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Accordo di solidarietà sul gas con Italia e Germania, parola al Parlamento

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L'accordo prevede misure di extrema ratio. KEYSTONE/© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON

L'intesa, firmata a marzo dal consigliere federale Albert Rösti, sarà trasmessa al Parlamento, che dovrà approvarla e al quale verranno richiesti i crediti necessari per la sua attuazione (1,3 miliardi).

Il 15 maggio 2024 il Consiglio federale ha sottoposto a consultazione la decisione di approvare l’accordo di solidarietà sul gas firmato da Svizzera, Germania e ItaliaCollegamento esterno. L’accordo e i due crediti d’impegno correlati (1,3 miliardi di franchi in totale) saranno successivamente sottoposti all’approvazione del Parlamento.

Anche se attualmente non ci sono carenze di gas, l’Esecutivo preferisce essere previdente e fare in modo che, in caso di penuria, l’approvvigionamento venga assicurato in Svizzera alle economie domestiche, agli ospedali o i servizi di emergenza, ossia quelli che vengono definiti “clienti protetti”, precisa una nota governativa diffusa mercoledì.

L’accordo tripartito, firmato lo scorso marzo dal ministro dell’energia Albert Rösti, è il risultato di tre anni di discussioni. L’intesa consente alla Svizzera di chiedere la solidarietà di Germania e Italia, una volta che sono state adottate tutte le misure nazionali possibili, e viceversa. I tre Stati garantiscono inoltre di non limitare le capacità di trasporto esistenti nelle loro reti.

La Svizzera, è vero, usa poco gas (nel 2019 rappresentava il 10,9% dei consumi energetici elvetici). Non avendo giacimenti indigeni, inoltre, dipende completamente dall’estero per i rifornimenti. A nord delle Alpi questi arrivano da Francia, Germania e Austria, mentre a sud, il canton Ticino dipende unicamente dall’Italia tramite il gasdotto Bizzarrone-Lugano. Senza un’intesa, quindi, ci sarebbe stato il rischio che, in caso di carenza nei Paesi fornitori, i primi rubinetti a essere chiusi sarebbero stati quelli verso la Confederazione. Grazie all’accordo di solidarietà, questo rischio non c’è.

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La soddisfazione dell’Italia

A marzo, quando è stata siglata l’intesa fra i tre Paesi, il ministro italiano dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin l’aveva definita “un tassello del quadro europeo di sicurezza energetica e di risposta alla crisi derivata dall’aggressione russa all’Ucraina”, come riportato dal quotidiano Il Sole 24 ore. Italia, Germania e gli altri Paesi europei devono fare il possibile affinché non si vengano a creare le situazioni che rendano necessaria “l’attivazione di questi accordi”, ha poi aggiunto, dicendosi soddisfatto che in questo schema sino stati inclusi “gli amici svizzeri”.

Due crediti d’impegno

Se uno Stato chiede solidarietà a un altro Stato, l’industria del secondo può innanzitutto effettuare una fornitura di gas volontaria, prosegue la nota governativa. Se questo gesto volontario non dovesse essere sufficiente all’approvvigionamento dei clienti protetti (economie domestiche, agli ospedali o i servizi di emergenza), dovranno essere adottate ulteriori misure previste dall’intesa (misure sovrane). Ciò significa che i consumi dei clienti non protetti verranno ridotti su ordine dell’autorità statale in cambio di un indennizzo. La categoria di clienti non protetti comprende le industrie, gli edifici per uffici, i centri per il tempo libero, magazzini, scuole, edifici amministrativi, ristoranti e hotel.

Per queste prestazioni di solidarietà sono stati predisposti due cosiddetti “crediti d’impegno”. Il primo, del valore di 300 milioni di franchi, serve a finanziare una garanzia statale che permetta alla Confederazione di acquistare gas nell’ambito di misure di solidarietà volontarie. Il secondo (un miliardo di franchi) è volto invece principalmente a coprire l’indennizzo che Berna si troverebbe a versare per le misure sovrane adottate da parte delle autorità tedesche o italiane in favore della Svizzera.

Possibile discussione nella sessione autunnale

La consultazione relativa alla decisione di approvare l’accordo e ai crediti d’impegno si concluderà il 17 giugno 2024. L’oggetto sarà probabilmente presentato al Parlamento entro la sessione autunnale del 2024. “Per la sicurezza dell’approvvigionamento di gas è importante che possa entrare in vigore il più rapidamente possibile”, si legge nel comunicato del Governo. L’intesa, inoltre, richiede anche il via libera della Commissione europea.

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