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Condannato in Svizzera un sostenitore dello Stato Islamico

Un particolare della facciata del Tribunale penale federale di Bellinzona.
© Keystone / Ti-press / Gabriele Putzu

Un cittadino turco di 26 anni è stato condannato dal Tribunale penale federale di Bellinzona per aver sostenuto il sedicente Stato Islamico. Nato e cresciuto in Svizzera, il giovane non è stato espulso dal Paese.

L’uomo, appartenente al circolo salafita di Winterthur (Canton Zurigo) e residente a Sciaffusa, è stato condannato a una pena detentiva di 28 mesi parzialmente sospesi. Per il 26enne turco non è però stata disposta l’espulsione dalla Svizzera come richiesto dal Ministero pubblico della Confederazione.

Dei 28 mesi, sette saranno da scontare. Tenuto conto che quattro mesi e mezzo l’imputato li ha già trascorsi in detenzione preventiva, ne restano 2 e mezzo. Inoltre, la Corte penale ha inflitto una pena pecuniaria pari a dieci aliquote giornaliere da 130 franchi con la condizionale, alle quali si aggiungono 25’000 franchi di spese processuali.

Il TPF ha deciso di non procedere all’espulsione dal paese ritenendo la pena sproporzionata, in quanto i reati commessi non rientrano tra quelli che comportano l’allontanamento dal territorio elvetico ai sensi del Codice penale, ma anche perché il 26enne turco è nato e cresciuto in Svizzera. Pertanto, è stato ritenuto che il giovane gode di stretti legami nel paese, dove tra l’altro risiedono la madre e il patrigno. Inoltre, la Corte penale ha considerato adeguata l’integrazione economica dell’accusato.

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L’attivista islamista è stato ritenuto colpevole di aver violato la Legge federale che vieta i gruppi “Al-Qaïda” e “Stato islamico” nonché le organizzazioni associate e di aver detenuto e messo a disposizione immagini di cruda violenza.

Il giovane è stato ritenuto colpevole di aver incoraggiato nel 2019 una minorenne residente in Austria a recarsi con lui in Siria e di affiliarsi al gruppo terroristico del califfato. L’imputato aveva intenzione di sposare la ragazza secondo la legge islamica, prima di unirsi all’ISIS.

Il 26enne turco è stato anche ritenuto colpevole di aver prodotto e distribuito propaganda per lo Stato Islamico e Al-Qaeda, nonché di aver raccolto denaro attraverso un sito di crowdfunding con lo scopo di finanziare esponenti dell’ISIS.


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