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Berna chiede ai Paesi balcanici una stretta sui visti

persone camminano su un sentiero
Secondo l'agenzia Frontex, in nove mesi sono stati registrati più di 106'000 ingressi irregolari nell'UE dalla rotta dei Balcani occidentali. Nell'immagine tre persone nella regione di Majdan, in Serbia, non lontano dal confine con la Romania. Copyright 2021 The Associated Press. All Rights Reserved.

La ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter domanda agli Stati balcanici di allineare la loro politica dei visti a quella dell'area Schengen.

La richiesta della consigliera federale è stata fatta venerdì nel quadro della riunione dei ministri degli interni dell’UE in Lussemburgo.

Prima dell’incontro, Karin Keller-Sutter ha ricordato che chi proviene da India, Bangladesh o Tunisia non ha bisogno di un visto per recarsi in Serbia. Molte persone proseguono poi il viaggio verso l’Unione Europea con l’aiuto di passatori.

Secondo l’agenzia Frontex, in nove mesi sono stati registrati più di 106’000 ingressi irregolari nell’UE dalla rotta dei Balcani occidentali, con un aumento del 170% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La rotta è stata utilizzata principalmente da migranti siriani, afghani e turchi. Si nota pure un aumento degli arrivi di cubani, indiani, burundesi e tunisini.

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Karin Keller-Sutter ha da parte sua rilevato che circa l’80% delle richieste di asilo presentate in Austria – Paese con cui la Svizzera ha recentemente adottato un piano d’azione comune per lottare contro l’immigrazione irregolare (vedi altri sviluppi) – riguarda persone transitate dalla Serbia.

La posizione della consigliera federale rispecchia quella della Commissione europea. Secondo Bruxelles, l’aumento si spiega in parte con il fatto che gli Stati dei Balcani occidentali hanno una politica dei visti diversa da quella dell’UE. “Spero che la Serbia e gli altri Paesi partner dei Balcani occidentali collaborino con noi e allineino la loro politica dei visti con la nostra”, ha dichiarato la commissaria europea agli affari interni Ylva Johansson al suo arrivo alla riunione in Lussemburgo.

La ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser ha da parte sua rinnovato le critiche alla politica dei visti di Belgrado, affermando che questa consiste nell’esentare i cittadini di “Stati che non riconoscono il Kosovo”, ex provincia serba a maggioranza albanese, che ha dichiarato l’indipendenza nel 2008 e che Belgrado non riconosce.

Reintrodurre il visto per i cittadini serbi?

Quale contromisura alla politica di Belgrado, la Commissione potrebbe decidere di sospendere il regime di esenzione dal visto per i cittadini e le cittadine serbe. “Naturalmente non posso escludere questa eventualità”, ha dichiarato Ylva Johansson.

La commissaria europea ha dichiarato che incontrerà i rappresentanti dei Paesi dei Balcani occidentali la prossima settimana a Berlino e la settimana successiva a Praga.

Accordo tra Svizzera e Grecia

A margine dell’incontro in corso in Lussemburgo, Karin Keller-Sutter ha firmato il primo accordo sulla migrazione con il ministro greco Notis Mitarakis nell’ambito del contributo di coesione stanziato dalla Svizzera.

Berna ha versato 40 milioni di franchi per sostenere progetti e programmi in questo ambito in Grecia, precisa una nota del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), aggiungendo che insieme a Cipro e all’Italia, la Grecia è uno dei tre Paesi selezionati nel 2019 dalla Svizzera per una cooperazione nell’ambito del credito quadro per la migrazione.

I fondi andranno a progetti e programmi delle autorità greche e delle organizzazioni operanti nel settore migratorio, da attuare nell’asilo, nelle infrastrutture, nell’integrazione così come nel ritorno volontario e nella reintegrazione. Questa cooperazione permetterà di potenziare non soltanto la sicurezza nello spazio Schengen, ma anche le strutture degli Stati membri esposti a una forte pressione migratoria, assicura il DFGP.
 

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