Sono quasi passati due mesi dal terremoto del 6 febbraio che ha colpito il sud della Turchia e il nord della Siria provocando oltre 57'000 vittime. Viaggio tra omertà, fede religiosa e colpe umane a poco più di un mese dalle elezioni generali.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
Italo Rondinella, RSI News
Contenuto esterno
L’equinozio di primavera del 2023 è il periodo di precisa equidistanza tra un evento naturale, appena trascorso, che ha sconvolto – e sta sconvolgendo – la Turchia e un evento umano futuro che potrebbe comportare, nel Paese, una svolta epocale sul piano politico.
Mi riferisco, naturalmente, al devastante terremoto del 6 febbraio scorso e alle elezioni generali del 14 maggio prossimo venturo. La correlazione tra questi due eventi rileva soprattutto laddove le responsabilità politiche del primo condizionano fortemente l’esito del secondo. Tenendo in considerazione il fatto che il terremoto ha colpito un’area molto vasta, popolata da circa 13 milioni e mezzo di persone, che rappresentano – con un margine di approssimazione – un sesto del corpo elettorale.
Siamo pertanto tornati nelle zone del sisma per capire che cosa pensi la gente a riguardo. Siamo andati ad Antiochia, tra le città più duramente colpite, sia sul piano del danno architettonico e urbanistico, sia perché qui si sono verificati gravissimi ritardi nei soccorsi e carenze nella gestione dell’emergenza che hanno comportato un enorme numero di decessi che, forse, si potevano evitare.
Accade di frequente che le persone non vogliano parlare di responsabilità politiche o di trovarne altre che, condizionate dal proprio conservatorismo religioso, neghino espressamente l’esistenza di colpe nella pianificazione del territorio da parte delle autorità competenti, sia che si tratti delle amministrazioni locali che, men che meno, del governo centrale, attribuendo al volere di dio, del fato o del destino, le conseguenze catastrofiche del terremoto.
Ma oltre a coloro che non vogliono parlare e a coloro che non vogliono vedere, ci sono pure quelli che le responsabilità politiche le vedono e hanno voglia di denunciarle, auspicando che proprio dal fondo di queste macerie il Paese possa voltare pagina e cominciare una storia nuova.
Abbassare il riscaldamento per ridurre la dipendenza dal gas russo: è una proposta che vi convince? Quali altri soluzioni sarebbero attuabili?
Contrariamente ad altri Paesi europei, la Svizzera dipende solo in minima parte dal gas naturale. Questa fonte rappresenta infatti circa il 15% dei consumi energetici complessivi della Svizzera e viene usata soprattutto per il riscaldamento. Quasi la metà del gas consumato in Svizzera viene però dalla Russia e anche nella Confederazione si cercano soluzioni per…
Gli indici PMI svizzeri migliorano, malgrado i dazi di Trump
Questo contenuto è stato pubblicato al
I dazi imposti alla Svizzera dal presidente americano Donald Trump non rendono le aziende elvetiche ancora più pessimiste.
“Sì alle classi separate, le quote rosa sono superate”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per portare più donne in posizioni dirigenziali e nelle professioni tecniche occorrono classi scolastiche separate per sesso in alcune materie.
Mezzo milione di visitatori alla Festa federale di lotta svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Festa federale di lotta svizzera e dei giochi alpestri, conclusasi ieri entrerà nella storia per quanto riguarda il numero di visitatrici e visitatori.
47 sorpassi nel San Gottardo, denunciato un motociclista inglese
Questo contenuto è stato pubblicato al
Malgrado il divieto, l'uomo ha gravemente infranto la Legge federale sulla circolazione stradale e sono quindi scattate la denuncia e il divieto di circolazione in Svizzera.
Iniziativa per il futuro: per USAM ed Economiesuisse una minaccia per la piazza economica
Questo contenuto è stato pubblicato al
"Un grave pericolo per l'insieme della piazza economica svizzera". Così le principali associazioni economiche del Paese definiscono l'iniziativa "per il futuro" della Gioventù socialista (GISO), su cui si voterà il prossimo 30 novembre.
La direttrice dell’Ufficio di sanità: “Covid, con gli anziani abbiamo sbagliato”
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'errore più grande in Svizzera durante la pandemia è stato il trattamento riservato agli anziani, ha detto Anne Lévy.
Conclusa la Festa federale di lotta svizzera, il re è grigionese
Questo contenuto è stato pubblicato al
La Festa federale di lotta svizzera e dei giochi alpestri 2025 si è conclusa oggi a Mollis, nel canton Glarona, con l'incoronazione del nuovo re, il 30enne grigionese Armon Orlik.
Consiglio d’Europa, Alain Berset ricoverato in ospedale
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Segretario generale del Consiglio d'Europa è stato ricoverato in ospedale la notte scorsa, ha indicato il servizio stampa dell'organizzazione. Le sue condizioni non destano preoccupazione, ma per precauzione rimarrà in osservazione per alcuni giorni.
Accordi con l’UE: riuscita l’iniziativa che chiede che anche i Cantoni abbiano voce in capitolo
Questo contenuto è stato pubblicato al
Per la votazione sui nuovi accordi con l’UE non dovrebbe decidere solo il popolo, ma servirebbe anche la maggioranza dei Cantoni. È quanto chiede un’iniziativa popolare presentata venerdì.
È morta Esther Grether, imprenditrice miliardaria e collezionista
Questo contenuto è stato pubblicato al
È morta Esther Grether, imprenditrice miliardaria e collezionista d'arte, per decenni alla testa dell'impresa famigliare Doetsch Grether, nota fra l'altro per il medicinale Neo-Angin e per i preservativi Ceylor.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
In Turchia e in Siria la terra trema ancora
Questo contenuto è stato pubblicato al
A due settimane dal violento terremoto, lunedì sera c'è stata una nuova scossa di magnitudo 6.4 che ha provocato altri morti e feriti.
Questo contenuto è stato pubblicato al
A un mese dal terremoto in Turchia e Siria, in Svizzera sono stati rilasciati solo 19 visti a chi ha una famiglia nella Confederazione.
Il terremoto più devastante degli ultimi 100 anni nella regione
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il bilancio dei morti del terremoto al confine tra Turchia e Siria è in continua evoluzione. Solo in Turchia sono stati distrutti 5'775 edifici.
Questo contenuto è stato pubblicato al
La testimonianza del ticinese Giuseppe Privitera, capo squadra di salvataggio, di rientro dalla Turchia devastata dal terremoto.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.