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Un nuovo fondo di aiuti di emergenza dalla Svizzera all’Ucraina

Il ministro degli Affari esteri Ignazio Cassis e l attuale presidente della Confederazione Alain Berset.
Il ministro degli Affari esteri Ignazio Cassis e l'attuale presidente della Confederazione Alain Berset. © Keystone / Peter Schneider

Il Governo ha chiesto al Parlamento di approvare un nuovo pacchetto di 140 milioni di franchi. Intanto, Caritas Svizzera spinge perché venga fatto di più qui.

Il Consiglio federale ha chiesto oggi al Parlamento di sbloccare un nuovo pacchetto di aiuti d’emergenzaCollegamento esterno di 140 milioni di franchi a favore dell’Ucraina e della Moldova. La domanda è stata formulata a quasi un anno dall’inizio della guerra.

Il 24 febbraio 2022 la Russia ha lanciato un attacco militare contro l’Ucraina. “Si è trattato di una violazione chiara e grave del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, ha detto, in conferenza stampa, il presidente della Confederazione Alain Berset condannando l’aggressione.

Il servizio del TG:

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L’appello per il cessate il fuoco

Il Governo ha anche lanciato un appello “per la cessazione del conflitto e il ritiro delle truppe russe da tutto il territorio ucraino”. La Confederazione, si legge in un comunicato, esorta inoltre le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario e sostiene le indagini sui crimini intraprese dalla Corte penale internazionale.

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In risposta all’invasione, ha ricordato il presidente della Confederazione, il Consiglio federale ha deciso di adottare le sanzioni imposte dall’UE alla Russia. Berna ha inoltre fornito aiuto umanitario alle persone colpite dal conflitto in Ucraina e negli Stati limitrofi. Oltre 75’000 cittadini ucraini hanno ottenuto lo statuto di protezione S in Svizzera, ha evidenziato Berset.

La Svizzera dimostra il suo impegno solidale al fianco dell’Ucraina al fine di alleviare le sofferenze della popolazione civile. Ad oggi sono state consegnate oltre 1’000 tonnellate di beni di prima necessità, e 4’765 tonnellate di generi alimentari sono state acquistate in Ucraina e distribuite alla popolazione, ha spiegato da parte sua il ministro degli esteri Ignazio Cassis.

L’intervista a Ignazio Cassis:

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Già stanziati 1,3 miliardi

Dal 24 febbraio 2022 la Svizzera ha stanziato circa 1,3 miliardi di franchi per misure di aiuto a favore dell’Ucraina, di cui oltre 270 milioni di franchi per sostenere il Paese nel quadro della cooperazione internazionale e di altri provvedimenti, nonché 1,035 miliardi per l’accoglienza di ucraini in cerca di protezione.

Il commento della corrispondente da Berna Simona Cereghetti:

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Il Consiglio federale si è detto convinto che “anche in futuro sarà necessario fornire un sostegno adeguato per migliorare la situazione di precarietà della popolazione ucraina e assicurare il funzionamento dello Stato”. Questo è il motivo che l’ha spinto a immaginare un aiuto di ulteriori 140 milioni. Di questi, ha illustrato Cassis, 48 milioni di franchi provengono da crediti già in essere, mentre 92 milioni sono fondi aggiuntivi e dovranno pertanto essere approvati dal Parlamento.

  • 1,3 miliardi di franchi è la cifra stanziata dalla Svizzera in un anno
  • 270 milioni di questi sono stati destinati per sostenere l’Ucraina attraverso la cooperazione internazionale
  • 1 miliardo è invece andato per l’accoglienza dei profughi
  • 75’000 e oltre sono i rifugiati che hanno ottenuto lo statuto di protezione S nel nostro Paese
  • 1’000 tonnellate di beni di prima necessità sono partiti alla volta della Nazione in guerra 
  • 4’700 tonnellate di cibo hanno avuto lo stesso destino

A causa della guerra, attualmente in Ucraina circa il 40% della popolazione – 18 milioni di persone – dipende dagli aiuti umanitari, ha sottolineato Cassis. Gli aiuti elvetici includono per esempio rifugi per scuole, riparazioni a ospedali e all’infrastruttura energetica, piccoli crediti a PMI del settore agricolo, operazioni di sminamento e sostegno psicosociale per la popolazione, ha aggiunto il ministro degli esteri.

Caritas: c’è margine di miglioramento

Sulla situazione in Ucraina, proprio oggi, si è espressa anche Caritas SvizzeraCollegamento esterno, sostenendo che l’introduzione dello statuto S e l’offerta di rifugio a 75’000 ucraini rappresentino un bilancio globalmente positivo da parte della Confederazione, ma intravede margini di miglioramento.

La situazione dei rifugiati:

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Delle migliaia di persone fuggite dall’Ucraina e arrivate in Svizzera, più della metà sono state ospitate in case private, ha ricordato l’organizzazione. La sistemazione in famiglia è un vantaggio che ha evitato l’implosione del sistema di asilo. Questo modello ha un potenziale e dovrebbe essere applicato anche ad altri gruppi di rifugiati, ha dichiarato l’organizzazione.

Caritas accoglie con favore anche la libertà di movimento e l’accesso facilitato al mercato del lavoro per le persone con lo statuto S. “Il fatto che il 15% dei rifugiati ucraini in età lavorativa abbia trovato un lavoro subito dopo l’arrivo in Svizzera è un vantaggio per tutti”, afferma un comunicato. L’integrazione linguistica rimane comunque una sfida. C’è quindi bisogno di un sostegno linguistico e per la ricerca di un lavoro.

Permesso B dopo due anni

Lo statuto S ha contribuito a garantire che il gran numero di ucraini arrivati nel Paese sia stato accolto bene in un breve lasso di tempo. “Ma ha anche evidenziato la necessità di agire”, osserva l’ONG, elencando una serie di richieste. Poiché lo statuto S orientato al rimpatrio rende più difficile l’integrazione, Caritas chiede che alle persone interessate venga concesso un regolare permesso di soggiorno B dopo due anni.

A suo avviso, l’assistenza sociale nel settore dell’asilo, insufficiente e non basata sul minimo vitale, dovrebbe essere abolita a favore dell’assistenza sociale secondo le tariffe ordinarie. Infine, l’associazione denuncia la disparità di trattamento dei rifugiati. Chiede infine che le regole relative allo statuto S siano applicate a tutte le persone in cerca di protezione, con l’introduzione di un nuovo statuto di protezione umanitaria.

Progetti a lungo termine

Caritas Svizzera ha già impegnato circa 20 milioni di franchi per 60 progetti in Svizzera e all’estero – Polonia, Moldavia, Romania, Slovacchia – per aiutare gli ucraini. In collaborazione con la Catena della Solidarietà, l’organizzazione ha finora stanziato circa due milioni di franchi per aiuti d’emergenza e transitori in Svizzera.

In Ucraina, la Catena della Solidarietà ha distribuito pasti caldi e pacchi alimentari a 3,7 milioni di persone e ha dato rifugio a 430.000 vittime in un centro nel paese martoriato dal conflitto. Sono state consegnate non meno di 10.600 tonnellate di beni di prima necessità.

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