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Blatten, cronaca di una tragedia evitata e di una straordinaria solidarietà

Il villaggio distrutto di Blatten.
Keystone / Jean-Christophe Bott

Nove giorni per salvare un paese intero. È il tempo che i geologi svizzeri hanno avuto per trasformare quella che sarebbe stata una delle più gravi tragedie alpine della storia moderna in un esempio mondiale di prevenzione efficace.  

Il 28 maggio 2025 rimarrà una data indelebile nella storia del Canton Vallese e delle Alpi svizzere. Quel mercoledì pomeriggio, alle ore 15:24, il villaggio di Blatten nella Lötschental è stato letteralmente cancellato dalla cartina geografica da una delle più devastanti frane della storia recente delle Alpi. Quella che poteva trasformarsi in una tragedia umana senza precedenti si è rivelata invece un esempio straordinario di prevenzione efficace, solidarietà nazionale e resilienza comunitaria. 

La storia della frana di Blatten inizia nove giorni prima del crollo, quando i geologi svizzeri hanno lanciato un allarme che si sarebbe rivelato provvidenziale. Il 19 maggio, dopo attenti monitoraggi, gli esperti segnalarono un’elevata instabilità strutturale del ghiacciaio del Birch, situato sul versante settentrionale del Kleines Nesthorn. 

I dati raccolti erano allarmanti: il ghiacciaio si stava muovendo verso valle a una velocità eccezionale che indicava un imminente crollo. Di fronte a questi dati inequivocabili, le autorità svizzere non hanno esitato: lo stesso giorno viene emesso l’ordine di evacuazione per l’intero villaggio di Blatten. Tutte le 300 persone che vi risiedevanoi sono state costrette ad abbandonare le loro case, insieme al bestiame. Una decisione difficile ma che si sarebbe rivelata salvavita. 

>>Il servizio della RTS adattato dalla redazione di Falò della RSI: 

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I giorni dell’attesa  

Nei giorni successivi all’evacuazione, la tensione era palpabile. Il villaggio deserto veniva monitorato costantemente dai geologi, mentre le persone sfollate trovavano sistemazione temporanea nei comuni vicini.  

La notte del 27 maggio si è registrato un aumento significativo degli stacchi di piccole dimensioni, segno che il momento del crollo si stava avvicinando. Gli strumenti di monitoraggio registravano movimenti sempre più intensi e irregolari. 

Il crollo  

Mercoledì 28 maggio 2025, alle ore 15:24, la montagna ha ceduto. Un’enorme porzione del ghiacciaio del Birch si è staccata “improvvisamente”, riversando 3 milioni di metri cubi di ghiaccio, roccia, fango e detriti sul sottostante villaggio di Blatten, situato a 1’500 metri di quota. 

Il crollo è stato di proporzioni gigantesche: la massa di detriti si è abbattuta sul villaggio con una forza devastante, seppellendo il 90% delle abitazioni sotto decine di metri di materiale. L’impatto è stato così violento da causare un terremoto di magnitudo 3.1 sulla Scala Richter, provocando un’onda d’urto e uno spostamento d’aria percepibili in tutta la valle, oltre a una breve interruzione della corrente elettrica. 

I detriti hanno ostruito completamente il corso del fiume Lonza che attraversava Blatten, causando la formazione di un lago a monte dell’enorme frana e destando immediate preoccupazioni per possibili inondazioni a valle. 

Nel pomeriggio di venerdì l’acqua della Lonza ha iniziato a defluire dal lago che ha sommerso Blatten. In serata il Governo vallesano ha dato notizia che il fiume si era ormai scavato un percorso lungo i 2,5 km di lunghezza del cono detritico, scongiurando un nuovo pericolo. 

Le conseguenze immediate 

Dove prima sorgeva il villaggio alpino di Blatten ora si estende un paesaggio lunare fatto di rocce, ghiaccio e fango. Le immagini aeree mostrano una devastazione totale: case, strade, infrastrutture, tutto è scomparso sotto la colata detritica. 

Il bilancio umano è stato miracolosamente limitato: grazie all’evacuazione preventiva, non si sono registrate vittime. L’unico disperso è un uomo di 64 anni che, che viveva in una casa fuori dalla zona di ecavuazione. 

Lo slancio di solidarietà 

La risposta della società civile svizzera alla tragedia di Blatten è stata immediata e straordinaria. La Catena della Solidarietà, organizzazione umanitaria nazionale, ha attivato immediatamente il suo fondo per le catastrofi in Svizzera, lanciando anche una raccolta fondi che ha superato ogni aspettativa. Nel giro di pochi giorni, le donazioni hanno raggiunto cifre impressionanti: 4,3 milioni di franchi raccolti nei primi quattro giorni, oltre 11 milioni di franchi raccolti entro una settimana dall’evento. 

Oltre alla Catena della Solidarietà, numerose altre organizzazioni si sono mobilitate. La Caritas Svizzera e Croce Rossa Svizzera hanno messo a disposizione 400’000 franchi per gli aiuti immediati. I Comuni limitrofi hanno offerto soluzioni temporanee per garantire la continuazione della vita culturale, sportiva e religiosa della comunità di Blatten. 

L’impegno finanziario del Cantone 

Il Canton Vallese ha risposto alla catastrofe con misure immediate e concrete. Il Consiglio di Stato ha stanziato 10 milioni di franchi per le misure immediate, dimostrando un impegno finanziario significativo per sostenere la comunità colpita. 

Questa cifra rappresenta solo l’inizio dell’impegno cantonale, come ha dichiarato Mathias Reynard, presidente del Governo vallesano: “Il villaggio di Blatten ha un futuro e i suoi abitanti non sono soli. Questo evento eccezionale richiede misure eccezionali.” 

Il gruppo strategico per la ricostruzione 

Una delle decisioni più significative del Governo cantonale è stata la creazione di un gruppo strategico incaricato di coordinare la ricostruzione del villaggio.  

Il gruppo ha il compito di elaborare una tabella di marcia dettagliata per la ricostruzione, definendo le modalità di organizzazione e finanziamento in collaborazione con il comune di Blatten e gli altri villaggi della Lötschental. 

Il villaggio prima e dopo la frans,
Keystone

Il Canton Vallese ha chiarito che la ricostruzione non sarà semplicemente un ritorno al passato, ma un’opportunità per costruire una “Blatten del futuro” che tenga maggiormente conto del cambiamento climatico e dei suoi effetti in montagna. 

Come ha spiegato Reynard: “La ricostruzione deve essere affrontata rapidamente e senza ostacoli burocratici, ma con una visione che terrà conto del cambiamento climatico.” Il Governo cantonale ha infatti deciso di sviluppare una strategia a lungo termine, comprensiva di una base giuridica, per finanziare le conseguenze dei cambiamenti climatici. 

La decisione coraggiosa del 19 maggio 

L’evacuazione preventiva di Blatten rappresenta un caso esemplare di gestione efficace del rischio naturale. La decisione di evacuare l’intero villaggio nove giorni prima del crollo, basata esclusivamente sui dati scientifici forniti dai geologi, ha dimostrato l’importanza di un sistema di monitoraggio avanzato e di autorità disposte ad agire con decisione. 

L’ordine di evacuazione del 19 maggio non è stato una decisione facile: significava costringere 300 persone ad abbandonare le proprie case, le proprie attività e la propria vita quotidiana basandosi su una previsione scientifica. Tuttavia, questa decisione coraggiosa ha salvato 300 vite umane. 

Nonostante la gravità della decisione e i disagi causati dall’evacuazione, non si sono registrate polemiche significative. Al contrario, l’efficacia dell’intervento preventivo è stata ampiamente riconosciuta e apprezzata.  

Un modello per il futuro 

L’esperienza di Blatten stabilisce un precedente importante per la gestione dei rischi naturali nelle Alpi. Dimostra che è possibile prevenire tragedie umane attraverso sistemi di monitoraggio scientificamente avanzati, con delle autorità disposte ad agire con decisione impopolari, tenendo la popolazione informata e prevedendo procedure di evacuazione ben organizzate. 

Come ha sottolineato Mathias Reynard, “il Vallese ha già subito più volte le conseguenze del cambiamento climatico e non è ancora finita. Il Consiglio di Stato deve essere all’altezza degli eventi futuri, adottando misure a lungo termine e ascoltando la comunità scientifica.” 

La solidarietà svizzera (TG 20.00 della RSI del 5 giugno 2025):

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