Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
è una storia che ha dell’incredibile: un’89enne del Varesotto è sopravvissuta per quattro giorni in un bosco vicino al confine elvetico, nel quale si era persa dopo essere uscita alla ricerca di funghi, bevendo acqua piovana e coprendosi con la vegetazione. Ritrovata in evidente stato di shock e disidratata, quando ha recuperato le forze la donna ha raccontato che ha anche avuto compagnia durante la sua disavventura: una volpe che le si è avvicinata a più riprese e con la quale ha anche parlato in alcune occasioni, chiedendole di non farle del male.
Tutto è bene quel che finisce bene, insomma.
Vi lascio ora alla lettura delle notizie del giorno.
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Il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi è ancora una meta lontana per la Svizzera e la colpa è anche dei Cantoni, che non stanno facendo abbastanza per ridurre il proprio impatto climatico.
È quanto emerge da una nuova classifica del WWF Svizzera, che sottolinea che nonostante il fatto che numerosi Cantoni siano stati “in grado di compiere progressi significativi negli ultimi anni e la situazione [sia] cambiata notevolmente, in particolare per quanto riguarda la sostituzione dei vecchi sistemi di riscaldamento con soluzioni più rispettose del clima”, questo non basta, secondo Leandro De Angelis, specialista di energia dell’organizzazione ambientalista.
Secondo la classifica, il cantone più attento al clima è Basilea Città, che continua a perseguire la politica energetica climatica più coerente della Svizzera. Appenzello Interno è in fondo alla graduatoria e il Ticino è quartultimo. Dall’ultima classifica del 2019, molti hanno fatto progressi, sia fissando obiettivi più ambiziosi sia attuando misure più incisive, osserva lo studio. Neuchâtel, Sciaffusa, Uri, Vallese e Zurigo, in particolare, hanno fatto un salto di qualità e ora formano il gruppo di testa, subito dopo Basilea.
Il WWF sottolinea che i Cantoni svolgono un ruolo centrale nella protezione del clima poiché prendono decisioni autonome, soprattutto nel settore dell’edilizia, che è responsabile del 40% del consumo energetico della Svizzera e causa quasi un quarto delle emissioni di gas serra del Paese.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Una soluzione potrebbe essere un maggiore ricorso all’energia eolica, secondo questa notizia uscita ieri.
- Dagli archivi di SWI swissinfo.ch un articolo del mio collega Luigi Jorio: “Cosa significa un riscaldamento di 1,5°C per la Svizzera e per il mondo?”
Il Consiglio federale non fa abbastanza per proteggere gli insetti, organismi in forte declino in Svizzera. Lo denuncia oggi Birdlife, associazione per la protezione della natura e degli uccelli, ricordando che sono già passati cinque anni da quando la Commissione dell’ambiente del Consiglio nazionale ha votato a favore di una mozione per contrastare la morìa di questi animali.
Non c’è più tempo per lungaggini, è ora di agire, secondo Birdlife: nella Confederazione c’è un bisogno urgente di un programma di salvataggio degli insetti. La diversità e le dimensioni delle popolazioni di questi animali sono fortemente diminuite, soprattutto sull’Altopiano centrale. Complessivamente, quasi il 60% delle specie d’insetti in Svizzera è in pericolo o potenzialmente in pericolo, rammenta l’ONG, sottolineando che 59 specie (9,6%) di api selvatiche sono già estinte, come emerge dalla Lista Rossa 2024Collegamento esterno.
Oltre a descrivere la situazione e le cause, scienziate e scienziati hanno anche presentato un programma in 12 punti per salvare la diversità degli insetti in Svizzera. Comprende misure come la riqualificazione degli habitat, la riduzione degli apporti di pesticidi e dell’inquinamento luminoso o ancora l’abolizione delle sovvenzioni che danneggiano la biodiversità.
Gli insetti, ricorda infine l’associazione, sono fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi, come impollinatori, controllori naturali dei parassiti, preservatori della fertilità del suolo e fonti di cibo per uccelli, pesci e molti altri organismi.
- La notizia riportata dal portale online del quotidiano laRegioneCollegamento esterno.
- Il comunicatoCollegamento esterno di Birdlife (in tedesco).
- “La lenta scomparsa degli insetti”: un mio contributo dagli archivi di tvsvizzera.it.
- La lista rossaCollegamento esterno dell’Ufficio federale dell’ambiente delle specie minacciate in Svizzera.
Il ritorno del doppio cognome dopo il matrimonio, abolito nel 2013, non dovrebbe incontrare ostacoli in Parlamento. Dopo il “sì” del Consiglio nazionale, la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAG-S) è entrata in materia su questo dossier a larga maggioranza. Prima del voto definitivo, si attendono però alcuni chiarimenti su aspetti particolari del progetto di legge.
La commissione è giunta alla conclusione che la decisione del 2013 sia da considerare un passo indietro, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari. Secondo la CAG-S, inoltre, obbligare un coniuge a cambiare o abbandonare il proprio cognome se desidera creare un legame onomastico con il partner o con i figli comuni mette in discussione il principio della parità di diritti.
Alla commissione piace inoltre la semplicità del progetto: al momento del matrimonio, gli sposi possono decidere individualmente se mantenere il proprio cognome, assumere quello del marito o della moglie oppure portarli entrambi. In quest’ultimo caso possono stabilire autonomamente l’ordine dei cognomi e decidere se questi debbano essere uniti da un trattino.
In una delle prossime sedute la CAG-S esaminerà nei particolari il progetto di legge e, in quest’ottica, ha incaricato l’amministrazione federale di analizzare la questione del cognome delle coppie non sposate con figli comuni e il principio del cognome da nubile o celibe.
- La notizia riportata dal portale online del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI swissinfo.ch, un articolo della mia collega Jessica Davis Plüss: “Perché i doppi cognomi suscitano controversia in Svizzera”.
- La situazione è diversa in Italia, come si può leggere in questo articolo dagli archivi di tvsvizzera.it: “In Italia i figli porteranno i cognomi dei due genitori”.
Vivere lo spazio senza doversi accollare il lungo viaggio fino alla Luna: è stato possibile per sei giovani che sono stati selezionati per partecipare al progetto “Asclepios” che simula una missione lunare nel massiccio del San Gottardo.
Il gruppo di studenti e studentesse selezionati ha passato 15 giorni in condizioni che, a eccezione dell’assenza di gravità, simulano in tutto e per tutto quanto vivono astronaute e astronauti nello spazio.
Nel corso del mese di luglio di quest’anno hanno dovuto passare 24 ore in quarantena, conoscersi, imparare a condividere spazi molto ristretti, privi di qualsiasi tipo di privacy, nutrirsi di cibo liofilizzato, portare avanti degli esperimenti e mantenersi in forma.
Al processo di selezione ha partecipato anche l’astronauta svizzero Claude Nicollier, che ha contribuito alla scelta dei nomi finali partendo da un pool di 23’000 candidate e candidati. In seguito, i “vincitori” e le “vincitrici” hanno partecipato per un anno ad addestramenti in Italia e nella Repubblica di Andorra.
- Una cronaca della missione in questo contributo della giornalista di SRF Lea Bloch, ripreso da SWI swissinfo.ch.
- Il sito ufficialeCollegamento esterno del progetto Asclepios.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Marco Sieber è il secondo astronauta elvetico”.
- Il dossier di SWI swissinfo.ch sulla presenza elvetica nello spazio.
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