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Berna rinnova il suo impegno nei confronti della pace in Ucraina

Volodymyr Zelensky seduto di fronte a Viola Amherd.
Volodymyr Zelensky seduto di fronte a Viola Amherd. Keystone / Alessandro Della Valle / Pool

Ci sarà un nuovo vertice per la pace in Ucraina organizzato dalla Svizzera: è questo il primo risultato ottenuto dalla visita del presidente Volodymyr Zelensky a Berna e a Davos.

La Svizzera è disposta ad impegnarsi per l’organizzazione di un vertice per una pace giusta in Ucraina. Lo ha dichiarato davanti ai media stasera la presidente della Confederazione, Viola Amherd, accompagnata dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Per Zelensky, che ha ricordato la conferenzaCollegamento esterno tenutasi nel fine settimana a Davos, nel Cantone Grigioni, sul tema della pace in Ucraina alla quale hanno partecipato delegati di 83 Stati, ha detto di sperare che il futuro summit includa un grande numero di Paesi, fra cui anche la Cina, affinché si possa giungere ad una pace giusta e duratura nel solco dei principi della Carta delle Nazioni Unite.

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Il ruolo della Russia nei negoziati

In particolare – senza mai citare la Russia – saranno benvenuti quei Paesi che rispettano la sovranità e l’integrità dell’Ucraina, ha precisato Zelensky. Domenica, sempre nella località grigionese, il “ministro” degli esteri Ignazio Cassis ha dichiarato che la Russia deve essere inglobata nei negoziati se si vuole porre fine alla guerra.

Per quanto attiene alle relazioni fra i due Paesi, Viola Amherd ha ricordato la solidarietà con lo Stato ucraino e la sua popolazione, “costretta a trascorrere un altro inverno di guerra, il terzo”. L’Ucraina, insomma, può contare fin dall’inizio della guerra di aggressione russa sul sostegno della Confederazione sia a livello umanitario che politico, ha aggiunto la “ministra” della difesa. In particolare, Amherd e Zelensky hanno affrontato oggi, assieme alle rispettive delegazioni, il tema della ricostruzione e, in particolare, dell’importanza dello sminamento affinché la popolazione possa tornare a casa in sicurezza.

Sminamento importante anche per la produzione di derrate alimentari, ha ricordato la consigliera federale, essendo l’Ucraina un grande esportare (specie di cereali). Amherd ha detto che la Svizzera s’impegna a livello internazionale affinché Kiev possa esportare all’estero la propria produzione, nonostante le reticenze della Russia, per evitare carenze di cibo a livello mondiale.

“Neutrali, ma non indifferenti”

Nel suo intervento, Zelensky ha voluto dapprima ringraziare la Svizzera e la sua popolazione per il sostegno indefettibile finora dimostrato all’Ucraina e alla sua popolazione a livello umanitario, politico e finanziario. “Nonostante la vostra neutralità, non siete rimasti indifferenti, non ignorate la realtà”, ha aggiunto il presidente ucraino.

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Zelensky ha parlato anche dell’importanza delle sanzioni, e del modo per renderle sempre più efficaci al fine di indebolire l’industria bellica russa che tanti danni ha causato alle infrastrutture del paese e sofferenza alla popolazione civile. L’ex attore, eletto alla presidenza del suo paese, ha ringraziato Amherd anche per l’impegno della Svizzera nella ricerca di una soluzione per l’istituzione di tribunale speciale per giudicare i responsabili di questa guerra di aggressione. Zelensky ha ricordato che l’attacco russo non è stato provocato e che qualcosa di simile non si vedeva dalla Seconda Guerra mondiale. La Russia – ha sostenuto prima di concludere con un “Gloria all’Ucraina”, “deve pagare un prezzo per quello che ha fatto”.

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Ai colloqui oggi a Berna, in rappresentanza del Consiglio federale hanno preso parte anche Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e incaricato di organizzare il prossimo vertice per la pace, e il consigliere federale Beat Jans, direttore del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). Zelensky era accompagnato dal ministro degli esteri Dmytro Kuleba e dal capo dell’Ufficio presidenziale Andriy Jermak.

Nell’ambito della cooperazione internazionale, la Svizzera sostiene gli sforzi di riforma dell’Ucraina fin dagli anni Novanta. Tali sforzi si sono intensificati dopo l’attacco russo. A livello di cooperazione internazionale, per sostenere il Paese e per la sua ricostruzione sono stati stanziati circa 1,5 miliardi di franchi fino al 2028. La delegazione del Consiglio federale ha sottolineato che, alla luce delle esigenze e dell’impegno della comunità internazionale, la Svizzera è molto interessata a coordinare i propri sforzi con altri Paesi donatori.

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Il ruolo della Svizzera

L’incontro di Davos ha rappresentato la seconda conferenza internazionale sull’Ucraina ospitata dalla Svizzera dallo scoppio della guerra nel febbraio 2022. Nel luglio 2022, la Svizzera ha riunito numerosi partner nella città meridionale di Lugano per elaborare un quadro per il processo politico di ricostruzione dell’Ucraina.

Cassis ha sottolineato la “lunga tradizione di promozione della pace” della Svizzera come fattore importante per ospitare i colloqui a Davos. La Confederazione è inoltre coinvolta in tre gruppi di lavoro legati alla cosiddetta formula della pace, tra cui la sicurezza nucleare, la sicurezza alimentare e la conclusione della guerra.

Fondi e accoglienza

Nel quadro della cooperazione internazionale, dal 24 febbraio 2022 la Confederazione ha stanziato circa 400 milioni per l’Ucraina e i Paesi limitrofi. Quale parte del sostegno svizzero all’Ucraina, alla fine del mese di settembre il Consiglio federale ha destinato 100 milioni per lo sminamento umanitario.

Dallo scoppio della guerra, la Svizzera ha inoltre concesso lo statuto di protezione S a un totale di oltre 90’000 persone. Attualmente vivono in Svizzera con tale statuto circa 66’000 rifugiati ucraini. Per la loro protezione si prevede che nel 2024 la Confederazione investa 1,2 miliardi di franchi.


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