L’inflazione in Svizzera rallenta nuovamente ed è scesa sotto il 2%. Il dato più basso dell’ultimo anno e mezzo.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Stando ai dati pubblicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST), nel sesto mese del 2023 l’indice dei prezzi al consumo si è fermato a 106,3 punti. Il rincaro annuo è ai minimi da gennaio 2022 (allora era all’1,6%) e si trova nella fascia delle aspettative.
Secondo gli esperti dell’UST, la crescita dei prezzi mensile è riconducibile a vari fattori, tra cui l’aumento del costo degli ortaggi. Sono salite anche le tariffe del settore alberghiero, così come quelle del noleggio di veicoli. Si è invece dovuto pagare di meno per i trasporti aerei, benzina, diesel e frutta. Va peraltro notato il rincaro tuttora elevato per i prodotti alimentari, che mettono a referto un +0,9 mensile e +5,1% annuo.
Negativa ancora sino al marzo 2021, l’inflazione è salita sensibilmente in Svizzera, arrivando a toccare un picco del 3,5% nell’agosto 2022, per poi tornare a calare lievemente e chiudere l’anno scorso con un dato (medio) del 2,8%, il massimo da 30 anni. Visto che non è stata compensata da una crescita degli stipendi nominali, ha comportato nel 2022 per i salariati la perdita di potere d’acquisto più forte dai tempi della Seconda guerra mondiale.
Come noto l’indicatore rimane nettamente inferiore a quello osservato in altri paesi, alcuni dei quali hanno osservato addirittura un aumento: è il caso della Germania, principale partner commerciale elvetico, che ha visto l’inflazione attestarsi al 6,4% in giugno (dal 6,1% di maggio). L’intera Eurozona è al +5,5%, con comunque l’interessante caso della Spagna, che segna solo +1,9%. Per avere il dato degli Stati Uniti bisognerà attendere qualche giorno: in maggio era al 4,0%.
Il rincaro stabilito dall’UST ha una grande importanza in vari ambiti: dalle negoziazioni salariali agli affitti, passando per la fissazione degli alimenti nell’ambito dei divorzi.
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