Corruzione, Svizzera virtuosa ma nessun progresso significativo

Transparency International colloca la Confederazione al sesto posto nel mondo, a pari merito con la Svezia, tra i Paesi integerrimi.
La Svizzera si mantiene in posizioni di vertice, con una valutazione di 82 punti (su 100), nell’indice di percezione della corruzione del settore pubblicoCollegamento esterno elaborato dall’organizzazione internazionale.
Secondo Martin Hilti, direttore di Transparency Suisse, nella Confederazione andrebbe migliorata la gestione dei conflitti d’interesse e la regolamentazione del lobbismo. Inoltre, servirebbero anche misure contro il nepotismo.
Lacune si evidenziano anche nella lotta contro il riciclaggio di denaro, la corruzione nel settore privato, il perseguimento penale delle imprese e la tutela di coloro che lanciano un allarme, che sono però ambiti non presi in considerazione dall’indice
Il rapporto di Transparency International passa in rassegna ogni anno i dati di 180 Paesi sulla percezione della corruzione nel settore pubblico, in base alla valutazione di esperti ed esperte del mondo scientifico e degli ambiti economici (più il punteggio è alto, meno un Paese è vulnerabile alla corruzione).
L’edizione 2023 conferma che la questione costituisce una vera e propria piaga globale, deplora l’ONG, secondo cui “non vi sono purtroppo stati miglioramenti significativi rispetto all’anno precedente”.
Oltre due terzi dei Paesi presi in esame non raggiungono la soglia dei 50 punti su 100 e l’80% della popolazione mondiale vive in Stati con un indice inferiore alla media che si situa attorno ai 43 punti.
L’ultimo posto è occupato dalla Somalia con 11 punti mentre in testa rimane la Danimarca, con 90 punti, seguita da Finlandia (87) e Nuova Zelanda (85). Con 56 punti l’ItaliaCollegamento esterno si conferma al 42esimo (17esimo su 27 nell’UE).

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