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Assolto lo svizzero che è andato a combattere contro l’ISIS

Tribunale militare
Il tribunale ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per dimostrare che si fosse unito alla lotta armata. © Keystone / Jean-christophe Bott

Corte militare ha assolto venerdì un giovane accusato di essersi unito a un gruppo armato curdo in Siria per combattere lo Stato Islamico.

L’imputato era accusato di aver prestato “servizio militare all’estero”, per aver partecipato ad azioni contro l’ISIS che alla fine del 2015 aveva conquistato ampie zone della Siria e dell’Iraq, imponendo un regime repressivo fondato sulla Sharia.

Il tribunale militare di Sion, nel Canton Vallese, ha accertato che egli si è recato nella regione autonoma curda (Rojava) per circa sei mesi tra il 2015 e il 2016. Ha inoltre evidenziato la sua simpatia per la causa curda e i suoi ideali internazionalisti.

Tuttavia, il tribunale ha ritenuto insufficienti le prove del suo coinvolgimento nella lotta armata contro il gruppo militante dello Stato Islamico. Le spese del procedimento e gli onorari degli avvocati sono a carico del governo federale.

Secondo il diritto penale militare svizzero, il servizio all’estero – come l’essere un mercenario – può essere punito con una pena detentiva fino a tre anni o una multa.

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