La Camera bassa del Parlamento elvetico ha respinto una mozione che chiedeva al Governo di aderire alla task force internazionale per l'attuazione di sanzioni contro l'oligarchia russa.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
La Svizzera fa già abbastanza circa le sanzioni contro la Russia. Ne è convinto il Consiglio nazionale che ha bocciato mercoledì mattina con 101 voti a 80 una mozione che chiedeva al Governo di aderire al gruppo di lavoro internazionale che si occupa di attuare le sanzioni economiche contro la Federazione russa. Questa bocciatura non rappresenta una vera sorpresa: in commissione, la mozione era stata accolta con un solo voto di differenza (12 a 11).
Stando all’autrice dell’atto parlamentare, la rappresentante sangallese dei Verdi Franziska Ryser, la Confederazione ha una particolare responsabilità per quanto riguarda i patrimoni russi, “vista l’importanza del nostro Paese quale centro del commercio internazionale di materie prime”.
La Svizzera dovrebbe, insomma, impegnarsi maggiormente per garantire un’applicazione sistematica delle sanzioni contro Mosca. A parere di Ryser, un’adesione a REPO – organismo creato dal G7 – consentirebbe un migliore scambio d’informazioni e un migliore coordinamento con gli altri Paesi che applicano le sanzioni.
Per i contrari, che hanno fatto proprio il parere negativo del Governo, la collaborazione con la task force sta funzionando in modo soddisfacente, come dimostrano tra l’altro gli importanti patrimoni congelati in Svizzera, mentre un’adesione formale potrebbe far perdere alla Confederazione la sua autonomia in materia di politica delle sanzioni. Inoltre, le ripercussioni sui buoni uffici, sulla protezione dei dati legati alle sanzioni e le conseguenze giuridiche derivanti da un’eventuale adesione sono ancora troppo poco chiare. “Se aderiamo a questa task force, indeboliamo la nostra capacità di mediazione. (…) Smettiamola di squalificarci da soli. Dobbiamo avere il coraggio di mantenere la nostra posizione”, ha dichiarato il consigliere nazionale liberale radicale zurighese Hans-Peter Portmann.
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