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I frontalieri abbassano la disoccupazione dei loro Paesi di origine

Il monumento a Basilea dove si incontrano Svizzera, Francia e Germania.
Basilea, il monumento "Dreiländereck" posato dove si toccano Svizzera, Francia (a sinistra) e Germania (a destra) Michael Heinrich Fotografie Für Architekten

Il frontalierato aiuta le undici Grandi Regioni europee limitrofe alla Svizzera a contenere il tasso di disoccupazione. Nel 2022 questi tassi erano infatti più contenuti rispetto alle rispettive medie nazionali e talvolta inferiori a quelli delle regioni svizzere confinanti: è il caso della Lombardia.

Non è un segreto che il mercato del lavoro è particolarmente dinamico nelle regioni di frontiera. La Svizzera confina tra l’altro con diverse grandi regioni europee particolarmente produttive, come il Baden-Württemberg in Germania (con la regione trainante di Stoccarda), la Lombardia in Italia con Milano (e non solo) e il Rodano-Alpi in Francia che ruota attorno a Lione.

La Svizzera si trova dunque spesso a confrontarsi con delle regioni ricche e come fa presente l’Ufficio federale di statistica (UST), che ha pubblicato il 13 luglio i dati sull’offerta di lavoro in Svizzera e nelle regioni limitrofe nel 2022Collegamento esterno, la Lombardia, una delle regioni trainanti dell’Ue, ha un tasso di disoccupazione più basso rispetto a quello del Ticino. In generale, secondo l’UST, con 373’000 frontalieri stranieri occupati nella Confederazione, l’impatto positivo del mercato del lavoro svizzero su queste regioni di frontiera è evidente.

E questo mercato del lavoro transfrontaliero particolarmente vivace ha naturalmente un impatto anche sulla disoccupazione. Se guardiamo infatti i tassi di disoccupazione, ai sensi dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), nelle regioni di Friburgo e Tubinga erano inferiori alla media tedesca (3,1%). Lo stesso vale per le altre regioni confinanti: la disoccupazione in Franca Contea, Rodano-Alpi e Alsazia era più bassa rispetto alla media francese (7,3%). Idem per l’Austria (Vorarlberg e Tirolo: entrambi del 3,2%; tasso nazionale: 4,8%) e l’Italia.

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Inversamente, in diverse regioni svizzere che si confrontano con i lavoratori frontalieri, come nella grande regione del Lemano (6,9%) e in Ticino (6,5%), la disoccupazione è decisamente superiore alle media elvetica (4,3%).

Sono considerati disoccupati ai sensi dell’ILO tutte le persone di età compresa tra 15 e 74 anni che soddisfano le seguenti condizioni:

– non hanno lavorato nemmeno un’ora nella settimana di riferimento dell’indagine;

– hanno cercato attivamente impiego nelle quattro settimane precedenti;

– erano disponibili a iniziare subito un’attività

Il fatto che molte delle regioni limitrofe alla Svizzera siano motori trainanti dell’economia europea lo si evince anche dal fatto che in alcuni casi il livello di disoccupazione in queste regioni di confine è stato addirittura più contenuto di quello delle regioni svizzere limitrofe. Come illustra bene l’UST, in Ticino la disoccupazione ILO lo scorso anno era del 6,5%, pari al Piemonte, mentre in Lombardia questo dato scende al 4,9%. Anche la Regione del Lemano (6,9%), la Svizzera orientale (3,1%) e la Svizzera nordoccidentale (4,3%) registrano tassi superiori alle regioni d’oltreconfine.

Tassi di attività professionale superiori a quelli nazionali

Una certa differenza tra la Svizzera e le regioni vicine resta ancora per quanto riguarda i tassi di attività professionale. Sebbene in queste regioni europee i tassi di attività siano superiori rispetto alle medie nazionali, questi restano comunque inferiori a quelli delle regioni elvetiche. In Italia, ad esempio, la partecipazione al mercato del lavoro nella fascia di confine ha superato nettamente il livello nazionale con tassi di attività che spaziano dal 71% del Piemonte al 75,8% della provincia autonoma di Bolzano, mentre la media nazionale è del 65,5%. La situazione è identica nelle altre regioni limitrofe. In Svizzera questo dato sale al 83,5%.

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Globalmente nella Confederazione lavoravano lo scorso anno 373’000 frontalieri, mentre i residenti in Svizzera che esercitavano un’attività professionale fuori dal Paese erano solo 29’000 e quasi un terzo lavorava in Liechtenstein.

Per quanto riguarda le regioni estere confinanti, la Franca Contea detiene la percentuale più elevata di popolazione attiva che viene a lavorare in Svizzera, ben l’8% (5,5% nel 2012). Nelle regioni confinanti con il Ticino le percentuali sono dell’1,6% (1,2% nel 2012) per la Lombardia e dello 0,4% (0,3% nel 2012) in Piemonte.

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L’UST precisa ancora che nel 2022 vivevano nell’area geografica formata dalla Svizzera, dalle 11 regioni europee limitrofe e dal Liechtenstein circa 25 milioni di persone in età lavorativa (15–64 anni). Il tasso di attività professionale in questa macroregione transfrontaliera globalmente si attestava al 76,8%, simile alla media dell’Unione europea (UE: 74,5%; Svizzera: 83,5%), mentre il tasso di disoccupazione ai sensi dell’ILO (4,9%) si avvicinava al tasso svizzero (4,3%; UE: 7,2%).



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