Gianni Infantino con l'emiro Cheikh Tamim bin Hamad al-Thani.
Keystone / Noushad Thekkayil
Gianni Infantino, il 52enne vallesano italo-elvetico alla testa della FIFA, il massimo governo del calcio mondiale, ha lasciato la Svizzera per stabilirsi in Qatar. Questo a un anno dai mondiali qatarioti. Sul suo trasloco non mancano i punti di domanda.
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Mi occupo soprattutto delle relazioni italo-svizzere, che siano politiche, economiche o culturali, con un occhio di riguardo alle questioni transfrontaliere.
Nato in Corea del Sud e cresciuto nei Grigioni dopo studi in filosofia tra Pavia, Ginevra e Parigi, in teologia a Lugano e infine in comunicazione a Milano, mi sono dedicato al giornalismo con una lunga parentesi nel mondo del cinema.
Dopo mesi di indagini da parte di due giornalisti del domenicale svizzero tedesco ‘Sonntagsblick’, la FIFA ha dovuto infine ammettere che il suo presidente Gianni Infantino abita stabilmente nel Qatar.
Come scrive il domenicale nella sua ultima edizione del 16 gennaio 2022, tra Infantino e la monarchia qatariota è nata una storia d’amore. Non solo a livello calcistico. Infatti, Infantino e famiglia si sono trasferiti a Doha nel mese d’ottobre e due delle quattro figlie seguono la scuola nell’emirato.
Tutto tenuto segreto
Da tempo la FIFA sta cercando di nascondere il trasloco del suo presidente. A marzo aveva negato con una certa veemenza la notizia, sempre del ‘Blick’, di una imminente partenza di Infantino alla volta dell’emirato. Da allora, i giornalisti della testata più influente in Svizzera, hanno seguito i movimenti di Infantino e, prove alla mano con foto e documenti, i vertici della FIFA hanno infine ammesso che il presidente vive a Doha dove ha affittato un appartamento e che al suo seguito c’è anche la famiglia.
Prove alla mano, i vertici della FIFA hanno ammesso che il presidente vive a Doha
La FIFA, messa alle strette dai giornalisti del ‘Blick’, sottolinea che l’italo-elvetico lavora comunque nella sede principale di Zurigo. Da dietro le quinte però la testata zurighese ha saputo che Infantino ormai a Zurigo lo si vede molto raramente. Sempre i vertici del calcio mondiale si premurano di ricordare che il 52enne vallesano (cantone con meno di 350’000 abitanti che ha dato i natali anche all’ex boss della FIFA Sepp Blatter e all’ex segretario generale della FIFA Michel Zen Ruffinen) continua a pagare le imposte in Svizzera.
La regolare presenza di Infantino a Doha e dintorni è giustificato dalla FIFA in quanto l’uomo forte del calcio mondiale deve partecipare attivamente all’organizzazione del Mondiali di calcio. Ma all’interno della stessa FIFA negano questa necessità, ricordando che è la segretaria generale senegalese Fatma Samba Diouf Samoura la responsabile operativa.
Libertà di scelta
Ognuno è libero di vivere dove vuole. Eppure, il trasferimento di Infantino in Qatar solleva diversi dubbi e perplessità. Da anni Infantino è apertamente criticato per la sua vicinanza all’emirato (che di fatto è una monarchia assoluta) e ai suoi dirigenti autoritari. E il trasloco a Doha non fa altro che rafforzare questa vicinanza poco opportuna per molti: il Blick, tra l’altro, ricorda che il Qatar è uno stato che applica la sharia, imprigiona gli omosessuali e non rispetta i diritti umani.
Oltre a questo “amore inopportuno” si rinfaccia alla FIFA di enfatizzare il fatto che gli “otto fantastici stadi in tutto il Qatar sono già pronti”, quando il massimo governo del calcio mondiale non ha mai espresso una parola di biasimo sulle condizioni infernali in cui sono stati costretti a vivere e lavorare gli operai sui cantieri degli stadi. Inoltre, secondo quanto scrive il quotidiano britannico GuardianCollegamento esterno, nella costruzione degli stadi avrebbero perso la vita ben 6’500 operai immigrati. LA FIFA ha sempre minimizzato questo cifra ammettendo la morte di 34 operai.
Infantino indagato in Svizzera
Ma arriviamo al punto dolente. L’assegnazione dei mondiali di calcio all’emirato (grande quanto l’Abruzzo, senza alcuna tradizione calcistica e con una temperatura media in estate superiore ai 40 grandi) è da sempre fonte di critiche: oltre a dove spostare per la prima volta in assoluto il torneo a fine autunno, pesano sulla scelta del Qatar accuse di corruzione: importanti bustarelle sarebbero state distribuite a molti delegati della FIFA per far pendere la bilancia verso il Golfo Persico nell’assegnazione dei mondiali di calcio 2022. Niente è stato provato e vale sempre la presunzione d’innocenza.
Due procuratori straordinari nominati dalla Confederazione stanno indagando su Infantino
Lo stesso Gianni Infantino però è coinvolto in un’inchiesta in Svizzera che è tra l’altro costato il posto al procuratore generale della Confederazione Michael Lauber. Sono ben due attualmente i procuratori straordinari nominati dalla Confederazione che stanno indagando su Infantino e gli strani rapporti con il procuratore generale elvetico: Michael Lauber e Gianni Infantino si sarebbero infatti trovati più volte in modo misterioso proprio mentre Lauber indagava sulla FIFA e sulle possibili attribuzioni irregolari dei mondiali di calcio in Qatar e in Russia. Questi incontri segreti si sarebbero svolti in una sala riunioni dell’Hotel 5 stelle Schweizerhof di Berna, hotel di proprietà dell’emirato del Qatar. Non solo. A una di queste riunioni a Berna, Infantino ci sarebbe andato con l’aereo privato di Cheikh Tamim bin Hamad al-Thani, ovvero l’emiro del Qatar.
Il trasferimento tenuto segreto dalla FIFA del suo presidente Infantino a Doha, insinua velatamente il domenicale svizzero tedesco, sarebbe dovuto anche a queste procedure penali aperte in Svizzera.
Doppio legame con la famiglia reale qatariota
Non da ultimo, come insinua l’ex presidente Sepp Blatter interpellato da CH-Media, Infantino non si sarebbe mai trovato bene a Zurigo. Per questo motivo intenderebbe trasferire la sede principale della FIFA da Zurigo a Parigi. Nella capitale francese Infantino lo scorso giugno, alla presenza del presidente Emmanuel Macron, ha aperto una sede distaccata della FIFA con 100 dipendenti.
I nuovi uffici – sostiene un altro quotidiano zurighese, il ‘Tages Anzeiger’ – sono installati nell’Hôtel de la Marine (già sede della marina francese fino al 2015). Un magnifico edificio del XVIII secolo che dà sulla centralissima Place de la Concorde. Lo stesso palazzo presenta anche un’impressionante collezione d’arte con più di 6’000 dipinti e gioielli della collezione della famiglia reale qatariota Al-ThaniCollegamento esterno. Gli uffici che ospitano i dipendenti della FIFA appartengono sempre alla famiglia reale che li avrebbe affittati al governo del pallone mondiale per i prossimi 20 anni.
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