Tra i rifugiati ucraini in Svizzera non c’è unanimità sul da farsi dopo la guerra: solo un terzo spera di tornare in Patria un giorno. Due su cinque è indecisa per quanto riguarda al proprio futuro.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Circa un terzo degli ucraini rifugiati in Svizzera a causa della guerra sperano di tornare un giorno in patria, mentre un altro terzo è di opinione opposta. A rivelarlo è un sondaggio della Segretaria di Stato della migrazione (SEM), dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) e dell’istituto Ipsos. La quota maggiore di ucraini, il 40% circa, è invece indecisa riguardo al proprio futuro.
I principali ostacoli per un ipotetico ritorno sono i problemi di sicurezza e l’occupazione russa, oltre all’impossibilità di accedere alle cure sanitarie o a un lavoro. Il 21% degli ucraini fuggiti aveva un impiego in Svizzera al momento dell’inchiesta: tuttavia, per la metà di loro, l’attuale attività è di un livello inferiore rispetto a quella che svolgevano a casa. Un terzo dei sondati è invece in disoccupazione e un quarto segue una formazione professionale.
Contenuto esterno
La più grande barriera all’integrazione nel mercato del lavoro è rappresentata dalla lingua. Altre difficoltà sono la mancanza di opportunità all’altezza delle proprie qualifiche, una formazione insufficiente e uno scarso riconoscimento dei diplomi acquisiti in Ucraina. In totale, il 69% dei rifugiati nella Confederazione possiede un titolo di studio universitario.
Per realizzare il sondaggio sono state coinvolte tramite un questionario online 1’125 persone fra il 30 marzo e il primo maggio 2023. Secondo le cifre più aggiornate della SEM, attualmente si trovano in Svizzera 66’100 ucraini che beneficiano dello statuto di protezione S. Oltre 20’000 hanno per contro lasciato il Paese.
UBS, Credit Suisse, Julius Bär e LGT multate a Singapore
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'autorità di vigilanza dei mercati di Singapore ha multato nove banche per violazione delle norme antiriciclaggio. Tra gli istituti sanzionati figurano UBS, Credit Suisse, Julius Bär e LGT del Liechtenstein.
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'esercito svizzero dovrebbe disporre di un miliardo di franchi in più per le munizioni destinate ai sistemi di difesa terra-aria (DTA).
Questo contenuto è stato pubblicato al
Una esplosione ha scosso questa mattina il quartiere Prenestino di Roma ma l'impatto è stato talmente violento che il boato si è sentito in molte zone della capitale italiana.
L’Italia smantella un traffico di metalli preziosi verso la Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Gli investigatori italiani hanno annunciato venerdì di aver smantellato un traffico di 600 chili di oro e argento verso la Svizzera. Diciassette persone sono state rinviate a giudizio in un caso che ha fruttato oltre 26 milioni di euro ai suoi autori.
I ghiacciai svizzeri hanno perso la massa accumulata durante l’inverno
Questo contenuto è stato pubblicato al
Secondo le prime stime, la neve e il ghiaccio accumulati dai ghiacciai svizzeri durante l'inverno si sono ormai sciolti. Da venerdì hanno continuato a perdere massa.
Basta ai centri speciali per richiedenti l’asilo renitenti
Questo contenuto è stato pubblicato al
Secondo il segretario di Stato della migrazione, Vincenzo Mascioli, in futuro non dovrebbero più esserci centri speciali per richiedenti asilo renitenti. Tuttavia, a suo avviso, il fatto di separare gli elementi problematici dagli altri asilanti rimane una buona cosa.
La densità edilizia non rende necessariamente le città più calde
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'edilizia ad alta densità non comporta necessariamente un aumento del calore nelle città. L'importante è come vengono organizzati gli spazi, afferma un ricercatore del Politecnico federale di Zurigo (ETH).
Questo contenuto è stato pubblicato al
La centrale nucleare di Beznau, nel canton Argovia, è stata completamente spenta a causa del caldo. Ieri sera è stato fermato anche il secondo reattore, ha comunicato oggi il gestore Axpo.
Un ritratto dell’immigrazione dal 1966 per guardare al futuro
Questo contenuto è stato pubblicato al
Uno studio mostra che il 60% dell persone immigrate con permesso B o C in Svizzera ha una formazione universitaria. Il profilo tipico è giovane, qualificato e resta solo pochi anni: la sfida è trattenerli.
A un anno dall’alluvione, “la Mesolcina si è rimboccata le maniche”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il vallo di protezione di Sorte nel Comune di Lostallo (canton Grigioni) proteggerà la frazione in modo completo, hanno detto oggi le autorità in una conferenza stampa a un anno dall'alluvione. I costi per il ripristino lievitano ancora e ammontano a quasi 84,2 milioni.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Difficoltà di integrazione, scuola e preoccupazioni per la casa abbandonata spingono numerosi profughe e profughi ucraini a tornare in patria.
Sono aumentate del 43% le richieste di asilo in Svizzera nella prima metà del 2023
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il numero di richiedenti asilo è aumentato, ma questo non è inaspettato, afferma la Segreteria di Stato per la Migrazione (SEM).
Italia e Germania di nuovo ai ferri corti sul tema migranti
Questo contenuto è stato pubblicato al
All'Italia non piace la scelta del Governo tedesco di finanziare le navi gestite da organizzazioni non governative attive nel Mediterraneo.
Chiesti altri crediti per nuovi container dove ospitare i rifugiati
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Consiglio federale ha chiesto un credito supplementare per la costruzione di nuovi alloggi temporanei per i rifugiati.
La nuova ambasciatrice Ucraina: “Berna autorizzi l’invio di armi”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Appello della nuova ambasciatrice ucraina a Berna ai e alle parlamentari elvetiche, che la prossima settimana discuteranno la questione delle armi.
Un nuovo fondo di aiuti di emergenza dalla Svizzera all’Ucraina
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Governo ha chiesto al Parlamento di approvare un nuovo pacchetto di 140 milioni. Intanto, Caritas Svizzera spinge perché venga fatto di più qui.
Lo statuto speciale per i rifugiati ucraini valido almeno fino al 2024
Questo contenuto è stato pubblicato al
Se la situaione dovessere restare quello di oggi, lo statuto di protezione S per i profughi provenienti dall'Ucraina non sarà revocato prima del 4 marzo 2024.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il bilancio dell'introduzione sei mesi fa dello status di protezione S per rifugiate e rifugiati ucraini è positivo.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.