La pietra di Unspunnen o il peso della storia
Il masso di 83,5 chili lanciato in occasione delle Feste federali di lotta, trafugato nel 2005 dal movimento separatista giurassiano, torna a far parlare di sé.
“È giunta l’ora di restituire la pietra di Unspunnen”: le dichiarazioni fatte al domenicale NZZ am SonntagCollegamento esterno non giungono da una consigliera federale qualsiasi, ma dalla giurassiana Elisabeth Baume-Schneider.
Il suo Cantone, il Giura, ha infatti svolto un ruolo di primo piano in questa vicenda. Ma prima di parlarne, dobbiamo tornare indietro di oltre due secoli e fare un po’ di chiarezza su questo enorme masso.
Nel 1805 e nel 1808 vengono organizzate per la prima volta le feste di UnspunnenCollegamento esterno, terreno nel comune bernese di Wilderswil, che rappresentano “un primo tentativo di restituire ai cosiddetti giochi di pastori un valore sovraregionale nell’ambito del movimento di rinnovamento patriottico sviluppatosi durante il periodo della Repubblica Elvetica e della Mediazione”, ricorda il Dizionario storico della Svizzera.
Tra questi giochi non poteva mancare il lancio della pietra, da secoli usanza comune a molte popolazioni.
Questo genere di feste iniziò a trovare un forte riscontro tra la popolazione svizzera nella seconda metà del XIX secolo, su spinta anche delle autorità federali che vedevano in esse uno strumento per rafforzare l’identità nazionale di uno Stato ancora giovane (la Svizzera moderna nasce nel 1848).
In occasione della Festa federale di lotta del 1905, viene scolpito un duplicato della pietra usata a Unspunnen nel 1808. Fino alle feste del 1981, i marcantoni svizzeri lanciano lo stesso identico masso di 83,5 chili. Il record ufficiale –apriamo una breve parentesi proiettandoci un po’ più in là nel tempo – appartiene a Markus Maire, che nel 2004 scaglia il sasso a 4,11 metri.
Il lancio della pietra per principanti:
Un’azione decisa durante una serata innaffiata da un po’ troppo alcol
È in questi anni che entra in scena il Giura, o meglio il movimento separatista giurassiano. Anche se l’ex regione del Canton Berna ha ottenuto l’indipendenza già da qualche tempo, diventando un Cantone a pieno titolo nel 1979, vi sono diverse questioni irrisolte. In particolare, quelle legate ai tre distretti del Giura bernese che hanno scelto di rimanere nell’orbita di Berna. Per il gruppo Bélier (letteralmente ariete, il nome della principale organizzazione separatista giurassiana) è inaccettabile.
Da qui l’idea di un rapimento. Un rapimento simbolico, però. Contrariamente a quanto avveniva nella stessa epoca in altre regioni europee, nel Giura la lotta per l’indipendenza è stata prima di tutto contraddistinta dall’azione non violenta e a volte da un certo umorismo. Ci sono stati scontri e attentati, ad opera in particolare del Fronte di liberazione giurassiano. Ma il livello di violenza è stato piuttosto contenuto. Nulla in confronto a quanto accadeva nei Paesi Baschi o in Irlanda del Nord, dove a parlare erano le bombe.
Durante una serata annaffiata da un po’ troppo alcol, qualcuno ha l’idea di appropriarsi di questa pietra, simbolo di una Svizzera piuttosto conservatrice (e bernese, visto che la pietra veniva da questo Cantone), come ha recentemente rivelato in un documentarioCollegamento esterno un ex militante del gruppo Bélier.
Il 3 giugno 1984 i separatisti giurassiani passano all’azione e rubano il masso custodito museo turistico di Unterseen, nelle vicinanze di Interlaken. In cambio della sua restituzione, esigono che i tre distretti del Giura bernese passino al Canton Giura.
Inutile precisare che le rivendicazioni cadranno nel vuoto. Altrettanto vane saranno le ricerche.
Un documentario della RSI dedicato alla storia della pietra di Unspunnen:
Una pietra ormai inutilizzabile
Bisogna aspettare il 2001 per veder ricomparire l’ormai mitico pietrone. Durante il Marché-Concours di Saignelégier, tradizionale festa equina giurassiana, la molto glamour Shawne Fielding, moglie dell’ambasciatore svizzero Thomas Borer e invitata d’onore in qualità di ambasciatrice dell’esposizione nazionale che si terrà l’anno seguente, si vede recapitare un’enorme e pesante caramella. Diciassette anni dopo il furto, la pietra di Unspunnen riappare ed è immediatamente presa in consegna dalla polizia.
Sfregio supremo, però, perlomeno per i cultori di questa pietra, sul masso sono state incise le stelle della bandiera europea, la data del rifiuto popolare allo Spazio economico europeo – il 6 dicembre 1992 – e l’emblema del gruppo Bélier.
Oltre a questi simboli che probabilmente non avrebbero fatto l’unanimità durante una Festa federale di lotta, la pietra è stata danneggiata ed è più leggera rispetto al passato. Non può quindi più essere utilizzata per le gare di lancio e il comitato organizzatore decide di continuare le competizioni con la copia impiegata dopo il furto.
Nuovo furto nel 2005
La scelta di restituire il masso non fa però l’unanimità tra i militanti del movimento separatista giurassiano. Appena quattro anni dopo, alcuni di loro si intrufolano nella hall dell’albergo Victoria Jungfrau di Interlaken, dove la pietra è esposta, protetta da una vetrina sigillata con lucchetto e catena. In men che non si dica, la trafugano una seconda volta.
Da allora, non se ne sa più nulla.
Un contesto politico completamente diverso
Nel frattempo, però, il contesto politico è cambiato e la cosiddetta questione giurassiana è stata più o meno risolta. Nel 2013 l’elettorato dei tre distretti del Giura bernese decide con oltre il 70% dei voti di rimanere nel Canton Berna. L’unico punto ancora in sospeso rimane l’avvenire di Moutier, il polo economico della regione che, contrariamente agli altri comuni, vota sì al passaggio nel Canton Giura. Anche questo problema viene però risolto negli anni successivi. Dopo due controverse votazioni, Moutier decide di lasciare il Canton Berna. Un passaggio che diventerà effettivo il primo gennaio 2026.
Il primo gennaio scorso, il Giura è anche entrato per la prima volta in Consiglio federale, con appunto la socialista Elisabeth Baume-Schneider.
Le rivendicazioni separatiste non sono ormai più d’attualità. “A livello istituzionale la questione del Giura è da considerarsi definitivamente conclusa”, ha sottolineato Elisabeth Baume-Schneider nell’intervista alla NZZ am Sonntag. Una posizione che era già stata espressa chiaramente in maggio dai Governi giurassiano e bernese, a margine del Concordato per l’adesione di Moutier al Canton Giura.
“Un simbolo è potente solo se non viene dimenticato”
“È ora che le persone coinvolte pensino a come e quando restituire la pietra di Unspunnen”, ha dichiarato la consigliera federale. “La pietra è certamente un simbolo della lotta dei separatisti del Giura, ma un simbolo è potente e significativo solo se non viene dimenticato”, ha aggiunto.
Il masso potrebbe riapparire in occasione delle Feste di lotta in programma a fine agosto a Interlaken? Alcuni lo sperano, ma non tutti nel gruppo Bélier sembrano essere dello stesso parere. Interpellato qualche mese fa dalla NZZ am Sonntag, il responsabile del gruppo, Jonathan Gosteli, aveva dichiarato che, pur non sapendo dove si trovasse, la pietra sarà riconsegnata solo quando il Canton Giura sarà riunificato.
Ma perché tutto questo polverone attorno a quello che rimane pur sempre solo un masso di granito? “Questa pietra è un pezzo di storia svizzera – ha spiegato al Journal du Jura Peter Michel, ex lanciatore e presidente della società di ginnastica di Interlaken, proprietaria legale dell’Unspunnenstein. Merita un posto degno di questo nome”.
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