Da sindacato del Nord al sovranismo, 40 anni di Lega
Umberto Bossi, in una foto del 2005, a Pontida.
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Sono giorni di festeggiamenti e celebrazioni per il partito fondato da Umberto Bossi, ma non mancano i malumori per le strategie di Matteo Salvini.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
Quarant’anni di Lega (ex Nord): oggi il partito fondato da Umberto Bossi è il più vecchio presente nel Parlamento italiano. In questi giorni sono previsti diversi momenti di celebrazione organizzati sul territorio. L’appuntamento più importante sarà domenica a Varese, davanti alla storica sede della Lega, dove sarà presente tutto lo stato maggiore leghista. Il fondatore Umberto Bossi è stato invitato, ma la sua presenza resta in forte dubbio.
Sabato invece a Gemonio, paese del Senatur, gli uomini liberi del Nord – così si firmano in un volantino – si sono dati appuntamento per ringraziare l’uomo che 40 anni fa “ci ha fatto sognare”.
La strategia nazionalista di Salvini e i malumori
Ultimamente però i malumori nella base leghista si sono amplificati, anche causa degli ultimi insuccessi elettorali, e le politiche nazionaliste di Salvini sono sotto accusa.
In Lombardia diversi quadri politici hanno scritto una lettera in cui si chiede a Salvini un cambio di passo e, anche in Veneto, i malumori sono sempre di più, come conferma l’assessore regionale Roberto Marcato: “Sono profondamente convinto che serva una riflessione, profonda, violenta e cinica, del nostro partito. Dobbiamo capire perché abbiamo avuto questi risultati. Bisogna capire perché sta succedendo e perché c’è questa flessione di consenso e agire di conseguenza”.
In Lombardia molti leghisti, anche con ruoli di responsabilità, stanno lasciando o hanno già lasciato il partito.
Non tutti ovviamente la pensano così. Una parte dei militanti resta infatti convinta che, nonostante tutto, la scelta del segretario federale sia ancora valida.
Di sicuro la Lega di oggi è molto diversa da quella nata dall’intuizione di Umberto Bossi. Alle origini si inneggiava alla “Padania libera”, mentre ora il segretario federale Matteo Salvini dice “Prima gli italiani”. O ancora: la Lega bossiana si diceva convintamente antifascista e il Senatur rivendicava questa posizione. Per Matteo Salvini, invece, la discussione sul fascismo e i rapporti con alcuni movimenti di estrema destra,che la sua Lega ha costruito nel corso degli anni, sono da relegare nei libri di storia.
Ciò che unisce la vecchia e la nuova Lega sono sicuramente i toni dei leader: per chi li critica sono definiti perlomeno sopra le righe, per chi li ama popolari e schietti.
Le elezioni europee potrebbero essere uno spartiacque per il futuro del Carroccio, ma intanto i militanti si interrogano con domande come “dov’è finito il sindacato del territorio padano?”.
Una risposta qualcuno dovrà darla, che sia Salvini o qualcun altro.
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