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Migros, 100 anni al servizio della Svizzera

Il primo camion Migros.
Uno dei primi camion di Migros. KEYSTONE/Photopress-Archiv/St

Nell’agosto del 1925 Gottlieb Duttweiler lanciava un’idea che avrebbero trasformato per sempre la Svizzera: nasceva Migros che oggi non è più solo un supermercato, ma è diventata parte dell'identità nazionale elvetica. Il centenario si celebra però tra licenziamenti e vendite di marchi storici, tanto che il sindacato UNIA accusa la cooperativa di aver tradito la missione sociale di Duttweiler. 

Nel centenario della sua fondazione, Migros si trova al centro delle polemiche a causa della più grande ristrutturazione della sua storia che ha portato alla vendita di marchi importanti, a tagli del personale e al peggioramento delle condizioni di lavoro. 

Gottlieb Duttweiler
Gottlieb Duttweiler in una foto del 1960 KEYSTONE/PHOTOPRESS-ARCHIV/Str

La storia di Migros, però, conserva ancora oggi un sapore fiabesco. Tutto iniziò il 15 agosto 1925, quando Gottlieb Duttweiler iscrisse Migros AG al registro di commercio. Dieci giorni dopo, lanciò i primi cinque camioncini per le strade di Zurigo con un obiettivo preciso: eliminare gli intermediari per offrire prezzi accessibili alle famiglie operaie. Con Ford T modificate in negozio su ruote, iniziò a vendere caffè, riso, zucchero, pasta, olio di cocco e sapone, con prezzi fino al 30% più bassi rispetto alla concorrenza.  

Oggi Migros è molto più di una catena di supermercati: è parte integrante dell’identità svizzera, “tanto quanto le montagne e gli orologi”, come scriveCollegamento esterno la stessa azienda. Per un secolo, milioni di persone hanno trovato in essa non solo un luogo dove fare la spesa, ma un partner di vita, un educatore, un promotore di cultura e un pioniere sociale. 

Quella di Migros è la storia di un ponte – “Die Brücke”, come recitava il primo slogan aziendale – che ha collegato non solo produttori e consumatori, ma anche classi sociali, generazioni e culture diverse, contribuendo a forgiare l’identità moderna della Svizzera contemporanea. 

Le origini, l’uomo che sognava un commercio diverso

Nato nel 1888 da una famiglia di piccoli commercianti, Duttweiler viaggia  per l’Europa vendendo caffè, riso e prodotti coloniali. Durante la Prima Guerra Mondiale matura la sua visione: eliminare gli intermediari per collegare direttamente produttori e consumatori.  

>> La storia di Gottlieb Duttweiler:

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Una scultura in legno di Gottlieb Duttweiler esposta su una piazza e circondata di persone che la osservano

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Cultura e dintorni

“Dutti”, l’imprenditore che regalò il suo impero

Questo contenuto è stato pubblicato al Il 15 marzo del 1948 aprì in Svizzera il primo supermercato. Opera di un uomo che dopo aver creato un’azienda milionaria la regalò ai consumatori.

Di più “Dutti”, l’imprenditore che regalò il suo impero

Sottovaluta però la crisi monetaria internazionale del 1921, e dopo aver perso quasi tutto emigra in Brasile dove tenta, invano, di diventare coltivatore di caffè. Al suo ritorno in Svizzera, un paio d’anni dopo, Duttweiler realizza il suo sogno. Non avendo capitali per aprire negozi, intuì che la mobilità era la chiave del successo. 

I primi camioncini erano manifesti ambulanti di una nuova visione del commercio al dettaglio. Sul cassone campeggiava la scritta “Migros AG, die frischen Qualitäten” (freschezza e qualità), mentre sulle portiere il simbolo del ponte rappresentava il collegamento diretto tra produttore e consumatore. Un’icona che incarnava perfettamente la missione di Duttweiler: prezzi più bassi attraverso l’eliminazione degli intermediari. 

La strategia dei suoi camion era militarmente precisa: 178 fermate a Zurigo, dieci minuti di sosta ciascuna, operatività garantita con qualsiasi condizione meteorologica. Ma la vera svolta erano i prezzi: fino al 30% inferiori alla concorrenza, una manna per le famiglie operaie dell’epoca. 

Il vecchio camion di Migros
Il camion di Migros fotografato il 25 agosto del 1925. Keystone / Str

Nel 1927, forte del successo dei camioncini, Duttweiler aprì il primo negozio nel quartiere industriale di Zurigo. Cinquanta prodotti, inclusi frutta fresca, patate e salumi che i camion non potevano trasportare.  

Quando l’ostilità genera creatività

La reazione fu immediata e feroce. Produttori e commercianti tradizionali boicottarono Gottlieb Duttweiler, rifiutandogli le forniture. Paradossalmente, proprio queste resistenze alimentarono il successo di Migros. 

Nel 1928, di fronte a un boicottaggio sempre più serrato, Duttweiler rispose con una mossa audace: avviò la produzione propria. L’acquisto di una piccola fabbrica di mosto e conserve, fondata nel 1896 per combattere l’alcolismo, segnò l’inizio. Da lì nacque il primo prodotto a marchio Migros: il succo di mele. E con esso, un principio che ancora oggi distingue l’azienda: l’assenza di alcol sugli scaffali. 

Migros si fece anche ponte culturale. L’introduzione dell’olio d’oliva Santa Sabina, inizialmente acquistato dagli immigrati i italiani, divenne occasione di educazione alimentare. Attraverso una comunicazione mirata, Migros contribuì a diffondere l’olio d’oliva nella cucina svizzera. 

Il gesto più clamoroso arrivò durante la guerra: Gottlieb e Adele Duttweiler cedettero le quote dell’azienda a 100’000 clienti, trasformando una società da 70 milioni di franchi in una cooperativa popolare. Migros diventava proprietà del popolo svizzero, con una struttura pensata per evitare concentrazioni di potere, garantire fedeltà ai valori originari e rafforzare il legame con la società civile. 

Migros appartiene ai suoi clienti-sociCollegamento esterno, non ha azionisti esterni che cercano profitto, non è quotata in borsa. I soci eleggono democraticamente i rappresentanti negli organi di governo e partecipano alle decisioni importanti. La struttura impedisce concentrazioni di potere e garantisce continuità dei valori fondatori. 

Vantaggi pratici: prezzi più bassi perché non ci sono dividendi da pagare ad azionisti esterni. Visione a lungo termine senza pressioni di profitto trimestrale. Stabilità finanziaria indipendente dai mercati. I profitti vengono reinvestiti nell’azienda o utilizzati per benefici sociali come il Percento Culturale (1% del fatturato per cultura e formazione) e la Scuola Club. 

Le ragioni di questa scelta restano però controverse. Per alcuni fu un atto di filantropia, per altri una mossa strategica: Duttweiler, di fatto, rimase l’“uomo forte” di Migros fino alla sua morte, nel 1962. Di sicuro fu facilitata dall’assenza di eredi diretti. 

Quando il self-service cambiò la Svizzera

Nel 1948 Migros introdusse il self-service: per la prima volta, i clienti potevano scegliere autonomamente i prodotti. In un paese ancora segnato dalla penuria bellica, l’abbondanza sugli scaffali colpì profondamente. 

L’innovazione non si limitò alla modalità di acquisto. Migros ripensò anche l’architettura dei negozi: percorsi circolari guidavano i clienti lungo l’intero assortimento, mentre cesti posizionati all’altezza degli occhi incentivavano l’acquisto impulsivo. Tecniche oggi comuni, ma allora pionieristiche. 

Nel 1952, a Basilea, aprì il primo “supermercato” Migros. Il termine era nuovo, l’approccio pure: assortimento ampio, concorrenza diretta ai negozi specializzati e nuove critiche dal commercio tradizionale. I consumatori, però, apprezzavano la comodità del “tutto sotto lo stesso tetto”. 

Anche i camion si adattarono. Nel 1960, Duttweiler introdusse il self-service sui veicoli: supermercati mobili che aumentarono il fatturato del 30%. Nel 1965 erano 44. Raggiungevano anche i villaggi alpini più remoti, ma l’espansione della rete fissa li rese gradualmente superflui. Gli ultimi due furono dismessi nel 2007 in Alto Vallese e in Ticino. 

Camion Migros
Un camion di vendita modello ’80-’90. La clientela entrava dallo sportello posteriore, percorreva l’intera corsia e pagava/usciva in corrispondenza del posto di guida. Keystone / Alexandra Wey

Il commercio diventa cultura

“L’uomo non vive di solo pane”: con questa convinzione, Gottlieb Duttweiler ampliò la missione di Migros oltre il commercio, dando vita a due iniziative che avrebbero segnato profondamente il panorama culturale e formativo svizzero: la Scuola Club (1944) e il Percento Culturale (1957). 

La Scuola ClubCollegamento esterno nacque nel maggio 1944 con un annuncio sul Brückenbauer che proponeva corsi di lingue a cinque franchi. Duttweiler intuì che la fine della guerra avrebbe generato una forte domanda di formazione, offrendo al contempo opportunità a insegnanti disoccupati. L’iniziativa si affermò rapidamente, adattandosi ai cambiamenti sociali: dai corsi di cucina per uomini single negli anni Cinquanta, all’informatica negli anni Ottanta, fino all’e-learning e al digital business. 

Oggi la Scuola Club conta 50 sedi, 600 corsi in cinque settori e circa 340’000 partecipanti all’anno. 

Nel 1957 nacque il Percento CulturaleCollegamento esterno: l’1% del fatturato Migros viene destinato a progetti culturali, sociali e formativi. L’obiettivo è chiaro: rendere la cultura accessibile, non privilegio per pochi. L’impegno spazia da festival a progetti sociali innovativi, da promozione giovani talenti a iniziative di integrazione.  

Insieme, Scuola Club e Percento Culturale – con oltre 5,4 miliardi di franchi investiti – hanno contribuito a ridefinire il ruolo di Migros nella società svizzera, da semplice distributore ad attore della trasformazione sociale. 

La sede principale di Migros a Zurigo.
La sede principale di Migros a Zurigo. Keystone / Michael Buholzer

Non mancano le critiche

Nessuna istituzione attraversa un secolo senza polemiche. Anche Migros, nonostante la sua popolarità, è al centro di critiche che mettono in discussione la coerenza tra i suoi valori originari e le scelte attuali. 

Sotto la guida del CEO Mario Irminger, Migros ha deciso di rifocalizzarsi su tre settori: vendita al dettaglio, servizi finanziari e salute. Tutto il resto – Bike World, Do it + Garden, Melectronics, Micasa, OBI, SportX, Hotelplan, Mibelle, Misenso e Bestsmile – è stato messo in vendita o chiuso. 

Nel pieno delle celebrazioni per il centenario, la cooperativa ha scatenato forti reazioni per l’ondata di licenziamenti legata a questa ristrutturazione: oltre 2’200 posti di lavoro persi tra il 2024 e il 2025. Tra questi, 625 per la chiusura di Do it + Garden e Migros Fachmarkt, 150 nella sede centrale di Zurigo, e 1’500 per la vendita di Hotelplan, Mibelle, Melectronics e SportX. 

>> Sul più grande ridimensionamento della storia di Migros ecco un’inchiesta dei colleghi della SRF (in tedesco):

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Il sindacato UNIA ha espresso la critica più duraCollegamento esterno: “L’ondata di licenziamenti rivela il volto antisociale di Migros”. E ha aggiunto: : “L’attenzione alla massimizzazione dei profitti ha peggiorato le condizioni di lavoro e sta portando a centinaia di licenziamenti. I dipendenti stanno pagando il prezzo di decisioni aziendali sbagliate e di una cattiva gestione”. 

La contraddizione, secondo UNIA, è evidente: “Migros festeggia il suo 100esimo anniversario. La reputazione è stata fondata sulla cooperazione, solidarietà e responsabilità sociale. Ma questi principi sono stati buttati a mare”. 

Non si tratta solo di licenziamenti. Un’inchiesta di Temps présent (RTS) ha documentato un peggioramento delle condizioni di lavoro: ritmi serrati, obiettivi irraggiungibili, pressioni crescenti, soprattutto sui dipendenti più anziani. UNIA denuncia: “L’atmosfera è sempre più tesa, con pressioni che mettono in gioco la salute”. 

>> Il servizio, in francese, di Temps present:

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La conclusione del sindacato è chiara: “I licenziamenti di massa nel centenario rappresentano l’antitesi della visione di Gottlieb Duttweiler. La cooperativa nata per servire i lavoratori oggi li sacrifica per la massimizzazione dei profitti, rivelando quanto si sia allontanata dalle sue radici popolari”. 

Migros, specchio della Svizzera

Le critiche non cancellano un secolo di innovazioni e impegno sociale, ma mettono in luce la tensione crescente tra efficienza economica e responsabilità cooperativa. La vera sfida per Migros, nel suo secondo secolo, sarà trovare un equilibrio più solido tra successo commerciale e missione sociale. 

Da iniziativa commerciale nata per servire le famiglie operaie, Migros è diventata un elemento stabile del paesaggio svizzero, riflettendo valori, contraddizioni e trasformazioni della società. Un’istituzione tra le più amateCollegamento esterno dalla popolazione elvetica che, nel bene e nel male, continua a rappresentare uno specchio della Svizzera.

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