo, il 21 giugno, gli uomini grigionesi approvarono per poco la nuova legge sulla libera circolazione delle automobili, chiudendo definitivamente un capitolo unico nella storia europea: quello di un territorio che per ben 25 anni aveva tenuto le porte sbarrate ai veicoli a motore. 

Dal 1900 al 1925, il Canton Grigioni rappresentò infatti un’anomalia assoluta nel panorama della mobilità moderna. Mentre il resto d’Europa abbracciava progressivamente l’era dell’automobile, i Grigioni – come il villaggio gallico di Asterix – rimasero un’isola di resistenza, fedeli a carrozze, cavalli e treni. Chiunque volesse accedere al territorio cantonale con la propria auto era costretto a ingegnarsi: caricarla su un treno, smontarla per farla trasportare da un carro, farla trainare da animali.  

Le prime automobili e la reazione grigionese

I primi esemplari automobilistici fecero la loro apparizione in Svizzera nel 1896 durante l’Esposizione nazionale di Ginevra. Nei Grigioni, la prima automobile arrivò nel 1897: l’aveva comprata Gaudenz Issler di Davos, che però la restituì al venditore poco dopo perché riteneva che le strade del suo paese non fossero adatte a questi nuovi mezzi. 

Il 24 agosto del 1900, il Piccolo Consiglio grigionese, l’esecutivo cantonale, introdusse ufficialmente il divieto di circolazione per le automobili. La decisione arrivò dopo che erano stati segnalati diversi casi in cui il traffico postale su carrozza e i cavalli erano stati messi in pericolo dalle automobili. La situazione generò non poche proteste e fu combattuta dai club automobilistici come l’Automobil-Club Svizzero (ACS) e il Touring Club Svizzero (TCS). 

I motivi del divieto

Le ragioni del bando furono invero molteplici. La popolazione riteneva che il traffico automobilistico non fosse adatto per le strade strette e sterrate del Cantone. Gli albergatori si opponevano a causa del rumore e della polvere sollevata dai veicoli, temendo che questi disturbi allontanassero i clienti dalle località di cura. C’era la convinzione che i motori a scoppio avrebbero distrutto la quiete delle destinazioni turistiche grigionesi. 

La strada sterrata e stretta del Passo del Forno nei Grigioni.
La strada sterrata e stretta del Passo del Forno nei Grigioni. Photopress-Archiv / Schmidli

Ma il motivo più significativo era economico. Come spiega lo storico Simon Bundi, intervistato dai colleghi di Keystone-ATS, “in due regioni le macchine arrivarono solo nel 1927, ovvero nella Valle dell’Albula e in Valposchiavo. Qui la linea ferroviaria non voleva concorrenti per il trasporto merci”. Le ferrovie rappresentavano un investimento strategico enorme, e l’automobile veniva percepita come una minaccia diretta. 

Venticinque anni di resistenza

Per un quarto di secolo, i Grigioni mantennero questa chiusura totale, creando scenari surreali. Automobilisti che arrivavano al confine dovevano spegnere il motore e trovare soluzioni alternative: alcuni caricavano l’auto su vagoni ferroviari, altri la smontavano pezzo per pezzo. Altri ancora, pur di mostrare di avere un veicolo a motore, se lo facevano trainare a casa dai buoi o dai cavalli. Fu il caso di un ricco signorotto di Mesocco che dal confine ticinese fece trainare la sua nuova fiammeggiante auto per oltre 40 chilometri fino a casa. 

Ci vollero ben nove votazioni popolari prima che i cittadini decidessero, al decimo appuntamento con le urne, di adeguarsi ai tempi. Ogni tentativo di modifica veniva respinto dalla popolazione, fedele alla propria diffidenza verso i veicoli a motore. .

Le eccezioni significative

Durante il divieto si verificarono alcune eccezioni importanti. I servizi postali, regolati dal diritto federale, riuscirono ad aprire la prima linea con veicolo a motore collegando Reichenau e Films Waldhaus, inizialmente solo estiva e senza celebrazioni per non urtare la popolazione. 

L’eccezione più clamorosa fu in Calanca. Dal 7 luglio 1921, gli autopostali sostituirono le diligenze in questa valle italofona. La popolazione si era rivoltata per rivendicare un servizio simile a quello introdotto in Ticino. L’accordo aggirava il divieto cantonale sfruttando il fatto che il servizio postale era regolato dal diritto confederale. Inoltre, in Calanca non c’era il treno. 

Una carozza della posta svizzera.
Ufficio postale svizzero delle PTT a Parpan, proprio accanto al Kurhaus, nel Canton Grigioni, con una diligenza davanti, scattata intorno al 1910. KEYSTONE/Str

Il 1925: la svolta storica

Il 21 giugno 1925 rappresentò la svolta. Dopo anni di dibattiti, i cittadini grigionesi approvarono la Legge sulla registrazione parziale delle automobili. L’approvazione fu risicata, segno che la popolazione rimaneva divisa (11’318 voti favorevoli contro 10’271 voti). 

Tuttavia, le resistenze non si affievolirono immediatamente. Lo storico Bundi racconta che “l’allora medico di Pontresina, Rudolf Campell, durante il viaggio con la sua nuova Fiat 509 Cabrio è stato preso di mira da un gruppo di giovani che gli tirarono dei sassi”. 

L’evoluzione post-1925

Dopo la Prima guerra mondiale, i settori economico e turistico avevano compreso l’importanza dell’automobile. Le curve dei passi alpini divennero un’attrazione e il traffico individuale accese i motori del turismo retico. 

Si iniziò a costruire strade nel più ampio cantone svizzero. “Si è messo il piede sul gas e negli anni Cinquanta è stata costruita la seconda tratta autostradale del paese fra Trimmis e Zizers”, sottolinea Bundi. Tuttavia, negli anni Sessanta solo un terzo dei collegamenti erano asfaltati, contro il 70% del resto della Svizzera. 

I dati testimoniano la rapidità del cambiamento. Nel 1925 circolavano 260 veicoli: 136 auto, 7 camion e 117 moto. Nel 1930 erano già oltre 2’000: 1’051 auto, 75 camion e 1’136 moto. 

 >>Il servizio del TG della RSI sul divieto di circolazione:

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Dagli ultimi bastioni alla modernità

Non tutto il territorio si adeguò immediatamente. Valle dell’Albula e Valposchiavo mantennero il divieto fino al 1927. Poschiavo fu l’ultimo comune ad abolirlo il primo luglio 1927, due mesi dopo Brusio. 

Oggi i Grigioni hanno recuperato il terreno perduto. Dal 2010 registrano una quota di vetture pro capite superiore alla media svizzera: 581 auto per 1’000 abitanti nel 2024, contro le 535 nazionali. Secondo Bundi, è dovuto alla vastità del Cantone. 

Le sfide contemporanee

Anche oggi la mobilità rimane centrale nei Grigioni. La consigliera di Stato Carmelia Maissen spiega: “Da una parte è un vantaggio, perché ci porta turisti e genera valore aggiunto. Ma chi vuole sfuggire dal traffico sugli assi principali si immette nelle strade di paese, dove la popolazione locale è esposta alle code”. 

Il pilota svizzero Compte Jacques de Wurstemberger "Hervé" su MG con il numero di partenza 44 percorre la strada del passo dalla partenza nel villaggio di Casaccia alla gara di montagna del Maloja nel 1949.
Il pilota svizzero Compte Jacques de Wurstemberger “Hervé” su MG percorre la strada del passo dalla partenza nel villaggio di Casaccia alla gara di montagna del Maloja nel 1949. Photopress-Archiv / Str

Il Consiglio nazionale ha approvato una mozione che permette ai Cantoni alpini di chiudere alcuni tratti se necessario. Si torna ai divieti? “Il divieto attuale ha carattere totalmente diverso”, precisa Maissen. “Allora interessava tutto il territorio cantonale, ora solo alcune località per tempo limitato”. 

Il centenario e la memoria

Il 2025 è dunque un anno commemorativo. Il Museo retico di Coira ospita la mostra “Attenzione Auto! Un secolo sulle strade dei Grigioni” fino al 19 ottobre. A Castasegna, fino al 23 agosto, un’esposizione celebra i 100 anni dell’automobile in Val Bregaglia. 

Infine, per ricordare la storia e lo sviluppo della motorizzazione nei Grigioni nell’ultimo secolo, il 20 giugno verrà presentato il libro “Das Jahrhundert des Automobils. Graubünden 1925-2025” edito dall’Istituto di ricerca sulla cultura grigionese. 

Cento anni dopo quella storica votazione, i Grigioni continuano a confrontarsi con le contraddizioni della mobilità moderna, cercando equilibrio tra sviluppo economico, qualità della vita e sostenibilità ambientale. Una sfida non così diversa da quella affrontata un secolo fa. 

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