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Due pesci, uno italiano e l'altro svizzero, che si contendono i lavoratori frontalieri.

Le conseguenze del nuovo accordo sui frontalieri

Il 17 luglio 2023 è entrato in vigore il nuovo accordo italo-svizzero sull'imposizione dei frontalieri. A partire da questa data, questa categoria di lavoratori e lavoratrici si divide in "nuovi" e "vecchi" frontalieri. Con una serie di articoli abbiamo cercato di capire cosa comporti questa distinzione e, in generale, cosa cambi con il nuovo accordo.

Dopo quasi un decennio di estenuanti trattative (il protocollo per la modifica dell’accordo fu firmato il 23 febbraio 2015) l’accordo sull’imposizione fiscale dei frontalieri è entrato in vigore il 17 luglio 2023.

Il nuovo concordato è uno spartiacque importante. D’ora innanzi ci saranno i vecchi frontalieri, assoggettati al vecchio accordo, mentre chi ha firmato o firmerà un nuovo contratto di lavoro dopo il 17 luglio 2023 sarà considerato un nuovo frontaliere:

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Per capire cosa cambia con il nuovo accordo, per conoscere le nuove regole e cogliere le differenze tra vecchio e nuovo accordo, abbiamo chiesto inizialmente aiuto a Kathrin Egli Arginelli, vicedirettrice della Divisione delle contribuzioni del Canton Ticino. 

Come spiega Egli Arginelli l’aspetto più importante dall’accordo italo-svizzero è che i nuovi frontalieri, contrariamente ai vecchi, dovranno presentare una dichiarazione dei redditi in Italia e sempre in Italia pagare le tasse:

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Auto in coda al valico doganale di Ponte Chiasso.

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Ecco cosa cambia tra vecchi e nuovi frontalieri

Questo contenuto è stato pubblicato al Per conoscere le nuove regole abbiamo chiesto l’aiuto a Kathrin Egli Arginelli, vicedirettrice della Divisione delle contribuzioni del Canton Ticino.

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Chi tra Italia e Svizzera ha guadagnato di più con il nuovo accordo? La risposta è complessa, ma a prima vista l’Italia sembra aver raggiunto tutti i suoi obiettivi, che erano sostanzialmente tre: aumentare le entrate fiscali (i nuovi frontalieri pagheranno le tasse in Italia), frenare l’afflusso di manodopera verso l’estero (lavorare in Svizzera è un po’ meno vantaggioso) e infine mantenere i ristorni per i comuni di frontiera (nel 2023 il Canton Ticino ha versato circa 110 milioni di franchi).

La lettura svizzera è contradditoria: dal punto di vita politico, soprattutto ticinese, il problema del dumping salariale è stato attenuato. Dal punto di vista del mondo imprenditoriale , invece, gli effetti del nuovo accordo sono decisamente negativi. Un aspetto su tutti, il reclutamento di manodopera specializzata diventa sempre più difficile:

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Un operaio specializzato in azione.

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Il nuovo accordo sui frontalieri non fa l’unanimità

Questo contenuto è stato pubblicato al Da una prima analisi politica ed economica la nuova intesa porterebbe a un riequilibrio del mercato del lavoro transfrontaliero. Ma per l’industria ticinese ha effetti negativi.

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Il nuovo accordo sull’imposizione dei frontalieri ha il pregio di definire in modo preciso chi sono i frontalieri. Italia e Svizzera hanno anche stilato una lista dei comuni riconosciuto come comuni di confine.

Il Ticino, che ospita circa 80’000 frontalieri, ha però pubblicato la propria lista nella quale non figurano i comuni della provincia di Sondrio (una prassi seguita anche negli anni passati). Questo significa che i frontalieri di questa provincia per il Ticino sono tutti considerati nuovi frontalieri. Una soluzione per i lavoratori della provincia di Sondrio dovrà essere trovata entro la fine dell’anno considerato che i nuovi frontalieri dovranno pagare nel 2025 le imposte in Italia per l’anno fiscale 2024:

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Il valico doganale di Campocologno nella Valposchiavo.

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Vecchi frontalieri e la controversa lista dei comuni di confine

Questo contenuto è stato pubblicato al I vecchi frontalieri della provincia di Sondrio non sono riconosciuti come tali dal Canton Ticino. Bellinzona non vuole versare per questi lavoratori parte del gettito fiscale ai comuni della provincia. Un problema di interpretazione delle norme nato nel lontano 1974.

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Quando guadagna effettivamente un frontaliere in più rispetto a un lavoratore italiano? Quante sono le ritenute fiscali? Soprattutto, considerato che i nuovi frontalieri pagheranno le imposte in Italia, vale ancora la pena venire in Svizzera a lavorare?

Abbiamo così simulato lo stipendio in Svizzera di un cameriere, di un infermiere e di un bancario frontaliero. Secondo il calcolo fatto da noi, con l’aiuto dell’Ufficio frontalieri del sindacato OCST, la differenza nella busta paga tra un vecchio e un nuovo frontaliere, con lo stesso lavoro e alle stesse condizioni, può essere anche di 20’000 franchi all’anno in favore del vecchio frontaliere:

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Monete e banconote svizzere su un tavolo.

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Qual è davvero la differenza di stipendio tra nuovi e vecchi frontalieri

Questo contenuto è stato pubblicato al Cifre alla mano la differenza di stipendio tra vecchi e nuovi frontalieri è evidente, soprattutto per i salari medio alti, tanto da spingere i potenziali nuovi frontalieri a rifiutare le offerte di lavoro ticinesi.

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Il salario alto resta la carta più importante che la Svizzera e il Canton Ticino possono giocare per attirare nuova manodopera estera. Da quando è entrato in vigore il nuovo accordo la differenza tra salario italiano e quello svizzero, come riferito nell’articolo precedente, è decisamente diminuito e diventa sempre più difficile reclutare nuovo personale.

Ma oltre a salari competitivi, oggi sono importanti anche altri fattori come la formazione continua, l’assistenza all’infanzia a prezzi accessibili per le giovani famiglie, le opportunità di sviluppo della carriera e un ambiente di lavoro stimolante. Capita così che possibili lavoratori frontalieri rifiutino un’offerta lavorativa ticinese, cosa che in passato succedeva raramente:

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Con il nuovo accordo ormai entrato in vigore, Roma non ha smesso di fare pressione sui lavoratori frontalieri per rendere meno attrattivo un lavoro in Svizzera.

Dal telelavoro limitato al 25% (la Svizzera ha fatto un accordo con la Francia che prevede il 40% per i frontalieri francesi, mentre l’Italia avrebbe voluto eliminare questa possibilità), alla tassa sulla salute (vedi articolo successivo). Non solo, l’Italia vorrebbe una riforma sulla fiscalità internazionale che secondo alcuni pareri potrebbe addirittura mettere in discussione lo stesso statuto del frontaliere:

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Il Governo Meloni ha introdotto nella legge di bilancio 2024 una novità amara per i lavoratori italiani attivi in Svizzera: i vecchi frontalieri dovranno partecipare, con un contributo che va dal 3 al 6% nel loro salario netto, al finanziamento del servizio sanitario nazionale. Soldi che andranno a favore, sottoforma di bonus, del personale sanitario impiegato nelle regioni di frontiera.

L’attuazione di questa norma spetta alle Regioni e si rivela complicata. La Lombardia ha cercato di ottenere i dati dei vecchi frontalieri, che pagano le imposte alla fonte in Svizzera e che hanno optato per il sistema sanitario nazionale italiano. Ma dai Cantoni di confine la risposta è stata negativa: non è possibile fornire questi dati in mancanza di una base legale. Ma la Lombardia ha un piano B per riscuotere questo contributo:

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Personale medico.

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Tassa sulla salute, la Svizzera nega i dati dei frontalieri

Questo contenuto è stato pubblicato al Fa fatica a trovare un’applicazione la tassa sulla salute che dovrebbero pagare i vecchi frontalieri per partecipare al finanziamento del servizio sanitario nazionale italiano. La Svizzera per ora nega i loro dati ma la Lombardia ha pronto un “piano B”.

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