Sanzioni alla Russia, indagata una società svizzera
Una società attiva nel settore delle materie prime intratteneva rapporti commerciali con Mosca attraverso una sua filiale a Dubai. I titolari rischiano fino a 5 anni di carcere.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
confronti di un’azienda svizzera per una presunta violazione delle sanzioni internazionali alla Russia, cui ha aderito la Confederazione.
La società, attiva nel settore delle materie prime, è indagata per alcune transazioni commerciali con la Russia effettuate attraverso una filiale estera che ha sede a Dubai.
Al momento non sono state rilasciate informazioni da parte degli inquirenti sulle modalità con cui sarebbero state eseguite le esportazioni sospette, né i quantitativi commercializzati in violazione dei divieti internazionali.
Lo sviluppo giudiziario della vicenda non costituisce in realtà una sorpresa. In precedenza la Segreteria di Stato dell’economia (SECO), l’agenzia federale del Dipartimento dell’economia (DEFR), si era già occupata del caso e questo aspetto lasciava presagire possibili sviluppi.
L’apertura del procedimento, secondo quanto riporta la radiotelevisione pubblica in lingua tedesca SRF, significa che il caso è stato giudicato particolarmente grave e i responsabili, se saranno riconosciuti colpevoli, rischiano pene fino a cinque anni di carcere.
Nello specifico le transazioni attraverso uno Stato terzo – come in questa vicenda, uno Stato del Golfo – non sono di per sé illegali ma lo diventano a determinate condizioni. In particolare, se emerge un certo legame con la Svizzera, se le transazioni sono controllate direttamente dalla casa madre o se i profitti dei commerci con la Russia confluiscono nella contabilità dell’azienda principale.
Si tratta del primo procedimento in Svizzera per violazione delle sanzioni comminate alla Russia. Un secondo caso analogo, segnalato dalla SECO alla Procura federale, è stato invece archiviato poiché non è stato giudicato rilevante dal profilo penale.
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