La Svizzera alla disperata ricerca di un tetto per le persone richiedenti l’asilo
La Svizzera sta cercando posti per ospitare un numero crescente di richiedenti asilo.
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Entro la fine dell'autunno la Confederazione ha per obiettivo di trovare 3'000 posti supplementari per accogliere le persone che domandano asilo in Svizzera.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Dopo che il Parlamento nella sessione che si è appena conclusa ha respinto il progetto del Governo di acquistare dei container per ospitare i e le richiedenti asilo sui terreni dell’esercito, lo Stato maggiore speciale Asilo (SONAS) cerca soluzioni di ripiego.
I Cantoni dovranno esaminare in che misura sono in grado di cedere in via temporanea gli impianti della protezione civile alla Confederazione e anche l’esercito dovrà fare un ulteriore sforzo.
27’000 domande previste
Secondo le previsioni, indica una nota odierna della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), lo scenario più verosimile prevede per l’anno in corso un totale di 27’000 persone richiedenti asilo (con un margine di più o meno 3’000) che, in funzione degli sviluppi a livello geopolitico, potrebbe salire fino a quota 40’000.
In vista di questo afflusso, la SEM vuole evitare a tutti i costi di dover assegnare in anticipo le persone ai Cantoni (in Svizzera la suddivisione avviene in base a una chiave di riparto in proporzione della popolazione). Da qui la volontà di preparare soluzioni preventive per garantire un tetto a tutti i rifugiati che arrivano in Svizzera.
Stando alla nota della SEM, i Cantoni con una quota superiore al 5 % nella chiave di ripartizione dovrebbero mettere a disposizione un impianto con 200 posti letto. I Cantoni con una quota del 3-5%, un impianto con 150 posti letto e i Cantoni con una quota inferiore al 3%, un impianto con 100 posti letto. La SEM terrà conto delle possibilità limitate dei Cantoni più piccoli.
Nelle prossime settimane, si legge ancora nella nota, la SEM cercherà inoltre di stabilire, in collaborazione con l’esercito, in che misura e per quanto tempo potrà continuare a usufruire delle infrastrutture che dalla metà dello scorso anno le forze armate mettono a sua disposizione a titolo temporaneo per l’accoglienza di richiedenti asilo o persone in cerca di protezione. Attualmente, circa 3’800 degli oltre 10 mila posti sono rappresentati da infrastrutture dell’esercito.
Di qui alla metà di settembre l’esercito vaglierà inoltre – tenendo conto del proprio mandato – quali ulteriori alloggi o sale polivalenti potrebbero essere adibiti all’accoglienza anche dopo il 2023.
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A quanto pare si tratta di un caso isolato: il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non è a conoscenza di altri connazionali coinvolti in una situazione simile.
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