Aumento dei salari da record ma non basta contro l’inflazione
Bilancio in chiaroscuro di Travail.Suisse sulle trattative salariali per il prossimo anno.
Keystone/anthony Anex
Aumenti salariali nel 2023, i più alti da vent’anni a questa parte, ma non compenseranno il rialzo del costo della vita.
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tvsvizzera.it/fra
La confederazione sindacale Travail.Suisse – la seconda maggiore organizzazione sindacale svizzera – ha tracciato un bilancio in chiaroscuro dei negoziati salariali condotti quest’autunno per il 2023. Una cosa è certamente positiva: i dipendenti elvetici hanno ottenuto gli aumenti più elevati da 20 anni a questa parte. Questi aumenti (attorno al 2,5%), però, non riusciranno a compensare il carovita salito a livelli record a causa dell’inflazione (stimata al 3%).
Travail.Suisse si rallegra comunque del fatto che il 97% dei negoziati si siano conclusi con aumenti generali dei salari. Positivi soprattutto gli accordi raggiunti nell’orologeria, nella costruzione delle tratte ferroviarie, nella falegnameria così come nel settore alberghiero. Un aumento in questo ultimo caso che non risolve il problema della “grave penuria di personale” della ristorazione.
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Delusione dei sindacati invece nel commercio al dettaglio. Visti gli utili record dei supermercati e considerate le difficili condizioni di lavoro durante la pandemia il sindacato di categoria si aspettava aumenti tra il 3% e il 5%. Un altro settore fortemente toccato dalla pandemia e che registra pure un esodo di manodopera, quello sanitario, è pure deluso. Anche in questo caso, i risultati sono ben inferiori al 5% richiesto e il sindacato non ha esitato a parlare di un “affronto” fatto al personale.
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