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Prime decisioni parlamentari sulle energie rinnovabili

parete di diga
Nuove centrali idroelettriche? Sì, ma... Keystone / Jean-christophe Bott

Il Consiglio degli Stati elvetico ha preso giovedì le prime decisioni riguardanti la nuova Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili: limitazione dei deflussi minimi e obbligo di installazione di pannelli solari solo sui nuovi edifici più grandi.

Durante le discussioni, a tenere banco è stata in particolare la questione dei deflussi residuali, ovvero la quantità minima di acqua che deve rimanere nei fiumi. Il Nazionale aveva deciso una loro sospensione fino al 31 dicembre 2035 in caso di approvazione di concessioni per centrali idroelettriche e di ampliamento o rinnovo delle stesse. Gli Stati, che in prima lettura volevano mantenere le disposizioni attuali, hanno approvato con un solo voto di scarto una proposta di compromesso di Stefan Engler (Centro), che lascia un certo margine di manovra al Consiglio federale.

Nei prossimi 15-20 anni, dovranno essere rinnovate le concessioni delle grandi centrali idroelettriche. Se si applicheranno le nuove disposizioni sui deflussi minimi si avrà un calo della produzione di elettricità di 1,9 fino a 4 Terawattora all’anno, è stato sottolineato in aula. “Se confermiamo nostra decisione precedente, non sarà possibile raggiungere l’auspicato potenziamento delle energie rinnovabili”, ha affermato Engler.

Gli svizzeri prediligono l’energia rinnovabile, meglio se indigena

La sinistra si è mostrata scettica sulla sua proposta. “Prima di votarla si sarebbe dovuto farla esaminare dalla commissione”, ha sostenuto il socialista Roberto Zanetti. Per Lisa Mazzone (Verdi), con l’emendamento, i problemi all’agricoltura e all’approvvigionamento di acqua potabile causati dalla diminuzione dei deflussi residuali non saranno risolti.

Le regole per nuovi impianti

Gli Stati si sono poi espressi sulle condizioni quadro relative ai nuovi impianti idroelettrici, fotovoltaici ed eolici. I “senatori” e le “senatrici” hanno seguito il Nazionale decidendo che queste installazioni non possono, come finora, essere realizzate nei biotopi d’importanza nazionale e nelle riserve per uccelli acquatici e di passo.

Le due Camere hanno però introdotto un’eccezione a questa regola: tali impianti potranno essere realizzati in alcune zone golenali proglaciali e pianure alluvionali alpine. Con 25 voti a 16, hanno poi aggiunto un’ulteriore eccezione: nuovi impianti idroelettrici potranno essere costruiti anche quando il corso d’acqua situato a valle attraversa aree protette, se il torrente sottostà al regime del deflusso minimo.

Obblighi solari meno severi

Fra le altre decisioni prese finora, spicca la bocciatura dell’obbligo, deciso dal Nazionale, di installare pannelli solari per tutte le nuove costruzioni e i grandi progetti di ristrutturazione e di rinnovamento. Si tratta, secondo il relatore commissionale Beat Rieder (Centro), di un’ingerenza eccessiva nella proprietà privata e nella sovranità dei Cantoni.

Per gli Stati l’obbligo deve valere solo per i grandi nuovi immobili, ossia quelli che hanno una superficie al suolo superiore a 300 metri quadrati, così come prevedono le disposizioni urgenti – e quindi temporanee – in vigore dallo scorso anno. I Cantoni potranno però estendere tale obbligo agli edifici più piccoli.

Con 23 voti a 19, gli Stati hanno invece respinto l’obbligo proposto dal Nazionale di coprire con pannelli solari le superfici di parcheggio di veicoli a partire da una determinata dimensione.

In questo servizio del Telegiornale della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI un confronto fra chi rappresenta le aziende elettriche e chi si batte per la tutela paesaggistica:

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