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Credit Suisse, “una vergogna per la Svizzera”

La Paradeplatz di Zurigo su cui si affacciano UBS e Credit Suisse.
La Paradeplatz di Zurigo su cui si affacciano le sedi principali UBS e Credit Suisse. © Keystone / Michael Buholzer

La stampa elvetica non ha apprezzato l'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. I titoli vanno da "L'acquisizione della vergogna" allo "scandalo storico" fino a "giornata disastrosa". Intanto il titolo di Credit Suisse all'apertura della borsa era in caduta libera: - 62%.

Il giorno dopo la notizia dell’acquisizione da parte di UBS, prima dell’apertura della Borsa, il titolo di Credit Suisse risulta in caduta libera, con un pesante -62%. Il corso sarebbe ancora inferiore all’equivalente di 76 centesimi proposto dal numero uno bancario elvetico UBS per l’acquisizione dello storico rivale, per un prezzo totale di 3 miliardi di franchi.

Le reazione dei giornali

Fra i quotidiani ticinesi, il Corriere del Ticino nel suo editoriale descrive Credit Suisse come un “rottame radioattivo” che avrebbe potuto causare danni ancora peggiori se lasciato alle intemperie del mercato.

La Regione, dal canto suo, parla di “domenica bestiale”. Il quotidiano evidenzia come la stessa banca che finanziò opere ciclopiche, tra le quali la galleria del San Gottardo, un secolo e mezzo dopo si è rovinata trafficando con gestori di hedge found. 

“È uno spreco sociale, economico e una vergogna politica per dei dirigenti troppo lenti ad agire”, scrive nel suo editoriale il capo della rubrica economica di Tribune de Genève e 24 Heures, Pierre Veya. Le autorità ci hanno messo troppo, a suo dire, a capire che “gli squali del mondo anglosassone” avrebbero imposto soluzioni radicali.

Troppi errori, mezze verità e goffaggine hanno avuto la meglio su un istituto leggendario, che ha perso la sola qualità non negoziabile per una banca: la fiducia, ha proseguito. Risultato: la Svizzera si ritrova oggi più piccola e torna a una sorta di normalità bancaria. “Non è la fine della storia, relativizziamo, ma uno schiaffo al suo orgoglio”.

Secondo Le Temps le autorità non hanno dato seguito alle domande di estrazione della parte svizzera dell’attività, chiesta anche dagli azionisti. “L’attendismo” del quale hanno dato prova le autorità ha infine affossato Credit Suisse che “decisamente” non avrebbe dovuto cadere, deplora il quotidiano.

UBS e mercati soli vincitori

“La Svizzera ha dormito ben troppo a lungo mentre Credit Suisse scivolava occhi aperti verso la rovina”, rincara la dose il Blick. Il quotidiano si sorprende che le autorità, ma anche le altre banche, non abbiano reagito prima, forzando i protagonisti di questa débâcle a inventarsi una soluzione d’emergenza.

Per le testate di lingua tedesca del gruppo Tamedia si tratta semplicemente di uno “scandalo storico”. Confederazione, Finma e BNS si sono fatti schiacciare i piedi da UBS. Quest’ultima raccoglie tutti i benefici mentre clienti e collaboratori pagano il prezzo, si legge. Le misure prese dalla Confederazione gravano poi con un rischio di 9 miliardi sulle spalle dei contribuenti.

Bisogna attendersi “effetti collaterali”, conferma la Neue Zürcher Zeitung, che descrive un giorno nero per la piazza finanziaria elvetica e i suoi numerosi impiegati. “La Svizzera si è certamente sbarazzata di una banca zombie – prosegue il giornale – ma si risveglia oggi con una banca mostro”. Mostro perché il bilancio totale di UBS è ormai quasi due volte più importante delle prestazioni economiche raggiunte in Svizzera.

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