Sette le persone morte, otto quelle ferite (di cui due gravemente) e 13 quelle disperse dopo che un seracco si è staccato a causa delle alte temperature.
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tvasvizzera.it/mrj
Si aggrava il bilancio della tragedia sulla Marmolada: il conteggio dei morti è salito a sette, quello dei feriti è di otto (di cui due gravi) e i dispersi sono 13.
Domenica numerosi alpinisti stavano salendo in vetta alla Marmolada quando sono stati travolti da un seracco staccatosi a causa delle alte temperature che hanno fatto sciogliere i ghiacci. Il bilancio di sette morti e otto feriti (di cui due gravi) rischia di aggravarsi nelle prossime ore, visto che ci sono anche 14 dispersi.
Le ricerche, inoltre, si fanno difficoltose a causa del maltempo: i soccorritori non possono raggiungere il ghiacciaio e nemmeno i droni vi si possono avvicinare a causa della forte pioggia. Condizioni meteo che hanno costretto il presidente del consiglio Mario Draghi a recarsi in auto a Canazei, da dove vengono coordinate le operazioni, invece che in elicottero. Il lavoro dei soccorritori è complicato anche dall’instabilità del ghiacciaio, dove non sono esclusi nuovi crolli.
Secondo le prime ricostruzioni della dinamica dell’incidente, a fare da “scivolo” all’enorme mole di materiale è stato un accumulo di acqua di fusione nella conca sotto la vetta. Quando il pezzo di ghiaccio si è staccato verticalmente non aveva quindi nessun appoggio. Gli alpinisti che domenica si trovavano sulla via per salire in vetta a questa catena montuosa delle Dolomiti raccontano di un rumore mai sentito e di una folata di vento molto potente. Stando a un’escursionista, al momento dell’accaduto ci sarebbe stato un centinaio di persone sulla via per salire.
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