Ordine e pulizia, ogni cosa al suo posto
Così puliti, da lavare anche i soldi sporchi.
Tutto quello che volevate sapere sulla Svizzera, ma non avete mai osato chiedere. In chiave ironica e sfruttando gli archivi storici della televisione elvetica di servizio pubblico, la serie “Il miracolo svizzero” svela abitudini e manie nazionali. Prodotta dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese (RTS), la serie è stata adattata in italiano ed è disponibile in libero accesso sul sito della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI).
Il pallino di lavare proprio tutto
È una delle specialità per le quali la Svizzera è famosa in tutto il mondo. Essere pulita e ordinata. La terza puntata della serie “Il miracolo svizzero” è dedicata a mostrare alcune tipiche manifestazioni di questa fissazione nazionale.
La voce narrante lancia: “Siamo così puliti, che laviamo anche i soldi sporchi!”. Le fa eco uno dei tre comici di casa del programma: “abbiamo messo tutta la sporcizia nel denaro che viene conservato dalle banche svizzere. Per questo, tutto il resto è molto pulito”.
Battute ciniche a parte, la puntata mostra alcune manifestazioni pratiche della filosofia che porta ogni svizzera e ogni svizzero a inseguire la perfezione.
Dalla scuola per custodi di immobili, ai corsi di economia domestica nei quali negli anni Sessanta si imparava a piegare in maniera geometrica le mutande. Fino alle siepi, sempre perfette, e al taglio dell’erba che infonderebbero sicurezza.
Caccia al cestino
Nella repubblica alpina si coltiva l’arte della raccolta differenziata della spazzatura. Tanto sistematica, che se sbagli contenitore puoi essere punito. Non è infatti una leggenda metropolitana, che nella Confederazione esistano corpi specializzati di “detective” che frugano nelle buste dell’immondizia per individuare persone che non rispettino alla lettera le regole.
“Il miracolo svizzero” fa le pulci ad abitudini nazionali caratterizzate da pragmatismo e buon senso, spiega l’autrice e moderatrice Martina Chyba. La puntata sulla pulizia ricorda allora come la prassi di pagare per le – obbligatorie – buste per la spazzatura sia nata negli anni Ottanta grazie ad una sperimentazione del Canton Berna, un test che è poi divenuto legge in molti cantoni.
Paghi per la busta, o in alcuni casi per un apposito adesivo, per tutto quanto non si possa riciclare. Il resto, dalla carta alle bottiglie alla plastica, lo puoi smaltire gratuitamente. Il trucco “alla svizzera” sta allora nell’obbligarti a “scegliere” di fare la cosa giusta. C’è chi la chiama la strategia de “il bastone e la carota“. Sembrerebbe funzionare.
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