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Il vertice di Ginevra non punta a essere una conferenza di pace degna di questo nome

Ignazio Cassis
© Keystone / Laurent Gillieron

In merito al prossimo appuntamento svizzero per cercare di appianare i rapporti tra Russia e Ucraina, il consigliere federale Ignazio Cassis ha detto che molto dipenderà dagli altri Paesi internazionalmente influenti e che non si aspetta la risoluzione del conflitto in quella sede. 

Il consigliere federale Ignazio Cassis non è in grado di dire se la Russia sarà invitata al Vertice mondiale della pace in Ucraina, qualora questo si concretizzasse. A febbraio si recherà in Cina e in India per sondare questi Paesi sulla questione.

“I contorni non sono ancora chiari”, ha dichiarato oggi alla stampa il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos, nel canton Grigioni. “Tutto dipende dal modo in cui i Paesi influenti vorranno essere coinvolti”, ha detto.

Secondo una fonte dell’Amministrazione federale, il vertice – che non si sa ancora se si terrà a Ginevra e in quale data – potrebbe essere un evento intermedio. Ma “non sarà una conferenza di pace degna di questo nome e che porti alla cessazione delle ostilità senza la Russia”, ha sottolineato Cassis.

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Nonostante il raffreddamento delle relazioni con Mosca in seguito alle sanzioni, i contatti con questo Paese proseguono. Cassis ha ribadito che i Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica ai quali si sono aggiunti di recente Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Egitto ed Iran ndr.) dovranno essere il più possibile rappresentati al Vertice della pace. Per questo motivo il consigliere federale ticinese visiterà due di questi Paesi a febbraio.

Cassis chiede ad Iran di evitare l’escalation

Oggi a Davos, Cassis si è inoltre detto “molto preoccupato” per una regionalizzazione del conflitto nel Vicino e Medio Oriente. Il ministro degli affari esteri ha invitato il suo omologo iraniano a usare “tutto il suo potere” per evitare un’escalation, in particolare con gli Huthi nello Yemen.

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Il capo del DFAE ha incontrato a lungo Hossein Amirabdollahian in mattinata. Quest’ultimo gli ha comunicato “l’intenzione” di Teheran di lavorare per questo obiettivo, ha dichiarato alla stampa a margine del WEF.

Cassis è preoccupato per gli attacchi degli Huthi al traffico marittimo, in un momento in cui gli operatori svizzeri del settore sono gravemente colpiti. È anche preoccupato per le tensioni tra Teheran e il Kurdistan iracheno.

L’approfondimento sugli attacchi Huthi:

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“La posizione ufficiale dell’Iran è che la guerra in Medio Oriente deve finire”, ha aggiunto il consigliere federale, che domani incontrerà il presidente israeliano Isaac Herzog. Secondo Cassis, più il conflitto si protrae, più diventa difficile proteggere i civili. La prossima settimana il consigliere federale parteciperà a una discussione ministeriale sul Medio Oriente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York.

“Impegno per rilanciare patto su nucleare”

Dal canto suo, nell’incontro con Cassis, il ministro degli esteri di Teheran Hossein Amirabdollahian ha dichiarato che l’Iran è impegnato a tenere negoziati per il rilancio dell’accordo sul nucleare del 2015. L’iniziativa per rilanciare il patto avanzata dal sultano dell’Oman è sempre sul tavolo, ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran, citato da Tasnim.

I colloqui per tornare al Jcpoa, avviati alla fine del 2021, si trovano in fase di stallo dopo che i partecipanti occidentali (Francia, Gran Bretagna e Germania) hanno criticato l’Iran per avere aumentato le sue attività nucleari, anche con l’arricchimento dell’uranio a un livello superiore rispetto alle restrizioni previste dall’accordo.
 

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