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Dopo la pandemia la salute degli svizzeri è peggiorata

Due dottoresse si prendono cura di un paziente.
Stanchezza ed esaurimento (68% dei casi), dolore (48%), malattie infettive (41%) e stress (40%): sono questi i sintomi segnalati più frequentemente. © Keystone / Laurent Gillieron

Sebbene la pandemia sia ormai solo un ricordo, secondo uno studio del gruppo assicurativo malattia CSS, il 34% dei cittadini e cittadine elvetiche dichiara di non sentirsi in salute o addirittura malato, mentre tre anni fa la percentuale era del 22%. Nella categoria degli over 65 il peggioramento è il più marcato: 46% contro il 30% nel 2020.

Stanchezza ed esaurimento (68% dei casi), dolore (48%), malattie infettive (41%) e stress (40%). Sono questi i sintomi segnalati più frequentemente dalle svizzere e dagli svizzeri. E lo stato di salute cattivo influisce sulla qualità e la quantità nel sonno, nonché sulle attività fisiche e sulla socialità.

Il post-pandemia ha colpito anche e soprattutto la salute mentale: due anni fa i cittadini che si ritenevano in buona salute psichica erano circa tre su quattro, mentre nel 2023 sono solo due terzi. Le malattie in questo ambito sono accusate soprattutto dai giovani adulti, anche se il loro umore è in leggero aumento. Solo il 38% della popolazione tra i 18 e i 35 anni di età si rivolge però a specialisti del settore.

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Il connubio di stress lavorativo e domestico affligge specialmente le donne dai 41 ai 50 anni di età, che risultano essere la categoria con l’umore più basso. Tre persone intervistate su quattro ritengono che il lavoro flessibile sia benefico dal punto di vista psichico e permetta di conciliare la vita lavorativa con quella privata: questa percezione è diffusa soprattutto tra le donne, che tuttora devono occuparsi dei lavori di cura. 

L’inchiesta svolta online da Sotomo si è basata sulle risposte di 2432 persone raccolte tra il 6 e il 29 giugno di quest’anno nelle tre principali regioni linguistiche. Il margine di errore è di +/- 2 punti percentuali

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