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La Confederazione vuole abolire i piccoli rifugi antiatomici

UN rifugio antatomico di una casa monofamiliaree.
Oggi la maggior parte dei rifugi antiatomici delle case monofamiliari sono utilizzati come cantine o magazzini. Keystone / Martin Ruetschi

La Confederazione e i Cantoni vogliono abolire gradualmente i piccoli rifugi antiatomici con meno di sette posti presenti in circa 100’000 case unifamiliari svizzere, poiché troppo vetusti per essere rinnovati. Il nuovo concetto sarà costruire rifugi antiatomici più grandi e più facilmente gestibili dalla Protezione civile.

Oggi questi rifugi antiatomici costruiti sotto gli edifici unifamiliari sono usati per lo più come cantine, stanze per gli hobby o per riporre le cianfrusaglie che non trovano posto altrove. Da circa 20 anni, le nuove case non hanno più l’obbligo di costruire questi rifugi antiatomici. Tuttavia, quelli costruiti in precedenza – sono come detto circa 100’000 – seppur privati, sono “gestiti” dalla Protezione civile per cui i proprietari e le proprietarie sono tenuti a mantenerli in funzione in caso di emergenza.

Un rifugio è un impianto sotterraneo situato al piano cantina di un edificio. I rifugi (chiamati comunemente anche “rifugi antiatomici”) servono a proteggere la popolazione dai conflitti armati, devono resistere agli effetti delle armi moderne, quindi soprattutto alle armi NBC e all’impatto ravvicinato delle armi convenzionali. Possono però offrire una buona protezione anche in caso di catastrofi naturali o antropiche. 

In Svizzera vale il principio: “Un posto protetto per ogni abitante”. Con circa nove milioni di posti protetti disponibili nei circa 370’000 rifugi pubblici e privati, possiamo vantare un grado di copertura di oltre il 100%, anche se sussistono delle differenze a livello cantonale e lacune locali.

La situazione però starebbe per cambiare, come mostra un’inchiesta condotta dai colleghi della televisione svizzera di lingua tedescaCollegamento esterno. La “Concezione dei rifugi” dell’Ufficio federale della protezione della popolazione, non ancora pubblicato e studiato in collaborazione con i Cantoni, prevederebbe infatti l’abolizione dei rifugi con meno di sette posti. L’obbligo per strutture più grandi resterà.

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Rinnovare non conviene

Il sistema di ventilazione di questi rifugi antiatomici dovrebbe essere rinnovato per motivi di età. Ma la nuova Concezione per i rifugi ritiene che, valutato il rapporto costi-benefici, rinnovare tutti i piccoli rifugi non avrebbe alcun senso. Proprio per questo motivo, il rapporto è chiaro su cosa si debba fare: “Le unità di ventilazione installate nei rifugi più piccoli hanno già più di 40 anni e non vengono più prodotte. Ove possibile, i rifugi più piccoli dovrebbero essere progressivamente rimossi”.

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Non gestibile per la protezione civile

Urs Marti conferma la dismissione dei piccoli rifugi antiatomici. Il presidente della Conferenza dei responsabili cantonali della protezione della popolazione cita un altro motivo oltre la vetustà degli impianti: “Questi rifugi sono difficili da gestire in caso di incidente. La Protezione civile non può coprire un numero così elevato di piccole strutture”. È molto più facile gestire strutture più grandi, da almeno 25 a 50 posti.

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I piccoli rifugi antiatomici nelle case monofamiliari saranno dunque gradualmente eliminati. Alle persone coinvolte verranno assegnati nuovi posti in strutture più grandi. “Solo quando ci sarà un numero sufficiente di posti si potrà fare a meno dei piccoli rifugi”, afferma ancora il rappresentante cantonale Urs Marti ai colleghi svizzero tedeschi. La dismissione dei piccoli rifugi dovrà dunque essere anticipata dalla costruzione di strutture più grandi.

Un diesgno tridimensionale di un rifugio antiatomico tipo.
Ecco come dovrebbe essere costruito un rifugio antiatomico. @Ufficio federale della protezione della popolazione

L’attuazione richiede una decisione politica

La Confederazione e i Cantoni stanno discutendo da oltre un anno sulla “Concezione dei rifugi”. Nel solo Cantone di Zurigo, ad esempio, la nuova strategia riguarda circa 16’000 rifugi in case unifamiliari e circa 100’000 a livello nazionale. A seconda del progetto, l’attuazione del piano richiede l’approvazione del Consiglio federale o addirittura del Parlamento.

Altri proprietari di case devono adeguarsi

La “Concezione dei rifugi” trae utili conclusioni anche dalla guerra in corso in Ucraina: in particolare, i rifugi antecedenti al 1987 devono essere dotati di cuccette e servizi igienici a secco a spese dei proprietari. Inoltre, Confederazione e Cantoni non vogliono più concedere eccezioni per i nuovi grandi edifici. Questi saranno obbligati a costruire rifugi antiatomici con un numero adeguato di posti-letto. (In linea di principio, attualmente i rifugi sono richiesti per i nuovi edifici con 38 o più stanze).

In futuro, le autorità di tutti i comuni potranno obbligare, in via eccezionale, la costruzione di rifugi antiatomici ancora per gli edifici di piccole dimensioni. Questo per offrire a tutta la popolazione della Svizzera, anche alle persone che abitano i luoghi rurali e discosti, un posto-letto in caso di conflitti o di catastrofi naturali.

Testo tradotto dal tedesco e rielaborato da Riccardo Franciolli

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