Berna concede un contributo di 10 milioni di franchi a Nicosia per migliorare le infrastrutture di accoglienza di profughe e profughi che giungono sull’isola.
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tvsvizzera.it/mrj
I rimproveri avanzati dalla Germania sulla politica d’asilo della Svizzera non sembrano preoccupare più di tanto la Consigliera federale Karin Keller-Sutter, che mercoledì – proprio sul tema della migrazione – ha firmato un accordo di sostegno con Cipro. Una firma che vale 10 milioni di franchi (che Berna concederà a Nicosia), che fanno parte del secondo miliardo di coesione.
Il contributo servirà, da una parte, a migliorare le strutture di accoglienza di profughe e profughi che arrivano sull’isola. Dall’altra questi soldi potranno essere usati per sostenere il ritorno volontario di queste persone nel loro Paese, “perché anche la Svizzera vuole che queste procedure avvengano (nel limite del possibile) nei Paesi che rappresentano le frontiere esterne degli Stati UE”, ha spiegato la consigliera federale.
La migrazione è un tema che continua a essere “caldo” in Europa. Con quasi 85’000 profughe e profughi accolti in 10 mesi, anche la Confederazione è confrontata con una situazione eccezionale, che preoccupa l’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati. “È il contesto più difficile dalla Seconda guerra mondiale. Oltre ai richiedenti l’asilo ci sono anche i profughi ucraini. Le strutture sono quasi piene. Sussiste quindi il pericolo che, con procedure d’asilo accelerate, i diritti dei migranti non vengano rispettati” ha dichiarato la direttrice dell’Organizzazione Miriam Behrens. Procedura velocizzata che, secondo Keller-Sutter non è “cattiva” di per sé: “La procedura, in una situazione simile, può essere adattata ai diversi gruppi”.
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La politica d’asilo elvetica ha subìto negli ultimi giorni forti critiche da Berlino, in particolare per quanto riguarda i circa 1’000 migranti che ogni settimana, via treno, arrivano dall’Austria, passano dalla Svizzera ed entrano in territorio tedesco. Keller-Sutter non è però preoccupata: “Ho avuto contatti con la ministra degli interni tedesca e lei stessa si è detta “sorpresa” di queste critiche. Se il rimprovero arriva da una parlamentare dell’opposizione e da un portavoce di un ufficio tedesco non significa ancora che sia un intervento ufficiale della Germania. Non si tratta quindi, di vere e proprie pressioni.
Pressioni inesistenti anche per quanto riguarda l’attuale impossibilità per la Germania di esportare munizioni elvetiche in Ucraina: “È una questione politica. Il diritto di neutralità e la Legge federale sul materiale bellico parlano chiaro. Dobbiamo quindi sopportare queste critiche difendendo le nostre posizioni non solo nei confronti della Germania, ma anche degli altri Stati europei”, spiega la consigliera federale.
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