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Peggiora (di poco) la competitività elvetica

sci con bandiera svizzera
La Confederazione perde una posizione, ma rimane sul podio. © Keystone / Christian Beutler

La Svizzera continua a perdere posizioni nella classifica stilata annualmente dall'International Institute for Management Development (IMD) di Losanna dopo essere stata al primo posto nel 2021 e al secondo nel 2022. 

La Confederazione ha perso un altro posto nel 2023 e si ritrova in terza posizione tra i Paesi più competitivi al mondo, superata dalla Danimarca e dall’Irlanda, che sale dall’undicesimo al secondo posto. 

Singapore è al quarto posto, quinti i Paesi Bassi. Le prime dieci posizioni vengono completate da Taiwan, Hong Kong, Svezia, Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti. Per quanto riguarda gli Stati confinanti con la Svizzera, la Germania è 22esima, l’Austria è 24esima, la Francia 33esima e l’Italia 41esima. La classifica delle nazioni prese in considerazione è chiusa da Argentina (63) e Venezuela (64). 

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“La capacità di un Paese di produrre ricchezza per la sua popolazione è un fattore chiave della competitività. Non è ancora il caso della Cina e neppure pienamente degli Stati Uniti, per il momento”, ha spiegato il responsabile dello studio (World Competitiveness Yearbook – WCY), Arturo Bris, professore all’IMD. Cina che, però, grazie alla sua inflazione bassa (1,88%) e al commercio internazionale, occupa l’ottavo posto per quanto riguarda le performance economiche, e il 21esimo nella classifica generale. 

La graduatoria, giunta quest’anno alla 35esima edizione, è frutto della combinazione di centinaia di indicatoriCollegamento esterno, raccolti sotto i quattro criteri chiave: performance economiche, efficienza del Governo, efficienza delle imprese e infrastrutture. Parliamo quindi di mercato del lavoro, di prodotto interno lordo (PIL), di inflazione, di spesa statale per sanità e formazione, ma anche di valutazioni sulla coesione sociale, la corruzione e la globalizzazione.  

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Una metodologia che è stata perfezionata con il tempo, scrive l’IMD sul suo sito, “per tenere conto dell’evoluzione dell’ambiente globale e delle nuove ricerche. Queste modifiche vengono apportate gradualmente, in modo da preservare la comparabilità dei risultati da un anno all’altro e da evidenziare l’evoluzione della performance di un’economia rispetto alla competitività di altre”. 

Se la perdita di una sola posizione non è di per sé molto grave, IMD indica (come per ciascuno dei Paesi presenti nella classifica) le “sfide per il 2023”. Cita, inoltre, i cinque punti su cui concentrarsi secondo la Segreteria di Stato dell’economia elvetica (SECO): 

  • garantire una crescita economica sostenuta sullo sfondo del conflitto in Ucraina e dell’aumento dell’inflazione; 
  • mantenere gli sforzi per ridurre l’inflazione preservando la stabilità dei mercati finanziari; 
  • impedire il protezionismo e mantenere i mercati aperti; 
  • rafforzare la concorrenza nei mercati domestici e ridurre gli oneri amministrativi per aumentare la produttività; 
  • incrementare la sostenibilità dei sistemi previdenziali e pensionistici. 

È grazie alle “eccellenti condizioni quadro” di cui gode, che la Confederazione è in grado di mantenere il podio. Così scriveva economiesuisse sul suo sito a gennaio 2023, quando la Svizzera occupava il secondo posto di questa classifica. Oltre ai criteri di cui sopra, l’associazione mantello dell’industria e del commercio nomina anche l’attivismo del Paese “rispetto ai 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONUCollegamento esterno“.  Tra questi, l’attuazione di modelli di consumo e produzione sostenibili, la promozione di un’industrializzazione inclusiva e sostenibile o ancora la promozione di “una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti”.  

La Confederazione, inoltre, conquista dei primi posti se si considerano i quattro criteri generali (composti a loro volta da decine di sottocriteri) usati per la WCY: il primo posto è svizzero sia per quanto riguarda l’efficienza del Governo che per le infrastrutture (la Danimarca – numero uno della classifica generale – è, rispettivamente, quinta e seconda in questi campi). 

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