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Aumentano i trasferimenti di profughi/e verso i cantoni

Richiedenti in una struttura d accoglienza federale
Berna coinvolge i cantoni per far posto ai nuovi arrivati Keystone / Francesca Agosta

L’afflusso costante di profughi/e sta mettendo sotto pressione le strutture federali d’accoglienza e la Segreteria di Stato della migrazione (Sem) intende accelerare i trasferimenti verso i cantoni.

Con circa ottocento richieste d’asilo depositate alla settimana, ha fatto sapere Berna, i centri federali sono ormai al limite delle loro capacità, specialmente nella Svizzera occidentale e nordoccidentale, e la situazione resta tesa nonostante la creazione di letti supplementari.

L’esercito ha già allestito una ventina di strutture e nelle ultime settimane sono state attivate per l’accoglienza dei profughi, tra le altre, alcune sale polivalenti a Bure, Thun e Chamblon, ed è prevista la messa in funzione di strutture identiche anche a Schönbühl ed Emmen.

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Per questo motivo saranno anticipate le procedure che coinvolgono i Cantoni, che dovranno farsi carico complessivamente di mille migranti ogni sette giorni – proporzionalmente alla loro popolazione – invece dei cinquecento previsti inizialmente.

Con questa strategia, sottolinea sempre l’agenzia federale, sarà possibile ospitare e gestire un numero maggiore di profughi/e che giungeranno nei prossimi mesi e che tenderanno ad aumentare alla luce dell’evoluzione geopolitica in Europa e nelle regioni mediterranee.

Procedura accelerata

Con la procedura accelerata già da domani, 27 ottobre, saranno trasferiti anticipatamente i richiedenti asilo che solitamente sono alloggiati per un periodo massimo di 140 giorni nei centri di accoglienza federali.

La misura riguarderà inizialmente gli stranieri e le straniere oggetto di una decisione di allontanamento e, la settimana successiva, anche le persone la cui procedura non è ancora giunta al termine.

Per alcune categorie sensibili – persone soggette alle norme di Dublino o provenienti dall’Afghanistan, i e le richiedenti asilo minorenni non accompagnati/e e coloro che provengono da un Paese con una quota di protezione estremamente bassa – sarà adottata una procedura specifica.

Numeri in salita

Nel settembre scorso, 2’681 persone hanno presentato una domanda d’asilo, il valore mensile più alto registrato dalla crisi migratoria 2015/2016. A queste si aggiungono circa 2’700 persone dall’Ucraina che hanno chiesto lo statuto di protezione S nei centri federali d’asilo. Per l’anno in corso, la Segreteria di Stato della migrazione (Sem) si attende circa 22’000 nuove domande d’asilo, ossia 700 in più rispetto all’anno precedente.

In primavera la Sem, in seguito al conflitto in Ucraina e alle varie crisi internazionali (Afghanistan e Medio Oriente), ha proceduto al potenziamento dell’organico e ha così potuto aumentare il numero delle procedure d’asilo concluse da 1’300 a 1’800 al mese. 

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