Moda informale, ecologica e funzionale
Sandali con i calzini a parte, eleganza in salsa svizzera.
Tutto quello che volevate sapere sulla Svizzera, ma non avete mai osato chiedere. In chiave ironica e sfruttando gli archivi storici della televisione elvetica di servizio pubblico, la serie “Il miracolo svizzero” svela abitudini e manie nazionali. Prodotta dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese (RTS), la serie è stata adattata in italiano ed è disponibile in libero accesso sul sito della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI).
La puntata dedicata alla moda non risparmia i colpi bassi sulla presunta mancanza di gusto nella Confederazione. Non si può certo dire, in effetti, che il Paese sia celebre a livello internazionale per l’eleganza nel vestire. Con le dovute differenze fra le tante città e i molti cantoni, nel Paese si tende a preferire un abbigliamento comodo, funzionale e poco formale.
Fino alle derive, stranianti soprattutto per chi arrivi dalle metropoli europee, come portare i sandali o ciabatte con i calzini, un’abitudine diffusa in alcune regioni della Svizzera tedesca e francese.
Dall’esercito al mondo contadino
Un filone inesauribile è quello di dare nuova vita ai tessuti indistruttibili usati per le divise e gli accessori dell’esercito svizzero. Feltri resistenti che vengono trasformati in zaini, pantofole ed oggetti di uso quotidiano da piccole aziende a conduzione familiare, ma anche da giovani stilisti e stiliste.
Se il logo rossocrociato viene sfoggiato in tante creazioni, e non solo in quelle destinate ad essere acquistate da turisti e turiste, altrettanto tipici sono ancora oggi in Svizzera i capi di abbigliamento decorati con la stella alpina. Sono creature della tradizione contadina che continuano ad essere vendute negli anni Duemila, come quelle confezionate a mano nell’Oberland bernese.
Riciclaggio e innovazione
Ma è nel settore dei tessuti e dei materiali innovativi, con un occhio di riguardo per la consapevolezza ecologica, che nella Confederazione negli ultimi decenni sono emersi veri e propri talenti del design e della moda. L’esempio di successo è quello dei fratelli Freitag. Da Zurigo, le loro borse realizzate con teli usati di camion hanno conquistato il pianeta. Tanto che la prima arrivata sul mercato nel 1993, la “Top Cat F13”, è esposta nella collezione di designCollegamento esterno del Museo d’arte moderna (MoMa) di New York. Freitag esporta ormai in tutto il mondo e oltre alle borse produce accessori di ogni genere. Un prodotto di moda, ma anche molto elvetico nel suo essere pratico e solido.
La regione a sud del Gottardo, invece, complice la vicinanza con Milano, è stata soprannominata la valle della moda svizzeraCollegamento esterno: in Canton Ticino sono di casa laboratori di confezione di aziende nostrane, e di grandi nomi della moda internazionale. Che hanno scelto la regione per la tradizione svizzera nella lavorazione dei tessuti, ma anche per benefici fiscali classicamente elvetici.
Nuovi talenti e originalità
Sostiene “Il miracolo svizzero”, che il secondo principio di buon senso nell’approccio elvetico alla moda sarebbe la modestia, perché la stravaganza non è un classico confederato. Se è forse vero che nella repubblica alpina si predilige la normalità, i giovani talenti che vengono formati nelle molte scuole svizzere specializzate in design e lavorazione tessile propongono a fianco a linee semplici e razionali, anche abiti e accessori decisamente originali.
Se ne occupa ogni anno il Concorso federale di designCollegamento esterno con la sezione moda e tessuti. Mentre fiere dedicate all’innovazione nella moda si svolgono annualmente nelle capitali svizzere, come BlickfangCollegamento esterno a Basilea e Zurigo, e sempre nella piccola metropoli sulla Limmat le Zürich Design WeeksCollegamento esterno.
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