La Croce rossa non riprenderà il mandato dell’UNRWA
Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) non rimpiazzerà l'UNRWA, l'agenzia dell'ONU per i profughi palestinesi.
Il direttore generale dell’ONU Pierre Krähenbühl, ha fatto sapere che l’organizzazione con sede a Ginevra non riprenderà il mandato dell’Agenzia delle Nazioni unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente. “Abbiamo già sufficientemente da fare senza cercare di sostituirsi ad altre organizzazioni”, ha dichiarato.
“Abbiamo mandati totalmente diversi”, afferma Krähenbühl in un’intervista concessa lunedì al quotidiano Le Temps. “L’UNRWA ha ricevuto il suo dall’Assemblea generale delle Nazioni unite, il CICR dalle Convenzioni di Ginevra. Dunque non riprenderemo il loro”.
L’UNRWA, ricordiamo, è nel mirino delle critiche da tempo per i presunti legami con Hamas di alcuni funzionari. Molti Paesi, fra cui la Svizzera, hanno sospeso i finanziamenti. Alcuni politici dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e del Partito liberale radicale (PLR, centro-destra) hanno espresso la volontà che il ruolo svolto dall’agenzia passasse nelle mani del CICR.
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Lo stesso Krähenbühl è stato alla guida dell’UNRWA fra il 2014 e il 2019. Ha presentato le sue dimissioni dopo accuse di cattiva gestione e abuso di potere. A inizio aprile ha poi assunto il ruolo di direttore generale del CICR, diventando di fatto il numero due dell’organizzazione dietro la presidente Mirjana Spoljaric Egger.
A marzo il ginevrino è stato attaccato da senatori repubblicani statunitensi, i quali, sotto la minaccia di un taglio dei fondi da parte del loro Paese, hanno chiesto che lasciasse il CICR. Sollecitato sulla questione dal giornale romando, Krähenbühl ha replicato che, al momento della sua assunzione, l’ONU ha chiaramente precisato come non vi fosse nulla a sostegno dei rimproveri sollevati nei suoi confronti.
Lo stesso CICR si trova peraltro in difficoltà finanziarie. Il budget è stato ridotto di 700 milioni di franchi per il 2024 e 4’000 posti di lavoro sono stati soppressi. “Gli ultimi licenziamenti sono avvenuti a marzo” e, specifica Krähenbühl, ne hanno risentito la coesione e la fiducia interna.
Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha inoltre dovuto limitare le sue attività, in particolare in Iraq, Sud Sudan e Nigeria. Il ginevrino ritiene però che, dopo aver proceduto ai tagli del budget e all’elaborazione di una nuova strategia istituzionale, la situazione economica ora si sia stabilizzata.
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