La Svizzera fa poco per punire le multinazionali per corruzione
Non è raro che le aziende svizzere siano coinvolte in scandali internazionali di corruzione o riciclaggio di denaro. Tuttavia, raramente devono rispondere dei loro atti in patria. Transparency International denuncia le carenze del sistema giudiziario svizzero.
Il 2 dicembre, il gruppo svizzero-svedese ABB è stato condannato a pagare una multa di 4 milioni di franchi dalla giustizia elvetica. Dei collaboratori della multinazionale avevano messo in piedi un sistema di tangenti per ottenere commesse per la costruzione di una centrale elettrica a carbone in Sudafrica.
“Le aziende svizzere coinvolte in grandi scandali internazionali di corruzione o riciclaggio di denaro sono solitamente chiamate a rispondere all’estero, ma non in Svizzera.”
Martin Hilti, Transparency International Svizzera
Come ABB, le aziende possono essere condannate in Svizzera se non hanno adottato tutte le misure necessarie per prevenire reati gravi come la corruzione o il riciclaggio di denaro. Ciò è possibile dal 2003, quando il Governo svizzero ha introdotto la responsabilità penale delle imprese (articolo 102 del Codice penale svizzero), nota anche come punibilità delle imprese.
La Svizzera condanna raramente
In pratica, però, è raro che le imprese vengano perseguite in Svizzera per il loro coinvolgimento in casi di corruzione e di riciclaggio di denaro, sottolinea Transparency International in un rapportoCollegamento esterno pubblicato venerdì. La principale organizzazione non governativa anticorruzione del mondo ha registrato solo dieci condanne a titolo definitivo negli ultimi 20 anni. Studi dell’Università di San GalloCollegamento esterno nel 2016 e dell’Università di scienze applicate ed economia di CoiraCollegamento esterno nel 2012, tuttavia, hanno dimostrato che circa il 20% delle aziende svizzere che operano all’estero ha problemi di corruzione.
“Le aziende svizzere coinvolte in grandi scandali internazionali di corruzione o riciclaggio di denaro sono solitamente chiamate a rispondere all’estero, ma non in Svizzera”, afferma Martin Hilti, direttore della sezione svizzera di Transparency International. Ad esempio, il gigante delle materie prime Glencore è stato multato negli Stati Uniti per 700 milioni di dollari per frode e corruzione in Brasile, Camerun, Nigeria e Venezuela. La multinazionale con sede a Zugo non è però mai stata condannata in Svizzera.
Focus sull’autodichiarazione
Transparency International ritiene che il basso numero di condanne da parte della giustizia svizzera sia “contrario ai principi dello Stato di diritto e insoddisfacente dal punto di vista della prevenzione”. Nel suo rapporto, l’ONG sottolinea “la negligenza dei ministeri pubblici”.
“La Procura federale ha perso molto personale negli ultimi anni. Ciò significa che non dispone di risorse sufficienti per eseguire queste procedure complesse”, afferma Martin Hilti. Per far luce su casi su larga scala con ramificazioni internazionali, i procuratori e le procuratrici devono anche chiedere assistenza legale alle autorità straniere. “Tuttavia, i fatti sono spesso commessi in Paesi con i quali questa cooperazione non funziona”, osserva il direttore della ONG.
I ministeri pubblici dipendono quindi in larga misura dalla collaborazione delle società interessate, o addirittura da una loro autodenuncia, conclude il rapporto di Transparency International. “Una volta che le aziende sono entrate nel circolo vizioso della corruzione, hanno bisogno della giustizia per uscirne. Hanno quindi interesse a collaborare”, spiega Martin Hilti.
In Svizzera, tuttavia, le imprese non sono sufficientemente incentivate a farsi avanti e a collaborare con i tribunali. Di conseguenza, la Procura federale ha emesso una sola condanna a seguito di autodenuncia, quella di KBA NotaSys. L’azienda che stampa banconote è stata multata nel 2017 con una cifra simbolica di un franco per tangenti pagate in Brasile, Marocco, Nigeria e Kazakistan.
Transparency International constata che ” la prevedibilità e la certezza del diritto necessarie per la cooperazione fanno difetto, in quanto le prassi giudiziarie mancano di uniformità e non sono abbastanza chiare su questioni fondamentali”. “Oggi si ha la percezione che il modo in cui vengono applicate le disposizioni penali dipenda dalla procura. Questo crea troppa incertezza per le aziende”, afferma Martin Hilti.
Direttive chiare e vincolanti
Per affrontare questo problema, l’ONG chiede ai ministeri pubblici di emanare linee guida vincolanti e disponibili al pubblico sulle loro pratiche in materia di responsabilità aziendale. Anche le imprese che si fanno avanti e collaborano dovrebbero avere dei vantaggi, in termini di sanzioni, tipo di procedimento e durata.
Transparency International ha pubblicato un primo rapporto nel 2021 che suggeriva di migliorare la legislazione sulla responsabilità penale delle imprese. Tra le altre cose, il documento proponeva di innalzare la multa massima, che è attualmente di 5 milioni di franchi.
Tuttavia, il Parlamento finora non è intervenuto. Nel rapporto pubblicato venerdì, l’ONG si focalizza sui possibili miglioramenti nell’applicazione della legge. “Le misure che proponiamo sono semplici e possono essere attuate senza modificare il quadro giuridico”, dichiara Hilti.
MPC favorevole a modifiche legislative
In una risposta scritta che ci ha inviato, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) afferma di prendere atto delle critiche di Transparency International. Tuttavia, ritiene che la critica sia “sorprendente”, poiché il rapporto Exporting Corruption 2022Collegamento esterno dell’ONG ha recentemente citato la Svizzera come l’unico Paese in Europa (insieme agli Stati Uniti) a garantire l’applicazione attiva della Convenzione dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri.
“È compito del Parlamento rivedere la legge per consentire una migliore responsabilità penale della società.”
Ministero pubblico della Confederazione
Inoltre, l’MPC è favorevole a modifiche legislative per garantire un’azione penale credibile nei confronti delle aziende. Sottolinea che, da quando è entrato in carica, il procuratore generale della Confederazione Stefan Blättler ha ripetutamente dimostrato che la multa di 5 milioni di franchi prevista dall’articolo 102 del Codice penale non è sufficiente. Questo importo massimo è stato definito “ridicolo” da Blättler in un’intervistaCollegamento esterno al quotidiano Le Temps. “La nostra legge deve essere dissuasiva. Per un’azienda che realizza profitti miliardari, una simile multa non lo è”, ha dichiarato.
Nell’ambito della revisione del codice di procedura penale in discussione alle Camere, Stefan Blättler sostiene l’introduzione di un nuovo strumento, gli accordi per differire l’incriminazione, ovvero un’intesa extragiudiziale che consentirebbe di rinviare l’imputazione per un certo periodo di tempo. Se l’azienda riuscirà a rispettare gli impegni presi con l’MPC durante questo periodo, la procedura potrebbe essere chiusa. Chiede inoltre l’introduzione di un’adeguata legislazione in materia di whistleblower, che faciliti anche l’autodenuncia da parte delle multinazionali.
“Non spetta all’MPC cambiare il quadro giuridico, ma è compito del Parlamento rivedere la legge per consentire una migliore responsabilità penale della società”, sottolinea l’MPC nella sua risposta.
Traduzione di Daniele Mariani
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