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Philippe Lazzarini: “Le accuse di Israele all’UNRWA sono oltraggiose”

Scene quotidiane a Rafah.
Scene quotidiane a Rafah. KEYSTONE

Intervista al diplomatico svizzero e commissario generale dell'agenzia ONU per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi.

Inviso a Israele, che gli ha negato il visto per entrare a Gaza, il diplomatico svizzero Philippe Lazzarini, dal 2020 commissario generale dell’UNRWA, l’agenzia dell’ONU indispensabile per milioni di palestinesi, ha accolto l’inviato della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI), Emiliano Bos, nel quartier generale di Gerusalemme Est.

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Una volta lì, il discorso vira presto sulla Striscia di Gaza, dove l’UNRWA ha interrotto le operazioni a Rafah. E non è stata solo l’UNRWA a sospendere i lavori nella città, ma lo ha fatto l’insieme delle organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite.

Il motivo è semplice: gli approvvigionamenti mancano ormai dallo scorso 6 maggio, data che coincide con l’inizio dell’offensiva militare israeliana a Rafah.

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RSI: A gennaio Israele ha accusato 12 di questi collaboratori di essere terroristi di Hamas che hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre. Voi avete lanciato un’indagine interna. A che punto siete?

Philippe Lazzarini: Abbiamo licenziato questi dipendenti, abbiamo chiesto un’inchiesta per valutare il comportamento di questi collaboratori, e abbiamo rivisto tutti i meccanismi di gestione e rischio dell’organizzazione. Tra i 12 indiziati, 1 persona è stata – diciamo – scagionata, per altre 4 l’inchiesta è stata sospesa perché non ci sono più informazioni su di loro, per i 7 rimanenti l’inchiesta prosegue.

In risposta a queste accuse molti donatori – tra cui la Svizzera – avevano sospeso gli aiuti all’UNRWA. Hanno ricominciato a sostenervi sul piano economico?

Oggi tutti questi paesi hanno ripreso il loro sostegno, tranne gli Stati Uniti – che hanno annunciato una sospensione fino a marzo 2025 – e il Regno Unito. Nel frattempo tutti i Paesi europei – che tradizionalmente ci sostenevano – hanno ripreso o aumentato i contributi all’agenzia.

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cassetta gialla con piedi di una persona accanto

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Due petizioni domandano di sbloccare gli aiuti finanziari destinati all’UNRWA

Questo contenuto è stato pubblicato al Amnesty International Svizzera ha depositato lunedì a Berna due petizioni sostenute da più di 45’000 persone che chiedono al Governo e al Parlamento di sbloccare gli aiuti finanziari destinati all’agenzia dell’ONU per il soccorso dei rifugiati palestinesi (UNRWA) e di impegnarsi per un cessate il fuoco immediato a Gaza.

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La Svizzera invece è in una posizione intermedia: il Consiglio federale ha raccomandato al Parlamento di approvare uno stanziamento di 10 milioni di dollari dei consueti 20 milioni all’anno.

UNRWA è un tema che divide in Svizzera. Il mio appello è stato e continua ad essere: continuate la vostra tradizione umanitaria.

Israele le ha negato l’accesso alla Striscia di Gaza e ha accusato l’UNRWA di essere – citiamo – “essenziale per l’apparato terroristico di Hamas”. Lei cosa risponde?

Sono dichiarazioni assolutamente oltraggiose. UNRWA e l’ONU sono già state attaccate nella Striscia di Gaza: più di 190 dipendenti di UNRWA sono stati uccisi, le nostre strutture sono state attaccate, danneggiate. Degli sfollati sono stati uccisi all’interno dei nostri spazi.

C’è stata una totale mancanza di rispetto verso l’ONU, l’azione umanitaria e, di fatto, verso il diritto internazionale umanitario.

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Gli aiuti sono destinati unicamente alla popolazione di gaza.

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La Svizzera verserà 10 milioni all’UNRWA

Questo contenuto è stato pubblicato al Il Governo elvetico ha deciso di sbloccare un aiuto finanziaro per l’agenzia dell’ONU, che però dovrà destinare il denaro unicamente a coprire i bisogni più urgenti della popolazione di Gaza.

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Partecipanti al Pride di Zurigo.

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In ventimila al Pride di Zurigo

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Questo contenuto è stato pubblicato al Per risparmiare il Consiglio federale propone che solo il 90% delle lettere e dei pacchi venga consegnato per tempo dalla Posta. Inoltre, si vuole abolire l'obbligo di consegna nelle case abitate tutto l'anno.

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