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Arrestata la presunta attentatrice di Istanbul

Garofani rossi sul luogo dell attentato a Istanbul.
46 persone sono state arrestate in relazione all'attentato che ha colpito domenica pomeriggio Istanbul provocando la morte di 6 persone. Keystone / Erdem Sahin

La persona che domenica ha piazzato la bomba nel centro di Istanbul, uccidendo sei persone, è stata arrestata, con altre 46 persone. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno turco Soumeylan Soylu all'agenzia ufficiale di Anadolu.

La donna responsabile dell’attentato nel centro di Istanbul è di nazionalità siriana. Si chiama Ahlam Albashir, e ha confessato durante l’interrogatorio di essere stata addestrata dal partito curdo armato Pkk e dalle milizie curde siriane dello Ypg.

La dinamica dell’attentato non è ancora chiara e al momento non vi è alcuna rivendicazione. È il primo attentato in Turchia dal 2016, l’anno del tentato colpo di Stato anti Erdogan. Intanto, 46 persone sono state arrestate in relazione all’attentato che ha colpito domenica pomeriggio Istanbul provocando la morte di 6 persone. Lo rende noto Anadolu citando fonti della polizia secondo cui le operazioni si sono svolte in 21 diversi punti in città.

Il ministro dell’Interno, già dalle prime ore di lunedì, aveva puntato il dito contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) accusandolo di aver causato l’attentato nell’affollata via dello shopping di Istanbul. “Secondo i risultati delle nostre indagini, l’organizzazione terroristica del PKK ne è responsabile”, ha affermato Soylu in una dichiarazione nella quale si afferma anche che altre oltre 40 persone sono state incarcerate in relazione all’attentato.

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Nessun straniero tra i mortti

Oltre ai sei morti, l’attacco, che finora non è stato rivendicato, ha provocato 81 feriti: 39 sono stati dimessi, gli altri si trovano ancora in ospedale, 2 sono gravi. Il prefetto cittadino Ali Yerlikaya, esprimendo vicinanza alle famiglie delle vittime, ha fatto sapere che i sei morti sono tutti cittadini turchi: una madre e sua figlia, un padre e sua figlia, una coppia sposata.

Il presidente Erdogan è stato il primo a denunciare un “vile attacco”, poco prima di partire verso l’Indonesia al vertice del G20 a Bali: “Le prime osservazioni suggeriscono un attacco terroristico”, ha detto il capo di Stato. “Gli autori di questo vile attacco saranno smascherati. Che il nostro popolo sia sicuro che [saranno] puniti”, ha promesso Erdogan, che ha già affrontato una campagna di terrore in tutto il Paese nel 2015-2016. La Turchia, nel frattempo, ha respinto al mittente le attestazioni di lutto provenienti dagli Stati Uniti che Ankara ritiene “Paese che sostiene i terroristi”.

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