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Sostegno al terrorismo, alla sbarra due cittadini svizzeri

persone su un carro armato
Membri dello Stato islamico sfilano per le strade di Raqqa nel 2014. La città siriana è stata controllata dall'organizzazione terroristica dal 2014 al 2017. Keystone / Uncredited

I genitori di un combattente in Siria nelle fila dello Stato Islamico (ISIS) dovranno comparire davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona (TPF) con l'accusa di aver sostenuto l'organizzazione terroristica con oltre 50'000 franchi.

A darne notizia è giovedì il Ministero pubblico della ConfederazioneCollegamento esterno (MPC) che ha promosso l’accusa contro una cittadina svizzero-spagnola di 59 anni e un cittadino svizzero di 69 anni, residenti a Ginevra.

Gli imputati sono i genitori di un 29enne, ora sotto custodia dei curdi in Siria, contro il quale l’MPC ha avviato nel 2015 un procedimento penale per sospetto sostegno, rispettivamente partecipazione, a un’organizzazione criminale e per violazione della legge federale che vieta i gruppi “Al-Qaïda” e “Stato islamico” nonché le organizzazioni associate.

Quanto ai genitori dell’uomo, sono accusati di aver inviato al figlio e ad altri membri dell’ISIS un totale di oltre 50’000 franchi nel periodo dal settembre 2016 al maggio 2019.

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Gli imputati e il figlio erano in contatto regolare dal luglio 2015, precisa il comunicato. Secondo l’accusa, sapevano che il figlio stava combattendo in Siria per l’ISIS. Erano anche a conoscenza del fatto che aveva bisogno di pochi soldi per mantenersi.

L’MPC rimprovera quindi ai genitori di aver contribuito, con le ingenti somme trasferite, a coprire le spese correnti del figlio e di altri membri dell’ISIS, permettendo loro di continuare a essere attivi nella zona di guerra. Vista l’importante somma trasferita avrebbero altresì partecipato al finanziamento delle attività dello Stato Islamico.

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