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Il terremoto più devastante degli ultimi 100 anni nella regione

Un militare turco con la testa tra le mani.
Solo in Turchia il terremoto ha distrutto almeno 5'775 edifici. Keystone / Erdem Sahin

Alle tante voci che si alzano in queste ore, si unisce quella dell'Unicef che ricorda come "questo sia il terremoto più potente che ha colpito la regione in circa 100 anni ed è avvenuto nel momento peggiore possibile per i bambini e le famiglie vulnerabili nelle aree colpite".

Migliaia di case sono state distrutte, le famiglie sono sfollate e sono esposte alle intemperie in un periodo dell’anno in cui le temperature regolarmente si abbassano sotto le zero e sono frequenti neve e pioggia gelata. Le famiglie sfollate in Siria nordoccidentale e le famiglie siriane rifugiate che vivono in accampamenti informali in Turchia sono fra le più vulnerabili mentre le temperature notturne continuano a scendere sotto lo zero. Lo afferma il portavoce dell’Unicef James Elder.

“Nel nord-ovest della Siria c’era già una situazione emergenziale”, aggiunge. “Le comunità lottano con l’epidemia di colera in corso e forti piogge e nevicate. In questo contesto, caratterizzato da oltre un decennio di conflitto, questo terremoto è assolutamente insopportabile. Anche se non abbiamo ancora dati verificati, sappiamo che decine di scuole, ospedali e altre strutture mediche ed educative sono state danneggiate o distrutte dalle scosse, con un forte impatto sui bambini”.

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Barlumi di speranza

Una madre e le sue due figlie sono state estratte vive dalle macerie sotto le quali erano sepolte da circa 33 ore ad Hatay, una delle zone più colpite dal terremoto che si è abbattuto sul sud est della Turchia.

Lo rende noto Anadolu facendo sapere che mentre venivano trasportate in ospedale, il cuore di una delle figlie ha smesso di battere ma la ragazza è stata successivamente rianimata. 

Anche un adolescente di 15 anni, Mahmut Nebi Uygul, è stato salvato dopo essere rimasto sepolto sotto le macerie per 35 ore ad Adiyaman, città del sud est della Turchia colpita dal terremoto.

Bilancio in divenire

È salito ad almeno 6’256 morti accertati il bilancio provvisorio complessivo del terremoto in Turchia e Siria. Le rispettive autorità hanno fatto sapere che le vittime accertate in Turchia sono 4’544 e in Siria 1’712. L’agenzia turca per i disastri e le emergenze Afad, come riporta Anadolu, fa inoltre sapere che nella sola Turchia i feriti sono 26’721 e gli edifici distrutti 5”775.

Numeri che sono destinati a crescere drammaticamente: l’Oms ritiene che potrebbero essere state colpite dal terremoto 23 milioni di persone, di cui 1,4 milioni bambini.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sudest del paese state colpite dal terremoto, ha affermato che il sisma non è solo “uno dei più grandi disastri” per la Turchia ma per la storia a livello mondiale.

Sono 5’000 i lavoratori del settore sanitario impiegati nei soccorsi – ha aggiunto secondo quanto riporta l’agenzia Anadolu – e sono state allestite 54’000 tende con 102’000 letti.

Ad oltre 36 ore dal terremoto, migliaia di persone sono però ancora intrappolate sotto le macerie. Ma molte zone della Turchia sono poco accessibili ai soccorritori, come Antiochia, nel sud del paese, vicino al confine con la Siria. L’inviata della televisione romanda è riuscita a raggiungere questa città. Vediamo il suo reportage:

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Aiuto svizzero

L’Esercito svizzero è presente sul posto con 29 uomini. I rappresentanti dell’Esercito sono arrivati e hanno effettuato le prime ricognizioni, come ha riferito Alessio Marazza, Colonnello di Stato maggiore. La prima squadra si è recato in una zona in cui si presume vi siano sopravvissuti.

“Quando fa freddo, si è meno disidratati e si resiste più a lungo sotto le macerie rispetto all’estate”, ha detto Marazza. Si può sopravvivere fino a tre o quattro giorni.

L’arrivo all’aeroporto di Adana, in Turchia, si è svolto in maniera positiva. La prima sfida si è rivelata quella di caricare e trasportare materiale pesante, ad esempio attrezzature edili come troncatrici per cemento o martelli pneumatici.

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Il materiale servirà in particolare per estrarre le persone dalle macerie, scopo principale di 20 dei militari andati sul posto. Altri membri dell’Esercito garantiranno invece la sicurezza della squadra di salvataggio, mentre altri ancora si occuperanno della coordinazione per il personale Onu sul posto.

I 29 membri dell’Esercito sono una parte degli 80 soccorritori svizzeri che sono partiti ieri sera da Zurigo. Verso la Turchia è partita anche una squadra con una decina di esperti di Redog, società svizzera specializzata nei cani da ricerca e salvataggio, ovviamente accompagnati dai loro quattro zampe.

Catena della Solidarietà

Chi volesse sostenere con una donazione la popolalzione turca e siriana colpita dal terremoto, può versare il proprio contributo alla Catena della SolidarietàCollegamento esterno.

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