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Sono aumentate del 43% le richieste di asilo in Svizzera nella prima metà del 2023

Profughi che si nascondono nella palestra di una scuola. La situazione dei rifugiati in Svizzera è tesa ma non inaspettata.
Reto Kormann, portavoce della SEM, non è sorpreso dall'aumento delle richieste di asilo. © Keystone / Laurent Gillieron

Secondo le cifre diffuse giovedì dalla Segreteria di Stato della migrazione, nel primo semestre del 2023 c'è stato un incremento del 43% delle domande d'asilo nella Confederazione

Le statistiche sull’asilo della Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) mostrano che nei primi sei mesi di quest’anno sono giunte in Svizzera più di 12’000 persone. Rispetto al primo semestre del 2022, il numero totale di domande d’asilo è aumentato del 43%.

Negli ultimi dieci anni, bisogna risalire alla prima metà del 2016 per trovare un numero più alto di richieste. Secondo Reto Kormann, portavoce della SEM, questo aumento del 43% è relativamente alto, ma era previsto. Entro la fine del 2023, la SEM prevede un totale di circa 27’000 domande.

Verso una nuova impennata delle domande d’asilo

Quest’anno la maggior parte delle richieste è stata presentata da persone provenienti dall’Afghanistan e dalla Turchia. La SEM esamina ogni domanda individualmente per verificare se i criteri per une sito positivo sono soddisfatti, spiega Kormann.

Nessuna emergenza al momento

La direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) Elisabeth Baume-Schneider voleva dei villaggi container per i e le richiedenti l’asilo, ma la richiesta è stata respinta in Parlamento. Tuttavia, Kormann afferma che al momento non c’è alcuna situazione di emergenza per quanto riguarda le sistemazioni dei rifugiati e delle rifugiate. Ci sono ancora circa 4’000 posti in riserva a livello federale.

Bocciati gli alloggi provvisori per migranti

I Cantoni hanno ancora cinque settimane di tempo per organizzare altre sistemazioni, in modo da prepararsi a un’eventuale prossima ondata di rifugiati in autunno.

“La situazione a Chiasso è tesa”

A Chiasso, città di frontiera nel canton Ticino che confina con l’Italia, la situazione sta raggiungendo il punto di ebollizione. Il comandante della polizia Nicolas Poncini afferma che quest’anno i suoi colleghi sono già stati chiamati a intervenire 300 volte a causa dei richiedenti: “La situazione è esplosiva, abbiamo il doppio dei rifugiati previsti”.

La situazione non è però così grave, dice Samuel Wyss, un altro portavoce della SEM: “Quella attuale è una situazione straordinaria, non solo in Ticino. Per questo abbiamo dovuto trovare nuovi alloggi, naturalmente in accordo con le autorità”.

Le autorità locali non sono riuscite a integrare così tanti richiedenti asilo in programmi di lavoro, si rammarica il sindaco di Chiasso, Bruno Arrigoni, che auspica anche un maggiore sostegno da parte del Cantone. Se i richiedenti asilo potessero lavorare, avrebbero giornate più strutturare e più soldi.

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