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Il viaggio quotidiano dei frontalieri, l’automobile resta la prima scelta

Auto in coda al valico doganale di Chiasso.
KEYSTONE/Karl Mathis

Viaggiare da soli nella propria automobile è ancora una pratica consolidata tra i lavoratori frontalieri. Nonostante l’uso dei trasporti pubblici sia in costante aumento, il veicolo privato resta il mezzo preferito per raggiungere il posto di lavoro. Posteggi a pagamento e telelavoro possono favorire modalità di spostamento più sostenibili. 

Recentemente, il Canton Ticino ha pubblicato uno studioCollegamento esterno che analizza l’evoluzione delle abitudini di spostamento sia della popolazione residente che dei lavoratori e delle lavoratrici frontalieri italiani impiegati in Ticino, tra il 2019 e il 2023.  

L’indagine si è focalizzata sull’impatto della messa in esercizio della galleria ferroviaria di base del Monte Ceneri (che ha dimezzato i tempi di percorrenza in treno tra Lugano e Bellinzona) e sul potenziamento dei servizi di trasporto pubblico, cercando di capire se e come questi fattori abbiano influenzato le scelte di mobilità quotidiane.  

Lo studio ha considerato un totale di 24’577 questionari completati per la popolazione ticinese (21’997 per il 2019) e 2’458 questionari completati per la popolazione frontaliera (1’894 per il 2019). 

Per quanto riguarda il campione di lavoratori frontalieri, i dati sono stati raccolti attraverso la distribuzione di circa 10’000 volantini in valichi doganali durante l’ora di punta. 

Lo scopo dello studio è fornire dati concreti per supportare future politiche di mobilità sostenibile, orientando le scelte sia per i residenti che per i frontalieri. 

L’auto privata rimane il mezzo preferito

L’automobile privata continua a essere il mezzo di trasporto più utilizzato per il tragitto casa-lavoro. Secondo i dati emersi dallo studio, il 68% dei lavoratori residenti in Ticino si sposta con la propria auto. La percentuale è ancora più alta tra i frontalieri, dove raggiunge il 77%. 

Negli ultimi anni, però, si osservano alcuni cambiamenti. Tra il 2019 e il 2023, il traffico privato ha registrato una leggera diminuzione: un calo del 5% tra i residenti e del 5,3% tra i frontalieri. In parallelo, si è assistito a un aumento dell’utilizzo dei trasporti pubblici, cresciuti del 3,2% tra i residenti in Ticino e del 6,6% tra i frontalieri. 

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Secondo gli autori dello studio, questo cambiamento è particolarmente evidente nelle aree di Bellinzona e Lugano. A contribuire a questa evoluzione potrebbero essere sia i miglioramenti nei servizi di trasporto pubblico, sia la maggiore distanza di queste città dal confine. In effetti, per chi proviene da fuori, il viaggio in auto verso queste zone può diventare più lungo e scomodo, soprattutto a causa del traffico intenso e delle code frequenti, in particolare lungo il tratto autostradale tra Chiasso, Mendrisio e Lugano. 

Il car pooling non decolla

Nonostante alcuni segnali di miglioramento, la condivisione dell’automobile (car pooling) non è ancora una pratica consolidata né tra i residenti né tra i frontalieri. È prassi consolidata vedere infatti lunghe code di automobili sulle autostrade e sulle strade cantonali occupate da un’unica persona. Un’abitudine, già confermata dal quarto rilevamento del traffico transfrontaliero pubblicato dal Dipartimento ticinese del territorio nel 2022, che contribuisce a creare disagi al traffico ed emissioni nocive per l’ambiente nelle regioni interessate, in particolare il Mendrisiotto. Lo studio del 2022 evidenziava che quotidianamente l’82% dei veicoli in entrata in Ticino era occupato solo dal conducente. 

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Tornando al car pooling, in Ticino più di due terzi degli automobilisti (68,7%) non ricorrono mai a questa possibilità, e solo il 2% dei lavoratori residenti condivide regolarmente l’automobile. Circa il 10% lo fa solo occasionalmente.  

I dati dei frontalieri sono leggermente migliori: sebbene il 54,2% non faccia mai car pooling, l’11,6% lo pratica regolarmente e circa il 13% vi ricorre più volte alla settimana. 

Tempi di percorrenza

La maggior parte dei residenti in Ticino (37,6%) impiega tra 15 e 30 minuti per raggiungere il luogo di lavoro. Poco meno di una persona su due (23,5%) tra i 30 e i 60 minuti.  Rispetto al 2019, queste due fasce hanno registrato un lieve calo, mentre è aumentata del 2,1% la quota di chi impiega più di un’ora per il tragitto casa-lavoro. 

Quando il tempo di percorrenza è molto breve – fino a 5 minuti – prevalgono modalità di spostamento sostenibili come il camminare o l’uso della bicicletta, scelte da oltre la metà delle persone (51,9%). Al contrario, all’aumentare del tempo di viaggio cresce il ricorso ai trasporti pubblici, che arrivano a essere utilizzati dal 57,2% di chi impiega più di un’ora per raggiungere il lavoro. L’uso dell’automobile, invece, mostra un andamento diverso: aumenta progressivamente fino ai 30 minuti (raggiungendo il 77,2%), per poi diminuire nei tragitti più lunghi. 

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Diverso è il quadro per i lavoratori frontalieri, i cui spostamenti sono in genere più lunghi. Anche in questo caso, l’utilizzo dei mezzi pubblici cresce con l’aumentare della durata del tragitto. Per gli spostamenti superiori ai 60 minuti, infatti, il 37,4% dei frontalieri si affida al trasporto pubblico. Al contrario, per i viaggi più brevi, tra i 15 e i 30 minuti, l’uso dei mezzi pubblici è limitato al 4,5%, mentre la quasi totalità preferisce l’auto (92,2%). 

Abbonamenti ai trasporti pubblici

Tra i frontalieri, circa uno su quattro (24,3%) possiede un abbonamento per i trasporti pubblici. Un dato interessante emerge osservando la distanza dal confine: l’utilizzo degli abbonamenti aumenta sensibilmente man mano che ci si allontana. Ad esempio, tra i frontalieri che lavorano a Bellinzona o nelle aree limitrofe – a oltre 50 km dal confine – ben il 52,3% dispone di un abbonamento. Al contrario, nelle zone più vicine al confine, la maggior parte dei frontalieri non possiede alcuna forma di abbonamento ai trasporti pubblici. 

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Anche il modo in cui si raggiunge la stazione ferroviaria varia in base alla provenienza. La maggioranza dei frontalieri (63,5%) arriva in auto, mentre tra i residenti in Ticino questa percentuale scende drasticamente al 17,3%. Al contrario, i ticinesi utilizzano molto più spesso gli autobus per raggiungere la stazione: lo fa il 39,5% di loro, contro appena il 4,3% dei frontalieri. 

Posteggio gratuito, un fattore determinante

Lo studio ha messo in luce un fattore determinante nella scelta del mezzo di trasporto per recarsi al lavoro: la disponibilità di un posteggio gratuito. In effetti, una larga maggioranza di chi si sposta in auto – il 60,8% – non paga il parcheggio sul posto di lavoro. Il 35,1% degli automobilisti, invece, sostiene interamente il costo del posteggio, mentre una quota più ridotta, pari al 4,1%, contribuisce solo in parte alle spese. 

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La possibilità di parcheggiare gratuitamente incide in modo evidente sulle abitudini di mobilità. Tra i residenti, quando il posteggio è gratuito, ben il 72,1% sceglie di utilizzare l’auto per andare al lavoro. Le altre modalità di trasporto risultano nettamente meno frequenti: il 10,9% opta per i mezzi pubblici, il 10,8% per forme di mobilità dolce (come bicicletta o spostamenti a piedi) e il 6,1% per la moto. 

Il fenomeno è ancora più marcato tra i frontalieri. In presenza di parcheggio gratuito, l’uso dell’automobile sale all’81,3%. Quando il parcheggio diventa a pagamento, l’auto perde attrattività: la percentuale scende al 60,8%, mentre cresce l’utilizzo dei trasporti pubblici, scelti dal 35,1% dei lavoratori transfrontalieri. 

Il telelavoro e i cambiamenti nelle abitudini di mobilità

L’introduzione del telelavoro, che consente ai frontalieri di svolgere da casa fino al 25% della propria attività lavorativa, ha influenzato in modo significativo le abitudini di mobilità. Tuttavia, non tutti hanno la possibilità di accedere a questa modalità. Secondo i dati raccolti, il 39,5% degli intervistati non può lavorare da remoto, mentre il 45,4% pur potendo non lo ha mai fatto. Solo il 12,5% effettua un giorno alla settimana in telelavoro, e una percentuale molto più ridotta (2,6%) lavora da casa per più di un giorno a settimana. 

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persona dietro a un computer in uan casa

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Questo contenuto è stato pubblicato al Dopo il Consiglio nazionale, anche quello degli Stati ha approvato giovedì la legge federale ad hoc sull’imposizione del telelavoro dei lavoratori e delle lavoratrici frontaliere. La norma ricalca le soluzioni già negoziate separatamente con la Francia e l’Italia.

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Per chi non ha la possibilità di svolgere la propria attività da remoto, l’automobile resta il mezzo di trasporto principale, scelta nell’87,8% dei casi. Questo è particolarmente vero per chi lavora presso i clienti o sui cantieri, contesti che rendono difficile, se non impossibile, il ricorso ai trasporti pubblici. 

Le cose cambiano tra coloro che svolgono almeno un giorno di telelavoro alla settimana. In questo gruppo, l’utilizzo dell’auto si riduce al 59,6%, mentre aumenta sensibilmente il ricorso ai mezzi pubblici, scelti dal 39,4% degli intervistati.

Questo suggerisce che anche una parziale adozione del lavoro da casa può incidere positivamente sulla mobilità, favorendo modalità di spostamento più sostenibili. 

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