Da gennaio a settembre sono fallite in Svizzera 5'466 imprese, ossia l'11% in più rispetto ai primi nove mesi del 2022.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
I fallimenti aziendali per insolvenza sono in forte aumento in Svizzera: nei primi nove mesi dell’anno hanno dovuto dichiarare fallimento 5’466 imprese, l’11% in più dello stesso periodo del 2022.
In tre occasioni sono state registrate più di 700 bancarotte al mese: non era mai successo, afferma un team di specialisti di Creditreform, la società di informazioni economiche che ha pubblicato martedì questi datiCollegamento esterno.
Oltre alle chiusure per incapacità a far fronte ai pagamenti vi sono quelle per lacune nell’organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioniCollegamento esterno): queste sono scese sensibilmente, contraendosi del 17,7% a 2’015. Il numero complessivo dei fallimenti si attesta così a 7’481 (+1,5% su base annua).
Per l’insieme dell’anno Creditreform si aspetta circa 10’000 fallimenti (precisamente 9’980), in flessione dell’1,1%, ma con un +7,4% per le insolvenze. Rispetto agli ultimi anni pre-pandemici (media 2018-2019) si osserva un incremento del 23%.
I fallimenti di privati sono invece stati 6’316 fra gennaio e settembre, in progressione dell’1,9% su base annua. La stima per l’insieme del 2023 è di 8’420 (+2,4%).
Il settore più colpito dalle chiusure è quello dell’edilizia ausiliaria, con una quota del 15,1%, cosa che secondo gli esperti di Creditreform riflette probabilmente l’incombente crisi. Seguono il commercio all’ingrosso e al dettaglio con il 14,2%, la consulenza aziendale (11,6%) e comparto alberghiero e della ristorazione (10,5%).
Nei primi nove mesi del 2023 sono inoltre nate molte nuove ditte: le nuove iscrizioni a registro di commercio sono state 38’302, il 3,3% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
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