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Il turismo svizzero procede bene, ma… 

pioggia su lugano
Pasqua piovosa a sud delle Alpi. KEYSTONE/© Keystone - ATS / Ti-Press

Dopo il record del 2023, il settore alberghiero svizzero prosegue lo slancio positivo anche nel 2024. Non in Ticino, però.  

Nel mese di febbraio i pernottamenti sono cresciuti nettamente in Svizzera, secondo quanto comunicato lunedì dall’Ufficio federale di statistica (UST)Collegamento esterno. Su base annua il numero di pernottamenti è cresciuto del 3,8% a 3,4 milioni. Già in gennaio vi era stato un incremento del 2,2% a 3,1 milioni. Il ramo prosegue quindi la sua corsa, con l’anno 2023 che per la prima volta aveva permesso di superare i 40 milioni di pernottamenti, arrivando per la precisione a 41,8 milioni. 

Uno dei fattori di crescita è stato quello riconducibile agli ospiti stranieri, che hanno generato 1,5 milioni di pernottamenti (+9,4%). La quota maggiore è rappresentata dai visitatori provenienti dalla Germania (317’000 pernottamenti), seguita da Regno Unito (167’000), USA (149’000) e Francia (128’000). È invece risultato in leggero calo il turismo indigeno (1,9 milioni, -0,3%), che rimane però la fetta più importante del settore. 

Le regioni turistiche di montagna hanno fatto incetta di visite: nel canton Grigioni i pernottamenti sono aumentati del 4,4%, del 3,2% nel canton Berna, mentre Lucerna e Lago dei Quattro Cantoni hanno visto un incremento del 2,7% e il Vallese del 2,1%. 

Il turismo cittadino non è stato da meno, con Ginevra che ha fatto segnare un +12,4%, la regione zurighese un +5,9% e Basilea un +5,7%. In controtendenza invece Ticino (-6,3%), Friburgo (-3,9%) e regione Giura e Tre Laghi (-0,7%). 

Ottima stagione invernale 

La neve ha fatto il suo: la stagione invernale è risultata ottima per gli alberghi di montagna elvetici. L’aumento di pernottamenti ha permesso di superare i livelli pre-pandemici. Secondo una valutazione dell’agenzia AWP consultando i dati pubblicati dall’UST, in 30 località votate agli sport invernali selezionate, fra dicembre e febbraio i pernottamenti sono aumentati dell’1,6% a 4,06 milioni. Si tratta di cifre superiori all’ultima stagione prima della pandemia, quando si era arrivati a 4,03 milioni. 

Altri sviluppi

A fare la parte del leone, con 614’000 pernottamenti, è risultata l’Engadina alta (canton Grigioni), in particolare St. Moritz, Pontresina e Sils, dove la crescita si attesta al 4%. Segue poi Zermatt (canton Vallese), con un +1,4% a 544’000. In entrambi i casi le piste ad alta quota hanno permesso migliori condizioni nevose. Un grande miglioramento (+7,5%) è stato poi messo a segno da Interlaken (canton Berna), con un totale di 223’000 pernottamenti. 

Anche se in questi dati manca ancora il mese di marzo, si può già stilare un bilancio positivo per la stagione invernale, secondo gli esperti. Il giorno in più avuto in febbraio ha leggermente influenzato le cifra, ma non in maniera decisiva. 

Il salotto soleggiato della Svizzera è in difficoltà 

Quello ticinese potrebbe essere un segno dei temi che cambiano: i risultati annuali del 2023, resi noti a febbraio, mostravano già un leggero calo dei pernottamenti rispetto al 2022 (circa 2,46 milioni, -3,8%). Va però considerato che rispetto all’ultimo anno pre-pandemico, si tratta comunque di risultati più che soddisfacenti (+6,4% rispetto al 2019). Il cantone italofono, che basa una buona parte della sua economia sul turismo, ha subìto diverse critiche da più parti nel corso degli anni.  

Se durante la pandemia di Covid-19, il settore è stato fiorente grazie alle visite indigene (in Svizzera, ricordiamo, ci si poteva muovere all’interno del Paese senza particolari restrizioni) e turiste e turisti rossocrociati si sono goduti la “Sonnenstube” come non mai, da quando a livello internazionale sono state levate le restrizioni, la popolazione è tornata a viaggiare verso destinazioni più lontane. Non aiutano, poi, nemmeno il franco forte né l’inflazione crescente, secondo quanto affermato dal direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta a febbraio al quotidiano laRegioneCollegamento esterno.  Senza dimenticare la chiusura del traforo ferroviario del San Gottardo che, ancora oggi in vigore, allunga i tempi di percorrenza rea nord e sud della Svizzera.  

Pioggia (di critiche) sul Ticino

Non mancano, come detto, le critiche: da diversi anni a scadenze regolari la stampa di Oltregottardo cerca di sfatare il mito del Ticino quale “salotto soleggiato” (Sonnenstube, appunto) della Confederazione. La stagione turistica, in Ticino, inizia con le vacanze di Pasqua, e proprio quest’anno sia il Blick prima che il Tages-Anzeiger poi, hanno invitato turiste e turisti a scegliere altre mete. Complici le previsioni meteo che annunciavano, azzeccandoci, delle forti precipitazioni per tutto il week end pasquale. E così è stato: quella nel sud della Svizzera è stata una Pasqua bagnata. Poi è arrivato anche il caldo. Fin troppo, a dire il vero: la scorsa settimana sono state registrate temperature quasi estive in diverse località elvetiche, compresa, per esempio, Lugano (25°C) o Coira (28,8°C).  

È vero che il cantone pecca, a volte, di quella che è stata a volte definita “pigrizia”. Conosciuto da anni per le sue bellezze nelle giornate soleggiate e per le sue temperature miti, da godersi sulle terrazze di bar e ristoranti o sulle centinaia di chilometri di sentieri di montagna, il Ticino non ha la stessa ricchezza di offerte di attività da svolgere in caso di brutto tempo. Bastava fare un giro sui social durante il week end di Pasqua per rendersene conto: chi aveva già prenotato le vacanze ticinesi, lanciava disperati appelli alla popolazione locale per avere consigli su cosa fare in caso di pioggia.  

Altri sviluppi

Non sono ancora stati diffusi i dati sui pernottamenti durante le vacanze pasquali, quindi non è noto se la meteo e, soprattutto gli appelli a boicottare il sud siano stati influenti, ma è sicuramente una nuova occasione di riflessione per gli esperti e le esperte del settore. Insomma, un margine di miglioramento c’è. Come e quando avverrà, non ci è dato saperlo.  

Se si fa astrazione della pioggia, delle code in autostrada, dei lunghi tempi di percorrenza in treno e dell’accoglienza, spesso definita dai turisti come “tiepida” (per usare un termine politicamente corretto), il Ticino ha sicuramente un vantaggio non trascurabile: il costo. A livello di possibilità di pernottamento, ce n’è per tutti i budget, ma è poi al ristorante che ci si accorge delle differenze. Un caffè, per esempio, costa meno di tre franchi, mentre a nord delle Alpi raggiunge facilmente i cinque (con punte di sette a Zuirigo per esempio). Una pizza Margherita, che nella Svizzera tedesca sfiora spesso i 20 franchi, in Ticino non si allontana di molto dai 10 franchi. Si tratta, quindi, di soppesare diversi dati per capire se le vacanze nella “Sonnenstube” siano ancora in oppure siano definitivamente out.  

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