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La strategia federale anticorruzione non è abbastanza coraggiosa

Valigetta piena di franchi svizzeri.
Ci sono però gravi lacune, in particolare per quanto riguarda la protezione degli informatori nel settore privato, il lobbismo e il riciclaggio di denaro. Keystone / Martin Ruetschi

La strategia anticorruzione della Confederazione non è abbastanza ambiziosa. Secondo il Controllo federale delle finanze (CDF), deve essere resa più efficace.

Soprattutto su pressione esterna, il Consiglio federale ha adottato una prima strategia anticorruzione nel 2020, che è sarà rinnovata per il periodo 2025-2028. La strategia è stata elaborata da un Gruppo di lavoroCollegamento esterno interdipartimentale per la lotta contro la corruzione (GLID Lotta alla corruzione), presieduto dal Dipartimento federale degli affari esteri.

Poiché la strategia è in vigore solo da tre anni, non si è proceduto a una valutazione degli effetti in questa fase. Il CDF è comunque giunto alla conclusione che sono necessari seri cambiamenti.

Gravi lacune

La Svizzera dispone di un buon quadro giuridico e di una solida base legale per la lotta alla corruzione. Ci sono però gravi lacune, come hanno già sottolineato in diverse occasioni il Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa (Greco) e l’OCSE, in particolare per quanto riguarda la protezione degli informatori nel settore privato, il lobbismo e il riciclaggio di denaro.

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Il CDF osserva che queste carenze possono essere in parte spiegate dalle tensioni esistenti tra il potere esecutivo e quello legislativo, in particolare quando un progetto di legge del Consiglio federale non ottiene la maggioranza in Parlamento.

Nebuloso e mitigato

Nonostante visioni e obiettivi chiaramente definiti, lo scopo della strategia “rimane nebuloso e l’ambizione è mitigata”, scrive il CDF.

Affinché una strategia sia efficace, è essenziale elaborare una valutazione chiara e trasparente dei rischi connessi. Il CDF rileva in particolare che la strategia “non affronta in modo efficace, o non affronta affatto, i principali rischi di corruzione associati, ad esempio, alla lotta al riciclaggio di denaro o al lobbismo”.

Struttura più efficace

Anche la struttura organizzativa lascia a desiderare, secondo il Controllo federale delle finanze. Oltre al GLID Lotta alla corruzione, sono attivi altri organismi interdipartimentali. Una più stretta collaborazione tra loro aumenterebbe l’efficienza.

In particolare, il CDF ritiene che la lotta alla corruzione debba essere gestita e coordinata su base unitaria in tutta la Confederazione. Questa raccomandazione è stata respinta dal Consiglio federale, che è rimasto fedele alla sua posizione.

Il GLID Lotta alla corruzione non ha ancora un vero potere d’azione. “Non ha il diritto di emanare istruzioni per obbligare le unità amministrative interessate ad applicare determinate misure. Questo rende difficile raggiungere gli obiettivi prefissati”. Inoltre, gli effetti della sua missione di sensibilizzazione sul tema al di fuori dell’amministrazione federale sono difficili da vedere.

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