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In Ticino, una persona su quattro è a rischio povertà

Immagine di una persona che porge una ciotola di cibo a un altra.
Le statistiche mostrano che nel Canton Ticino una persona su quattro è a rischio di povertà. Keystone/anthony Anex

Sempre più persone nel canton Ticino non hanno soldi per le necessità di base. La povertà cresce e la politica sembrano impotenti.

Nel Canton Ticino, organizzazioni umanitarie come Soccorso d’inverno e l’associazione Tavolino magico stanno suonando il campanello d’allarme. Dicono che la povertà tra la popolazione locale sta crescendo. Pertanto, stanno intensificando i loro programmi di aiuto, comprese le donazioni di cibo.

Anche il frate cappuccino Martino, responsabile della “Fondazione Francesco”, nota che sempre più persone chiedono aiuto al suo banco alimentare. Un numero crescente di persone non ha i soldi per soddisfare i propri bisogni primari e per molti è difficile parlarne: “La povertà è una vergogna per molte persone nel canton Ticino”, afferma.

Meno di 2’500 franchi al mese

Le persone si rivolgono sempre più spesso ai centri di accoglienza, dove non devono identificarsi, per ottenere un pasto caldo. Le statistiche mostrano che una persona su quattro in Ticino è a rischio di povertà.

Questo significa che se la cava con meno di 2’500 franchi svizzeri al mese. La situazione è la stessa nella regione del Lago di Ginevra. Nel resto della Svizzera, invece, solo una persona su sette è a rischio di povertà.

Il professore di economia Christian Marazzi ha pubblicato il primo studio sulla povertà nel canton Ticino 30 anni fa. Secondo lui, ciò che è cambiato negli ultimi 30 anni è il modo in cui percepiamo la povertà in Svizzera e il fatto che ne parliamo. In passato Marazzi è stato accusato di essersi inventato la povertà. Allora come oggi, sono soprattutto le donne a essere colpite da questo problema. E, a differenza di allora, oggi esiste il fenomeno dei lavoratori poveri.

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Un’altra differenza è il forte aumento di lavoratrici e lavoratori temporanei, che va di pari passo con l’aumento dei e delle pendolari transfrontalieri. Questo sviluppo sta alimentando la pressione salariale e i discorsi sul dumping sono una questione continuamente discussa nel cantone meridionale. Anche il rischio di scivolare nella povertà è presente nella percezione della popolazione.

Un fallimento della politica?

Una volta si parlava di povertà nei circoli sociali, nelle chiese o all’interno della sinistra politica. Il movimento di destra “Lega dei ticinesi” ha portato la questione anche a destra, focalizzando la sua attenzione sul rischio di povertà per la popolazione ticinese.

E, poiché il rischio di povertà non tende a diminuire, la politica deve inevitabilmente essere accusata di un certo fallimento, afferma Marazzi. Ai suoi occhi, una cosa è chiara: il rischio diminuirà solo se verranno apportati cambiamenti fondamentali nella politica e nella società.

Il lavoro deve essere distribuito meglio e i consumi devono essere riconsiderati. Lo stesso vale per la massimizzazione dei profitti. Il 72enne economista ticinese, che pubblica a livello internazionale, spera in questa inversione di tendenza. “Non per me”, dice, “ma per i giovani”.

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