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Aereo nel cielo.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

in patria, l’atmosfera si sta scaldando in vista delle votazioni popolari di questa domenica, quando le cittadine e i cittadini si esprimeranno, tra le altre cose, anche sulla Legge Covid-19. Stando alle previsioni, alimentate anche dalle buste già inviate con il voto per corrispondenza, la partecipazione si prospetta abbastanza alta: intorno al 60% delle e degli aventi diritto dirà la sua.

Una percentuale che corrisponde a quella della prima votazione federale sulla Legge Covid-19 del giugno scorso, ma che resta alta se si considera che, ad esprimersi in votazione popolare, è in media il 46% delle confederate e dei confederati. In attesa dei risultati di domenica, vi lascio alle notizie di oggi.

Buona lettura!

Ignazio Cassis.
Keystone / Anthony Anex

Il viaggio del ministro elvetico degli Affari esteri Ignazio Cassis in Cina è stato interrotto da un problema tecnico.  

Dopo una sosta di rifornimento a Novosibirsk, in Siberia, il jet che trasporta il consigliere federale è infatti dovuto tornare indietro e atterrare allo scalo di Mosca, si legge in un tweet del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), precisando poi che non ci sono state situazioni di pericolo.

Come capita annualmente dal 2017, il capo della diplomazia elvetica dovrebbe incontrare domani l’omologo cinese Wang Yi, nel quadro del dialogo strategico tra i due Paesi durante il quale si farà il punto sulle relazioni bilaterali, gli attuali sviluppi internazionali e i diritti umani. Punto, quest’ultimo, sul quale, in base alle attese, Cassis potrebbe insistere particolarmente.

L’intoppo aereo non è però una “prima” in questo 2021. Già in luglio, il presidente della Confederazione Guy Parmelin, in viaggio verso Tokyo per l’inaugurazione dei Giochi olimpici, è dovuto rientrare in Svizzera, sempre per un imprevisto di natura tecnica.

Svizzera in oro.
© Keystone / Gaetan Bally

I 300 più ricchi della Svizzera hanno incrementato il loro patrimonio di altri 115 miliardi di franchi quest’anno. È quanto emerge dalla classifica pubblicata da Bilan.

L’aumento – che corrisponde al 16,3% – è il più alto dal 1989, quando è stata stilata la prima di queste graduatorie della rivista specializzata. I 300 “super ricchi” dispongono complessivamente di 821,8 miliardi, con un patrimonio medio è di circa 2,7 miliardi. Rispetto al 1989, è più che quadruplicato.

Da 20 anni, e senza interruzioni, a guidare la classifica c’è la famiglia Kamprad: gli eredi del fondatore di IKEA dispongono di una fortuna di 56 miliardi di franchi. Seconda la famiglia Hoffmann, Oeri e Duschmalé, del colosso farmaceutico Roche, con circa 34,5 miliardi.

Le new entry più illustri sono quelle del Ceo di Roche, Severin Schwan, e del banchiere Boris Collardi. Ma c’è anche un primo cripto-milionario con una ricchezza tuttavia nettamente minore rispetto ai paperoni precedentemente citati: si tratta di Niklas Nikolajsen, fondatore di Bitcoin Switzerland e si stima abbia tra i 300 e i 400 milioni di franchi.

Aereo della compagnia Swiss.
© Keystone / Christian Merz

L’Ufficio federale di sanità pubblica rende noto che sta “monitorando la situazione” in Sudafrica, Paese alle prese con una nuova variante del coronavirus.

Intanto, la compagnia aerea Swiss ha deciso che per il momento non interromperà i voli da e per lo Stato africano. Swiss assicura di essere in contatto con le autorità al fine di attuare prontamente qualsiasi modifica.

Per il momento – così come fa anche Lufthansa – prevede tuttavia di mantenere le operazioni per continuare a rimpatriare passeggeri e trasportare merci, ha indicato una portavoce all’agenzia Awp.

Swiss sta inoltre valutando un cambiamento nei regolamenti sanitari per i voli da e per il Sudafrica: in futuro i passeggeri potrebbero quindi dover rispettare ulteriori norme igieniche.

I jet F-35A.
Keystone / Yonhap

L’acquisto dei 36 aerei da combattimento F-35A costerà alla Svizzera 6 miliardi e 35 milioni di franchi.

Con questo importo, hanno comunicato oggi i responsabili del progetto annunciando la messa a punto dei contratti di acquisizione con gli USA, viene rispettata la decisione del popolo che ha approvato il credito alle urne nel 2020.

Rispetto allo scorso mese di giugno, quando si parlava di un costo di acquisto di poco superiore ai 5 miliardi, questa volta è stata considerata anche l’inflazione (negli Stati Uniti e in Svizzera), così come un tasso di cambio di 0,95 franchi per 1 dollaro.

Questi crediti verranno ora sottoposti al Parlamento. Solo allora e dopo una probabile nuova votazione popolare (visto il lancio di un’iniziativa contro l’acquisto degli F-35) la Svizzera firmerà definitivamente il contratto.

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