Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
non c'è ancora la versione ufficiale, ma si delineano i dettagli della tragedia avvenuta questo fine settimana nelle Alpi vallesane. Sei sci escursionisti esperti della montagna si sono persi a causa di una tempesta di neve e per loro non c'è stato nulla da fare. Secondo il responsabile dei soccorsi di Air Zermatt i cinque di cui sono stati ritrovati i corpi sarebbero morti assiderati. Si continua invece a cercare la sesta persona, ma le probabilità di ritrovarla in vita sono praticamente nulle, a tre giorni dall'inizio delle ricerche.
Una tragedia che c'insegna, ancora una volta, che la montagna non perdona nemmeno i più preparati.
Vi lascio ora alla lettura delle altre notizie del giorno.
Come già anticipato alcune settimane fa, nel 2023 in Svizzera il numero di episodi di antisemitismo “è salito alle stelle”. A confermarlo è un rapporto pubblicato oggi dalla Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) e dalla Fondazione contro il razzismo e l’antisemitismo (GRA). Un marcato incremento di simili atti è stato registrato, si legge in una nota, soprattutto “in seguito gli attacchi terroristici compiuti da Hamas ai danni dello Stato ebraico” lo scorso 7 ottobre.
Nella Svizzera tedesca e italiana si sono contati nell’anno in rassegna un totale di 1’130 casi qualificabili come manifestazioni di razzismo, ossia 220 in più rispetto al 2022. Questi dati comprendono anche fatti avvenuti online. Le cifre riguardanti la Svizzera francese sono già state rese note un mese fa: la CICAD ha rilevato una crescita del 68% nel 2023 in Romandia. Quasi la metà del totale (944) si sono verificati dopo il 7 ottobre.
In seguito all’aggressione di un 50enne ebreo ortodosso, avvenuta lo scorso 2 marzo a Zurigo, il Segretario generale della CICAD ha chiesto che venga istituito un piano d’azione nazionale per frenare questa ondata di odio. Il Governo ha accolto l’idea e ha annunciato, in collaborazione con i Cantoni, l’elaborazione di una strategia in questo senso.
Intanto è emerso che l’autore dell’attacco (che secondo la FSCI e la GRA rappresenta il più grave crimine d’odio antisemita compiuto in Svizzera negli ultimi due decenni) non era noto alle autorità. Ricordiamo che il 15enne, svizzero di origini marocchine, ha agito in solidarietà con il sedicente Stato islamico (IS) e ha rivendicato il proprio gesto in un video, nel quale invoca una “lotta mondiale contro gli ebrei”.
- Le cifre dell’antisemitismo in Svizzera tedesca e italianaCollegamento esterno e quelle romande.
- Il rapporto dell’FSCICollegamento esterno.
- Il focus di SWI Swissinfo.ch riguardante l’antisemitismo nella Confederazione.
- L’aggressione di Zurigo e le ultime notizie riguardanti l’episodio.
La Commissione europea può negoziare con Berna le future relazioni tra l’UE e la Svizzera. Gli Stati membri hanno approvato oggi il mandato della Commissione UE per i negoziati con la Confederazione.
Lo ha confermato un funzionario dell’UE all’agenzia Keystone-ATS. Il mandato negoziale con la Svizzera era uno dei punti all’ordine del giorno del Consiglio Affari economici e finanziari. Quest’ultimo doveva approvare formalmente il mandato. Prima di ciò, i gruppi di lavoro e le rappresentanze permanenti degli Stati membri dell’UE hanno discusso il mandato presentato dalla Commissione.
Questo “sì” arriva pochi giorni dopo quello di Berna, che ha adottato il mandato lo scorso venerdì. Entrambe le parti sono ora pronte a negoziare e le trattative dovrebbero iniziare già questo mese, ha dichiarato la scorsa settimana il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Ignazio Cassis.
I negoziati verteranno su numerosi temi: quelli di carattere istituzionale, quelli commerciali (riguardanti, per esempio, il mercato alimentare o ancora quello dell’elettricità), la libera circolazione delle persone o, ancora, il mondo del lavoro.
- La notizia riportata dal portale tio.chCollegamento esterno, che cita anche le posizioni di favorevoli e contrariCollegamento esterno.
- Tutto quello che c’è da sapere sul mandato negoziale sul portale bluewin.chCollegamento esterno.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Il Governo adotta il mandato negoziale con l’UE”.
In futuro, i matrimoni potranno essere dichiarati nulli da un tribunale fino ai 25 anni di un coniuge che ha convolato a nozze da minorenne. È quanto prevede un progetto del Consiglio federale approvato oggi all’unanimità dal Consiglio degli Stati (Camera alta del Parlamento elvetico) e il dossier va ora al Nazionale (Camera bassa). La Camera dei cantoni si è anche pronunciata a favore di una modifica del Codice penale che consentirà di sanzionare i matrimoni forzati a prescindere che si tratti di unioni civili o religiose.
Attualmente, l’annullamento di un’unione è possibile solo fino al compimento dei 18 anni. Con questa modifica, quindi, sia le spose e gli sposi che le autorità hanno più tempo per far dichiarare nulla l’unione avvenuta quando uno dei coniugi era minorenne.
In Svizzera, ricordiamo, i matrimoni tra minorenni sono vietati dal 2013, ma se l’unione avviene all’estero, la famiglia può segnalarla più tardi e capita spesso che questo avvenga proprio dopo il compimento del diciottesimo anno di età di entrambi i partner.
Oltre alla modifica dell’età limite per annullare i matrimoni, in futuro questi ultimi non saranno più considerati validi se uno dei coniugi era residente in Svizzera al momento delle nozze. Una norma, questa, che mira a contrastare i cosiddetti “matrimoni estivi”, ossia quelli che avvengono nel corso di vacanze all’estero. In molti casi questi vengono organizzati dalle famiglie a insaputa degli sposi.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Tutte le informazioni sui matrimoni tra minorenni sulla pagina dell’Ufficio federale di giustizia UFGCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Questi bambini che arrivano in Svizzera da sposati e lo rimangono”.
In Svizzera una persona su sei ha avuto difficoltà a pagare le imposte negli ultimi anni, secondo un sondaggio condotto dal portale di confronti internet Comparis.
Il 77% delle persone interpellate (1’059 in totale) è stato in grado di onorare tutti i suoi debiti fiscali nel periodo di osservazione, che va dal 2017 al 2021, mentre il 16% si è trovato in situazione difficile. Il rimanente 7% non ha fornito indicazioni al proposito. Il 7% è riuscito a onorare le fatture in questione chiedendo un prestito ad amici e parenti o a una banca, mentre il 6% ha dovuto richiedere una proroga. Infine, il 3% non è stato in grado di soddisfare le richieste di pagamento e ha quindi ricevuto uno o più precetti esecutivi.
“Le imposte sono spesso in cima alla lista delle spese arretrate delle economie domestiche, seguite dai premi di cassa malati”, afferma l’esperto di Comparis Michael Kuhn, citato in un comunicato. “Chi si trova in difficoltà finanziarie fa spesso fatica a pagare le fatture tributarie”. La categoria più colpita da queste difficoltà è quella dei e delle giovani: il 12% dei 18-35enni ha dovuto chiedere un prestito ad amici, parenti o a un istituto di credito. Questa percentuale è significativamente inferiore tra le persone di età compresa tra i 36 e i 55 anni (6%) e fra gli over 56 (3%). “Con l’aumentare dell’età diminuiscono le difficoltà a pagare le imposte con le proprie risorse: tutto questo ovviamente anche grazie al reddito più alto”, osserva Kuhn.
Oltre a quelle di età, vi sono anche differenze regionali (che ritornano spesso quando si parla di indebitamento in generale): nella Svizzera tedesca la percentuale di persone che non ha ancora pagato le tasse del 2021 è del 3%, nella Svizzera francese del 7%, mentre nella Svizzera italiana, che risulta anche essere la regione con la più alta percentuale di persone a rischio povertà, è dell’8%.
- La notizia riportata dal portale online del quotidiano laRegioneCollegamento esterno.
- “La lunga lista delle persone che non pagano la sanità”: in questo suo articolo il mio collega Riccardo Franciolli racconta di chi non riesce a pagare l’assicurazione sanitaria in Svizzera.
- Lo studio svolto da ComparisCollegamento esterno.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Un quinto degli svizzeri non riesce a pagare le spese impreviste”.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “La povertà ‘fraintesa’ nella ricca Svizzera”.
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