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Cyberattacchi, l’Esecutivo adotta nuove misure

pagina del sito di xplain
Xplain non ha rispettato tutte le regole del contratto con il Governo svizzero. KEYSTONE/© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON

Il cyberattacco contro la ditta Xplain, che ha portato sul darkweb dati sensibili della Polizia federale (fedpol) e dell'Ufficio delle dogane, ha portato il Governo elvetico a rivedere, inasprendole, le regole in vigore.

Le inchieste sul cyberattacco subito dall’impresa Xplain hanno messo in luce errori da parte degli uffici federali di polizia e delle dogane, come anche dalla stessa società informatica. Per tale motivo, il Consiglio federale ha adottato mercoledì diverse contromisure.

Stando a una nota dell’Incaricato federale della protezione dei dati e ella trasparenza (IFPDT), dati personali dell’Ufficio federale di polizia (fedpol) e dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) sono confluiti alla ditta Xplain senza le necessarie misure di protezione delle informazioni. Quest’ultima, inoltre, li ha conservati contravvenendo alle norme di protezione dei dati e in parte anche ai contratti stipulati.

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Dopo l’attacco subito da Xplain nel maggio 2023, sono stati pubblicati sul darknet numerosi dati personali dell’Amministrazione federale che erano memorizzati su un server della società.

Da qui l’apertura di tre inchieste da cui è emerso che né fedpol né l’UDSC avevano concordato in modo chiaro se fosse consentito, ed eventualmente a quali condizioni, memorizzare dati personali sul server di Xplain nel quadro delle attività di supporto fornite da quest’ultima. “Mister dati” ha anche constatato che la quantità di dati personali trasmessi nell’ambito di questo processo era sproporzionata.

Carenze da parte di Xplain

Da parte sua, Xplain, che non aveva alcuna possibilità di accedere alle banche dati di fedpol e dell’UDSC, avrebbe dovuto sapere che le funzioni di supporto, da essa stessa programmate, avrebbero potuto contenere anche dati personali e che questi ultimi sarebbero stati trattati sul suo server. Per tali trattamenti, è emerso, la società non ha adottato misure adeguate a garantire la sicurezza dei dati e la protezione delle informazioni secondo la buona prassi (Best Practice).

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Xplain ha quindi violato due principi in materia di protezione dei dati: quello della destinazione vincolata e quello della proporzionalità. Inoltre, nonostante i contratti comprendessero sporadicamente degli obblighi di cancellazione, la ditta ha conservato tali informazioni in violazione dei contratti.

Contromisure del Governo

Parallelamente al lavoro di “Mister dati”, e sulla base di un’inchiesta amministrativa interna, il Consiglio federale ha adottato mercoledì provvedimenti per impedire future fughe di informazioni presso i fornitori di applicazioni informatiche da realizzare entro la fine dell’anno.

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In particolare, la gestione della sicurezza dovrà essere rafforzata, introducendo fra l’altro regole supplementari per la collaborazione con i fornitori. Occorre corroborare la capacità di controllo e di eseguire verifiche. Dovrà inoltre essere elaborato un piano di formazione specifico alle funzioni per formare e sensibilizzare i collaboratori e le collaboratrici sulle prescrizioni di sicurezza vigenti. Infine, verrà realizzata una panoramica sui mezzi di comunicazione a disposizione delle autorità federali.

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Per migliorare ulteriormente la sicurezza dei dati della Confederazione, l’Esecutivo ha incaricato il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) di esaminare la protezione di base delle tecnologie d’informazione e comunicazione (TIC) della Confederazione entro la fine del 2024 e di proporre eventuali adeguamenti. Entro lo stesso termine l’Ufficio federale della cybersicurezza (UFCS) dovrà indicare come si svolge concretamente il coordinamento tra Confederazione, Cantoni e fornitori nella gestione dei cyberattacchi e quali sono i criteri utilizzati per valutarne la portata.

Tali misure si aggiungono, ricorda la nota, alla legge sulla sicurezza delle informazioni entrata in vigore all’inizio dell’anno, volta a migliorare la sicurezza in maniera sistematica e duratura. In particolare, alle unità amministrative viene inoltre richiesto di istituire e mettere in esercizio al più tardi entro fine 2026 un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni che consente alla direzione di eseguire tutti i processi di sicurezza, come l’inventario delle informazioni e dei mezzi informatici, le valutazioni dei rischi, la sicurezza nella collaborazione con terzi, la formazione, la gestione degli incidenti o la pianificazione di verifiche.

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