Bruxelles, una vittima aveva anche la cittadinanza svizzera
La polizia belga ha sparato a un uomo che potrebbe essere il sospetto attentatore di Bruxelles. La conferma arriva dalla ministra dell'Interno belga Annelies Verlinden. L'uomo, che è stato trasportato all'ospedale, ha provocato la morte di due cittadini svedesi nella serata di lunedì a Bruxelles. Una delle vittime aveva con sé una carta d'identità svizzera.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Secondo Annelies Verlinden l’uomo “è attualmente in rianimazione” in ospedale. È stato trovato in possesso dell’arma automatica utilizzata durante l’aggressione di lunedì sera, ha aggiunto.
Il presunto attentatore, ha confermato il primo ministro belga De Croo, “è di origine tunisina e soggiornava illegalmente in Belgio”. Nella tarda serata di lunedì il portavoce della Procura federale belga aveva dichiarato alla tv nazionale che l’attentatore è nato nel 1978 ed è stato identificato come Abdesalem Lassoued.
Sempre nella tarda serata di ieri il centro di crisi belga aveva riferito su X che “una rivendicazione è stata pubblicata sulle reti sociali e registrata da una persona che si è presentata come l’aggressore. Dice di ispirarsi allo Stato islamico”. Stando alla ricostruzione dell’emittente LN24, lunedì pomeriggio il presunto attentatore avrebbe pubblicato su Facebook un post in riferimento all’omicidio del bambino musulmano di sei anni accoltellato domenica vicino a Chicago.
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I fatti
Due persone, due tifosi della nazionale svedese giunti per assistere alla partita Belgio-Svezia, sono state uccise a colpi di kalashnikov nei pressi di Place Sainctelette, in zona centrale, vicino al canale che attraversa la città non lontano dal quartiere di Molenbeek, da dove partirono proprio gli attacchi terroristici che devastarono Parigi e gettarono la Francia nell’orrore del Bataclan.
Tutto è successo in pochissimo tempo, poco più di un minuto, verso le 19.15. In un video che circola sui social network si vede chiaramente un uomo con addosso un giaccone arancione e un casco bianco in testa che si ferma sul marciapiede, lascia cadere lo scooter su cui è arrivato e imbracciando un fucile automatico, probabilmente un Ak-47, inizia a sparare. A questo punto si vede l’uomo entrare nel vicino androne di un palazzo di uffici per inseguire persone in preda al panico. Si sentono altri colpi dell’arma, poi si vede il killer che uscendo dall’androne dà il colpo di grazia a una delle vittime per poi risalire sullo scooter e dileguarsi.
Il procuratore federale del Belgio Frédéric Van Leeuwha anche indicato che una delle vittime dell’attacco aveva con sé una carta d’identità svizzera. Questa persona è di origine svedese, così come l’altra uccisa e quella gravemente ferita nell’attacco, ha aggiunto. Tutte e tre erano a bordo di un taxi e sono state colpite quando sono scese. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non ha confermato la notizia ma, senza fare esplicito riferimento alla persona con il documento elvetico, ha indicato che uno degli assassinati era domiciliato in Svizzera.
Asilo rifiutato
Nella conferenza stampa notturna la segretaria di Stato del Belgio per l’Asilo e la Migrazione Nicole de Moor ha spiegato che l’uomo “aveva presentato una domanda di asilo nel nostro paese nel novembre 2019. Ha ricevuto una decisione negativa nell’ottobre 2020 e poco dopo è scomparso dai radar”.
Stando a De Croo, nella capitale belga resta in vigore il livello di allerta 4, il più elevato, sinonimo di minaccia terroristica “grave e imminente”, mentre nel resto del paese il livello è fissato a 3.
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